Sono una mamma di 26 anni. Quando tutto finalmente nella mia vita stava andando per il meglio e avevamo una casa nostra, un lavoro soddisfacente, un bambino in salute e un'altro in arrivo, ed io finalmente ero guarita dalla depressione e dai disturbi d'ansia, ecco che come una pugnalata al cuore il medico mi disse: "Signora ha avuto dolori o disturbi". Ed io soddisfatta: "No no, tutto bene, perché?".
E il ginecologo imbarazzato rispose: "Mi dispiace, ma la gravidanza si è interrotta". Mi crollò un macigno addosso, mi travolse. Ecco le cose che mi dissero: "Tredici settimane che vuoi che siano, non era neanche un bambino", "Meglio adesso che dopo", "Siete giovani, potrete riprovarci", "Hai già un figlio, non ti scoraggiare", "Pensa se fosse stato malato", "andrà bene la prossima volta". E poi una frase che mi spiazzò: "Meglio che l'hai perso, sennò con due bambini piccoli tu impazzivi".
Non so se riuscirò mai più a diventare di nuovo madre, quella era la mia occasione e non so chi mi ha voluto castigare per il forte desiderio che avevo di avere un altro figlio. Sono passati 9 mesi da quel giorno, da quando ho perso la mia bambina al quarto mese di gravidanza.
Ancora non riesco a darmi pace, avrei dovuto averla fra le braccia, ma sono costretta a tenermi dentro il dolore. Mi sento dire che sto esagerando, che la sto portando troppo alla lunga. Io la immagino tra le braccia del suo fratellone che le dà tanti bacini.
Da allora non vedo via di uscita per me, sono caduta in una profonda depressione con conseguenti attacchi di panico e disturbo bipolare. Ero già una persona psicologicamente molto fragile, ma questa "botta" mi ha massacrato. Ci sono stati giorni in cui non aprivo neanche gli occhi, non vedevo una via di uscita per me.
Devo negare a me stessa la voglia di maternità che ho, la gioia di vedere mio figlio con un fratellino.
Sto prendendo farmaci molto forti ed ora non posso cercare un'altra gravidanza. Ma è la cosa che desidero di più. Avremmo completato la nostra famiglia con quella creatura tanto cercata, e, soprattutto, amata dal primo istante. Credo che il dolore che mi ha dato non guarirà mai, è una ferita che sanguinerà sempre. A volte fa più male, altre meno, altre ancora è sopportabile, altre proprio non lo è.
Per ora vivo i miei giorni nella speranza di poter guarire dal mostro della depressione. Sto cercando di lasciare pian piano dei farmaci e poi, se Dio vorrà, potrò cercare un'altra gravidanza. Per adesso non posso e mi sento fortemente debole e impotente, cerco di metterci tutta me stessa. Ci riuscirò un giorno, avrò la mia rivincita.
di Giusy