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Tentativi di PMA e un aborto. Ora stringo tra le braccia il mio bimbo arcobaleno

di mammenellarete - 09.11.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Dopo vari tentativi di PMA e un aborto, sono riuscita a rimanere incinta e ad avere un bebè. Ma dimenticherò mai il mio primo bimbo.

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Ci siamo sposati nel 2017. Abbiamo iniziato subito a provare ad avere un bimbo. Mi sembrava la cosa più facile del mondo. È passato un mese, due, tre... Compravo test di ovulazione, ma nulla... Sentivo che qualcosa non funzionava... Ci siamo rivolti così al centro di PMA della nostra città.

Lì per lì sembrano tutti carini. Ci fanno fare pochissime analisi e subito ci indirizzano alla Fivet. Dopo la prima inseminazione faccio gli esami del sangue. Zero: le beta sono completamente assenti. Io mi sento morire, ma visto che abbiamo gli esami ancora validi ci riproviamo subito.

Di nuovo inseminazione e di nuovo beta a zero. Il supporto del gruppo medico è completamente assente. Addirittura quando chiedo il perché mi sento dire che ho troppa furia, che sono una delle tante e che sono giovane...

Decidiamo così di rivolgerci ad un ospedale più grande, dove prescrivono integratori a mio marito, senza darci false speranze. Tutto questo a novembre 2019 e ad aprile 2020 mi accorgo per caso di avere un ritardo. Faccio il test ed è positivo! Ancora non ci credo. Visto che non ho un ginecologo di riferimento, mi affido al consultorio, dove però la prima visita è prevista dopo un po'.
 
Noi siamo curiosi di vederlo/a! Cerco quindi un medico privato, ma in piena pandemia sono tutti chiusi e non prendono nuovi appuntamenti. Ne trovo una in un centro medico. Mi siedo e inizia subito a chiedermi se voglio la pillola (quando avevo preso appuntamento avevo specificato che ero incinta, quindi nemmeno si era presa la briga di leggere il motivo per cui ero lì).
 
Mi stendo sul lettino e le sue prime parole sono: "Io qui non vedo niente, è vuoto!". Mi si gela il sangue, non riesco a capire cosa voglia dire. Continua a visitarmi internamente facendomi davvero male, per dirmi che ho la camera gestazionale vuota. Io nemmeno la ascolto più, perché voglio solo tornare da mio marito e piangere.

Tentativi di PMA e un aborto. Ora stringo tra le braccia il mio bimbo arcobaleno

Non contenta andiamo in pronto soccorso, dove purtroppo confermano che non c'è battito. Ma sono davvero fortunata perché incontro personale gentile e premuroso. Quando torno qualche giorno dopo per fare il raschiamento, mi dicono che non c'è bisogno perché il mio corpo ha iniziato a "ripulirsi" da solo.
 
Mi sento vuota, piango per giorni, perché il mio bambino, che era riuscito ad esserci senza l'aiuto di nessuno, non c'è già più. Nemmeno il tempo di esserne felice...

Non ci arrendiamo, perché se ci siamo riusciti una volta non è così impossibile... Il giorno del presunto raschiamento conosco quello che poi diventa il mio ginecologo e che mi segue successivamente.
 
Infatti, ad ottobre 2020 scopro di aspettare il mio secondo bimbo! È una gravidanza difficile, tra punture e diabete... ed il parto è complicato. Ma adesso stringo tra le mie braccia il mio bimbo arcobaleno.
 
Il mio primo bimbo (le due inseminazioni non le percepisco come gravidanze perché non sono mai partite, non si sono mai sviluppate) non lo dimenticherò mai. E ogni tanto, quando il mio Dario si fissa a guardare nel vuoto e ride, mi piace pensare che lo faccia perché vede il fratellino che non è mai nato.
 
di Giulia
 
(storia arrivata alla pagina Instagram di Nostrofiglio.it)
 
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