Mi chiamo Lorena e adesso ho 30 anni e un bimbo che pochi giorni fa ha fatto un anno. Sono arrivata a tutto ciò dopo ben quattro anni.
inizia tutto a gennaio 2014: io e mio marito decidiamo di avere un bimbo. Nel frattempo a gennaio ho il ciclo e ai primi di febbraio ho la visita di controllo annuale. La dottoressa mi dice che vede un piccolo avvallamento e che sospetta sia un setto uterino.
Così mi dice che devo chiamare in ginecologia per programmare una isteroscopia diagnostica. Nel frattempo però rimango incinta. Prenoto la prima visita (sempre con questa dottoressa). Ovviamente io e mio marito siamo felicissimi, ma dopo una settimana di ritardo del ciclo, dopo aver fatto il test, inizio ad avere perdite. Con il passare dei giorni queste perdite non sono più chiare ma diventano scure e aumentano.
Capisco che devo chiamare subito la ginecologa, che mi dice di andare in ospedale farmi visitare dal medico di guardia (è sera) perché lei è impegnata con le visite ambulatoriali e non riesce a visitarmi. Mi dice inoltre di fermarla nei corridoi quando la vedo per mostrarle il referto del medico e capire cosa fare.
Così faccio e mi dice di stare a casa a riposo e che ci saremmo viste alla visita di controllo (manca solo una settimana). Vado alla visita, ma non torno felice come spero. Mi dicono che non c'è battito e che c'è un piccolo distacco di placenta. Lei afferma che può essere tutto come nulla, così mi fa tornare dopo tre giorni per vedere com'è la situazione. Purtroppo il battito non c'è e il distacco è ancora più grande: aborto interno.
Così vengo ricoverata quella stessa mattina per fare il raschiamento.
In seguito faccio l'isteroscopia che, dopo altri mesi di attesa, diventa isteroscopia operativa per togliere questo setto uterino. Mi fanno anche la laparoscopia per controllare che le tube stiano bene.
Isteroscopie e aderenze uterine. La mia rinascita
Resto in ospedale tre giorni e mi dimettono dicendomi di prenotare un'altra isteroscopia diagnostica dopo due mesi per verificare se va tutto bene. Nel frattempo arriva il ciclo (se così si può definire visto che ho delle semplici e scarse perdite marroncine). Faccio l'isteroscopia e riscontrano aderenze uterine.
Da qui inizia il mio calvario: da gennaio 2015 fino ad agosto 2015 entro in ospedale un mese sì e uno no per tentare di rimuovere le aderenze in più. Fino ad ottobre faccio cure ormonali per progesterone ed estrogeni per vedere se l'endometrio cresce, ma nulla da fare... A febbraio del 2016 siamo a fare una visita di controllo (su consiglio della mia dottoressa) presso un centro PMA per vedere se loro riescono a risolvere il problema.
Purtroppo passa un altro anno senza che io venga vista (a parte il primo mese, durante il quale faccio cure ormonali). Così io e mio marito decidiamo di contattare un ginecologo privato specializzato sull'infertilità. Siamo a febbraio 2017. Lui mi visita, ci facciamo una bella chiacchierata durante la quale mi spiega come vuole procedere.
Così mi metto in lista d'attesa e ad aprile mi opera sempre in isteroscopia. Purtroppo al risveglio mi dice che non ha fatto nulla perché ho un problema di aderenza molto grave (Sindrome di asherman) e non vuole procedere senza prima capire la mia anatomia. Così mi manda a fare una risonanza magnetica all'utero e il mese dopo ritorno.
L'intervento va bene e lui è molto soddisfatto. Dopo un paio di mesi di visita di controllo mi riscontra che ho ancora un po' di aderenze (siamo ad aprile 2018)! A maggio fa la visita di controllo, durante la quale è tutto okay.
Il dottore mi dice: "Se nei prossimi due mesi non rimani incinta vedremo come procedere".
Il primo luglio scopro di essere incinta. Il 26 luglio, alla prima ecografia, c'è il battito. Ho per i primi tre mesi anche in questa gravidanza dei piccoli distacchi di placenta, ma la forza di vivere del mio guerriero è più forte. Mi mandano a casa subito da lavoro perché la mia è considerata gravidanza a rischio, in quanto con tutti gli interventi subiti esiste maggiore rischio di aborto o di nascita prematura. Il mio cucciolo nasce a 37 settimane più un giorno. Sano e in forma.
di Lory
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