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Volevo un figlio

di Saby - 04.12.2013 - Scrivici

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Sono una donna come tante, una vita normale, sognavo una casa, un marito, un bel lavoro, una famiglia, dei figli. Nulla di particolare, sognavo ciò che la maggior parte delle donne ha sognato da bambina, mi sembrava normale sperare e credere in tutto ciò, mi sembrava dovuta ogni cosa e non mi son mai chiesta se ne fossi meritevole. Figlia attenta, meritevole, mai sulle righe, silenziosa ed educata, ho studiato, mi son laureata e mi son sposata. Meritavo tutto ciò che ho avuto, e meritavo anche un figlio. Sì, io una famiglia la meritavo, meritavo un marito e meritavo dei figli, peccato che il destino abbia deciso che per me sarebbe venuta meno una grande possibilità, la possibilità di diventare madre. Madre… che parola sublime, un misto di amore,

comprensione, perdono, gioia, lacrime, ansie, preoccupazioni. Una madre tutto dimentica, tutto sopporta, il suo amore è completo a tratti perfetto, avrei tanto voluto provare tutto ciò per un bambino tutto mio, avrei tanto voluto sentirmi chiamare mamma!

 

Sposata, felicemente sposata, l'amore più grande della mia vita dorme ogni sera accanto a me, insieme condividiamo tutto, i nostri lavori ci hanno permesso di viaggiare, scoprire, realizzare i nostri sogni, ma il sogno più grande quello è rimasto chiuso in un cassetto, un cassetto che non si aprirà mai.

 

So che da madre avrei potuto donare tanto, la pazienza è sempre stata una mia virtù, non mi spaventava il pensiero di notti insonni, non mi spaventava l'idea di ingrassare, allattare, soffrire i dolori del parto, ero pronta a tutto, ero pronta come sono ogni giorno pronte tutte quelle donne che diventano mamme. Chissà che emozione grande che è portare un figlio in grembo e sapere che un giorno quel bambino verrà al mondo e tu lo amerai sopra tutto e tutti.

 

Tante volte mi son chiesta, perché a me, perché a noi, mille volte ho sognato il calore di un bambino da stringere al mio cuore, mi son persa per lungo tempo tra lacrime e sconforto, sino a quando un giorno ho deciso di mollare la mia battaglia contro il destino e a testa china ho accettato ciò che è stato scritto per me.

 

Non avere figli, per una donna che ne vuole uno è un dolore grande, non avere figli ti toglie qualcosa, un qualcosa che non so spiegare. Ho sofferto sì, ho sofferto tanto, ma ora ho trovato la mia dimensione e provo a donare tutto il meglio che c'è in me ai miei alunni, ai miei nipoti, a me stessa.

 

Ho imparato ad amare lo stesso la mia vita, a rispettarla senza ma e senza se.

Ho imparato con il tempo a guardare una madre con un figlio al parco senza provare in me quel misto di gelosia e dolore, ho imparato a far tacere la mia rabbia e confortare il mio dolore, ho imparato a vivere così, perché è così che doveva essere.

 

Non ci sarà più nessuno dopo me, non ci sarà nessuno che mi amerà come io ho amato mia madre, ma son sicura, anzi sicurissima, che per sempre rimarrà il ricordo di me in quei bambini che sino ad oggi ho amato come figli e vi assicuro che amare un figlio non tuo è un atto d'amore grande.

 

Lo so, avrei potuto adottare un figlio, ma questo non è stato possibile, beati coloro a cui viene data la possibilità di adottare, beati quei figli che raccolti dal mondo trovano amore e conforto in genitori adottivi.

 

Accettare ciò che si ha senza piangersi addosso è un dono e io, senza piangermi addosso vado avanti.

 

Nel mio cassetto giace il mio sogno ma voi non smettete mai di credere nei vostri, perché a volte i sogni hanno ali e si avverano anche se il sogno è stato un sogno senza ali.

 

Racconto ispirato da una storia vera.

 

Sabina B.

 

Sull’autrice

Sabina è pugliese e madre di un bambino di 5 anni. E’ autrice della pagina facebook Io con mio figlio e del sito internet http://www.ioconmiofiglio.it

 

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