Mi chiamo Claudia, sono una maestra d'asilo mancata e mi piace tanto stare con i bambini. Quando mi sono sposata, l'11 settembre 1988, con Gennaro, avevo 22 anni. Il nostro desiderio è stato subito di mettere in cantiere un bambino. Perciò niente precauzioni duranti i rapporti! È passato il primo anno di matrimonio e nulla, il secondo niente, intanto gli amici e i parenti iniziavano a dire "Ma quando facciamo un bambino?".
Io ero volontaria in Croce Bianca ed ero a contatto con i dottori, che mi consigliarono di fare degli accertamenti. Da quel momento iniziò il mio calvario: visite, soldi, delusioni. Ogni mese con il ciclo, pianti, mio marito mi stava vicino, ma io mi sentivo incompleta, volevo essere mamma. E così passarono 14 anni tra cure, esami e delusioni. L'ultimo anno mi ero davvero scocciata di stare sempre triste e male.
Abitavo insieme a mio padre e a mia sorella con suo marito, insomma un piccolo grande fratello! Anche mia sorella, sposata nello stesso giorno mio, ma dopo cinque anni, non rimaneva incinta. Una giornata d'inverno, mentre eravamo a tavola a cena, annunciò che era incinta. Io ero felice per lei, ma arrabbiata perché io non c'ero ancora riuscita.
Quella sera mi chiusi in camera e piansi tutte le lacrime che avevo. Mi svuotai della rabbia che provavo. Avevo ancora due visite per fare l'inseminazione artificiale: una a gennaio, e una ad aprile. Avrei fatto le visite, ma poi basta, non potevo rovinarmi la vita così. Avrei fatto la zia e viziato la nipote che sarebbe nata a settembre. Così prenotammo per fine anno un viaggio alle Maldive.
Intanto la pancia di mia sorella cresceva. Noi siamo molto unite e vivevo insieme a lei la sua gravidanza, ma ad aprile ecco che la mia vita cambiò! Avevo un ritardo, il mio ciclo non arrivava.
In associazione i dottori mi dissero di fare il test, ma io non volevo affrontare un'altra delusione. Feci un servizio con l'ambulanza, il mio autista si fermò davanti alla farmacia e mi regalò il test. Così chiusa in camera mia guardai questa scatola e fui invasa da una miriade d'emozioni, paura, ansia, trepidazione. Presi coraggio e andai in bagno: lo feci, appena messe le gocce di pipì sulla prova c'erano le 2 righe. Ero incinta!!!
Il mio parto
Non poteva essere vero! Chiamai mio marito urlando. Vennero tutti in bagno, pensando che stavo male. Mi sedetti per terra che piangevo e ridevo. Annunciai: "Anch'io SONO INCINTA!". Quanto avevo desiderato dire quelle due parole magiche! Telefonai alla mia ginecologa e mi disse di andare subito, l'indomani, nel suo studio. Durante la notte non dormii. Arrivammo allo studio io e mio marito emozionati, mi sdraiai sul lettino e mi fece l'ecografia: "C'è la camera gestazionale, ma non c'è nulla". Una botta. La ginecologa disse di stare tranquilla poiché era solo presto ed era sicura che ero incinta. Mi disse di tornare dopo una settimana.
Una settimana di paura e finalmente arrivò il giorno prestabilito. Andai dalla ginecologa, mi fece l'ecografia e... c'era il battito! Un fagiolino cresceva dentro di me, sarei diventata mamma. Guardai mio marito ed era seduto piangendo. Quante ne aveva passate, con me. La gravidanza andò avanti liscia come l'olio. Io stavo bene e mi sentivo una forza della natura. Intanto mia sorella partorì una bimba, Sara, bella, bionda e con gli occhi azzurri. Ero zia e, in 4 mesi, sarei anche diventata mamma!
Aiutavo mia sorella con la bimba e il tempo passava veloce, ma la notte del 30 novembre ebbi le contrazioni. Era presto, mancava più di un mese, non potevo partorire.
Feci una doccia e i dolori passarono. La notte del primo dicembre avevo ancora le contrazioni, che erano fortissime, feci la doccia perché avevo caldo e i dolori sparirono. Alla mattina scesi in sala da pranzo, ma non ero in forma, chiamai la ginecologa che mi disse di raggiungerla in ospedale per un controllo. Mi visitò e sembrava che fosse tutto a posto. Facemmo un'altra ecografia e andava bene, ma il sesso non si vedeva ancora. Dopo qualche ora ricominciarono le contrazioni, mi misero il monitoraggio e segnava che le contrazioni erano forti.
Non riuscivo a ragionare, avevo paura, la ginecologa dopo un consulto mi raggiunse e mi disse che il bambino stava bene e che il peso stimato era di 3,700 kg, che il piccolo era lungo circa 49 cm e che non c'erano problemi. Dato che era grosso, lo avremmo fatto nascere con il cesareo. Stavo per incontrare il mio fagiolino: l'avevo sognato un sacco di volte, con occhi blu, capelli neri e da lì a poco sarebbe stato tra le mie braccia!
Avevo paura. Entrai in sala operatoria, feci l'epidurale. Nacque! Non piangeva. Sentii i dottori che ridevano, mi dissero: "Il fagiolino è una fagiolina, che pesa kg 3,890 ed è lunga 52 cm, ha i capelli ricci ed è bellissima". Iniziò a piangere, me la fecero vedere ed era bellissima. Stavo piangendo anche io. Ero mamma! Mi misero i punti, intanto la piccola incontrò il suo papà. Io arrivai in stanza e mi misero nel letto. Mi rilassai, mi girai verso la porta ed ecco... entrò mio marito, che aveva in braccio nostra figlia Letizia. È questa la foto che porto nel cuore.
Il giorno 2 dicembre 2002 alle 19:56 siamo diventati una famiglia. Dopo 8 giorni eravamo a casa, in sala c'erano 2 carrozzine: in una Letizia, e nell'altra c'era Sara, più grande di Letizia di 69 giorni. Sono diventata zia e mamma in poco tempo!
di Claudia
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