Era il 2006 ed era la mia seconda gravidanza, voluta fortemente da me, mio marito e da mio figlio più grande. Eravamo tutti felici e non vedevamo l'ora che nascesse.
Quindi solite analisi, ecografie, alimentazione corretta e vitamine. Tutto procedeva alla grande. Fino a quando arrivai alla 28esima settimana. Mentre ero dalla ginecologa, vidi all'improvviso il suo volto strano, preoccupato.
Le chiesi cosa c'era che non andasse e lei pallida mi rispose: "Signora non ha liquido amniotico!". Non riuscivo a capire, guardavo mio marito e lui guardava me, perché avevamo tante domande da fare, ma eravamo diventati due muti.
Aborto terapeutico. La mia storia
Così finita la visita iniziai a martellare di domande la dottoressa.
E lei purtroppo mi disse che il piccolo aveva il rene policistico, e stomaco e vescica assenti, e che non potevo portare più avanti la gravidanza!!!
Sentendo queste orribili parole mi trasformai in un mostro, iniziai a urlare, a piangere. Le avrei alzato le mani, annebbiata com'ero... se non mi avesse fermato mio marito!
Era inconcepibile con tutte le analisi, le ecografie, specialmente la morfologica, non accorgersi che il mio bambino alla nascita non sarebbe sopravvissuto!!!
Lui viveva grazie a me, io lo sentivo scalciare... e così non ho avuto altra scelta che quella di abortire. Da quel giorno ogni 8 giugno mi reco in chiesa e gli accendo una candela.
Anche se sono passati 15 anni, mi manca. Era, è, sarà per sempre il mio angioletto. Anche se la vita deve andare avanti, lui avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
di Daniela
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