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Tutta la fatica che mi ha portato a te

di mammenellarete - 03.08.2020 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Sette lunghi anni. Di attesa, di pianti, di punture di fatica. Poi, sei arrivato con il tuo sorriso a illuminare finalmente le nostre vite. Sei il nostro Angelo

In questo articolo

La nostra storia ha avuto inizio 17 anni fa. Ero poco più che ventenne. Lui era... era lui. Bello, maturo, irraggiungibile. 

E' stato amore a prima vista, il fuoco assoluto.

Io ero appena uscita da una grossissima delusione d'amore. Ero appena stata tradita dal mio lui, quello che pensavo fosse "per sempre". Stavo ancora raccogliendo i cocci quando il mio attuale marito è apparto come un fulmine a ciel sereno. Le mani sudate, la voce che trema, la paura di non piacere. Rivivo ancora quelle prime emozioni come fosse oggi. Sono invece già passati 17 anni.

Siamo prima diventati amici, poi amanti e infine una coppia. Eravamo una coppia un po' particolare: con la propria indipendenza e i propri spazi. Ci abbiamo messo un po' a deciderci che stavamo veramente insieme. E ci abbiamo messo ancora più tempo a deciderci che potevamo convivere e poi sposarci.

Arriviamo così ai miei 30 anni. Un matrimonio meraviglioso con pochi intimi e la voglia di qualcosa di più grande di noi, che ci faceva sognare e tenere alzati la notte a fantasticare.

La ricerca del nostro Angelo, del nostro bambino

Abbiamo cercato subito il nostro Angelo. Subito si fa per dire. Ormai stavamo insieme da sette anni e non ci sentivamo del tutto pronti al nostro ruolo di futuri genitori. 

Ce la siamo presi un po' con calma, un po' con relax e poi... sempre con più tensione. Dal "non provare più a non avere un bimbo" a... "forse ora è meglio se iniziamo con i rapporti mirati" a "ma che cosa c'è di sbagliato in noi"?

L'infertilità, quella brutta bestia

Non pensi mai possa capitare proprio a te. Vai dal ginecologo ogni anno, eviti una gravidanza per tutta la tua vita e poi, quando ci provi, il niente.

Ti senti arida, vuota, persa. Anche la tua vita di coppia ne risente con uno scossone che solo i più caparbi resistono.

Lo ammetto... ci abbiamo messo un po' a capire che le cose non andavano. Forse se ci avessimo pensato prima le cose si sarebbero messe in modo diverso. 

Forse avremmo litigato meno, ci saremmo messi meno il muso, sarebbe stato tutto meno faticoso.

Chi lo sa.

Fatto sta che supero i 35 anni e inizio a spaventarmi. Questo bimbo proprio non ne vuole sapere di arrivare.

Iniziano gli esami per me e per lui. Fino alla scoperta. Ho le tube chiuse. Non c'è nulla da fare L'iter che ci consigliano è la procreazione medicalmente assistita.

Quelle punture fatte nella pancia

Il periodo della procreazione è un buco nero nella mia memoria. Quello che mi ricordo è la mia paura per gli aghi e tutte le iniezioni che mi sono dovuta fare nella pancia. Una violenza nella speranza che potessero davvero servire.

Le botte di ormoni, io che mi gonfio, la stanchezza, lo stress del lavoro incalzante e che non si ferma mai, il ritmo frenetico della vita che ti sconvolge.

Poi... quel test di gravidanza. Sì, diventeremo genitori. Sì, qualcuno mi chiamerà mamma.

Fino a quando non ho stretto il nostro Angelo tra le braccia ho avuto paura che potesse essere solo un sogno. Ho avuto paura che la gravidanza non andasse a buon fine. Che tutto fosse stato fatto per niente. 

E invece no. Angelo è arrivato ad allietare le nostre giornate con i suoi sorrisi e i suoi musi lunghi. Ha gli occhi di papà, lo dicono tutti. E il carattere della mamma. E' un sorriso unico.

Noi non potremmo essere una famiglia più felice.

di mamma Maria

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