Tutto iniziò il 21 gennaio 2018. Mi sentivo strana, avevo la nausea, ma pensavo fosse il solito virus. Mio marito invece mi convinse a fare il test, lui sentiva che ero incinta. Molto titubante lo feci, incredibilmente risultò positivo.
Io e mio marito eravamo al settimo cielo poiché sarebbe stato il nostro quarto bambino e sarebbe stato anche l'ultimo. Ma dopo pochi giorni qualcosa cominciò a non andare, avevo tantissimi dolori, dolori che con le gravidanze precedenti non avevo mai provato. Andai al pronto soccorso e lì ebbi la prima doccia fredda. Nonostante le beta a più di 1000, la camera non si vedeva.
Mi tennero dentro 3 giorni, 3 giorni da incubo in cui parlavano di gravidanza extrauterina e di operazioni varie. Ero spaventata come non mai, come potevo affrontare tutto? Poi al terzo giorno di ecografia finalmente il mio amore si fece vedere ed io uscii dall'ospedale felice e sicura che tutto sarebbe andato per il meglio.
Ma non fu così. Dopo 2 settimane, precisamente il 14 febbraio, mentre ero a scuola a prendere i miei figli, sentii "caldo" e scendere qualcosa, come se avessi il ciclo: era sangue, tanto sangue. Da lì il panico. Pensai subito che stavo perdendo il mio bambino, le lacrime cominciarono a scendere, mentre di corsa andai al pronto soccorso. Ero solo di 7 settimane, ma quel bambino era tutta la mia vita.
Arrivata al pronto soccorso, mi visitarono e fui sorpresa di sapere che il mio bambino c'era e il suo cuore batteva più che mai. Avevo avuto un distacco delle membrane. Pensai che con un bel riposo a letto tutto sarebbe passato, mi riposai e le perdite finirono quasi subito.
La settimana dopo avevo appuntamento con la mia ginecologa ed ero tanto emozionata di vedere il mio fagiolino: però qualcosa dentro di me mi diceva di essere forte e di prepararmi al peggio.
Arrivai allo studio, quando fu il mio turno entrai e mi sistemai sul lettino, pronta per l'ecografia. Sarei stata di 8 settimane, preparai il cellulare per fare il video e per mandarlo a mio marito che si trovava al lavoro.
La mia ginecologa iniziò l'ecografia, ma capì subito che qualcosa non andava. Aspettai il suo parere e dopo 5 minuti interminabili si girò verso di me e mi disse: "Simona mi dispiace ma non c'è più battito". Era il 22 febbraio e in quel giorno il mio cuore si fermò con lui. Il 26 febbraio feci il raschiamento. Aspettai due cicli e la visita di controllo e ricominciai la mia ricerca.
Ma nell'anima ero a pezzi: dal quel maledetto 22 febbraio ci vollero 6 mesi per smettere di piangere, ero avvolta dal dolore ed era un dolore così grande da non riuscire a colmare il vuoto che provavo, una parte del mio cuore se ne era andata per sempre. Mi ci vollero 9 mesi di tentativi e poi finalmente a gennaio 2019 ci fu un "déjà vu", test positivo e lo stesso mese di nascita: settembre 2019.
Questa volta fu una gravidanza perfetta, niente andò storto, ma per me fu difficile affrontare la dolce attesa con serenità. Avevo sempre paura che qualcosa potesse andare storto, ma, man mano che i mesi passavano, iniziai ad avvicinarmi sempre di più al traguardo. Sapevo che il mio piccolo angelo volato via stava proteggendo il suo fratellino nel pancione. Finalmente il 6 settembre 2019 nacque il mio bimbo arcobaleno, il mio Francesco Karol.
Arrivato nello stesso mese in cui doveva nascere suo fratello/sorella, questo bimbo mi ha portato tantissima gioia e mi sta aiutando a uscire da quel tunnel di dolore. Ma il mio Amore, il mio Angelo è sempre nel mio cuore e nei miei pensieri ogni giorno della mia vita. Ti amo piccolo mio, sei il mio grande amore.
di mamma Simona
(Storia arrivata come messaggio privato sulla nostra email di redazione)
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Aborto spontaneo, cos'è
Si tratta dell’interruzione di una gravidanza prima dell’epoca in cui il feto ha la capacità di sopravvivere fuori dall’utero. Attualmente, grazie agli avanzamenti della medicina neonatale, tale limite risulta essere intorno alle 24 settimane di gestazione.
La maggior parte degli aborti spontanei è provocata da un’anomalia genetica del feto. Tra le cause non genetiche figurano i disordini ormonali materni (come il diabete o le disfunzioni della tiroide), le patologie uterine (malformazioni, fibromi) e le malattie infettive, quelle del sistema immunitario o della coagulazione.
Una minaccia di aborto consiste in perdite vaginali di sangue associate a dolori addominali simili a quelli mestruali prima della 24ª settimana. LEGGi PURE:Aborti spontanei ripetuti