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Non c'è battito. Ancora oggi quelle parole rimbombano nelle mie orecchie

di mammenellarete - 18.02.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Durante un esame di routine, scoprimmo che il bambino non aveva più battito. Ancora oggi quella frase rimbomba nelle mie orecchie: "Ci spiace signora, non c'è più battito". Oggi sono una donna diversa, consapevole che il nostro piccolo angelo ci ha scelto per qualche ragione e anche se per breve tempo, io lo ringrazio di avermi scelto come mamma.  

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La mia storia: non c'è battito fetale

Vi racconto la nostra storia. Il nostro secondo figlio non è mai nato, ma è sicuramente nel posto più bello che una madre e un padre possano desiderare, cioè nei loro cuori.

Durante un esame di routine, scoprimmo che il bambino (o bambina, perché ancora non sapevamo il sesso), non aveva più battito. Ancora oggi quella frase rimbomba nelle mie orecchie: "Ci spiace signora, non c'è più battito".

È stata dura perché noi tutti fin da subito, dall'inizio della gravidanza, noi siamo genitori e ciò non potrà mai cambiare. Sono parole che una donna non vorrebbe mai sentir dire. Cosa è successo dopo? C'è stato un lungo percorso di elaborazione del lutto.

Ero di 12 settimane, ma siamo mamme dal momento in cui scopriamo di aspettare un figlio e lo saremo per sempre. Oggi sono "rinata" grazie a quelle poche e rare persone che mi sono state vicino, a mia madre, a mio marito, a mio figlio, il mio piccolo grande uomo.

La mia storia: non c'è battito

Grazie a chi, con un semplice abbraccio, non mi ha mai lasciato da sola. Oggi sono consapevole che le cose accadono senza un perché, senza una spiegazione. Accadono e basta. E dopo il buio c'è sempre la luce, fatta di vita, speranza e sorrisi. Oggi mi batto per la sensibilità, perché in questa società, quando una donna ha un aborto, in pochi la comprendono e la capiscono.

Sono tante, anzi troppe, le parole di "mancato conforto" che mi sono sentita rivolgere. Vi scrivo per dire che non smetterò mai di lottare per noi donne e per la sensibilizzazione della società. Io ce l'ho fatta. Quando perdi un figlio durante la gravidanza ti viene tolto il respiro, i tuoi sogni crollano e vai in frantumi.

In qualsiasi periodo della gravidanza si perda il figlio, è sempre un dolore da superare. I sogni se ne vanno con la piccola vita che è volata via. Ma oggi voglio dire alle donne che hanno avuto la mia stessa esperienza che non si devono sentire "donne a metà", e che nessuna deve sentirsi sola o abbandonata.

Oggi sono una donna diversa, consapevole che il nostro piccolo angelo ci ha scelto per qualche ragione e anche se per breve tempo, io lo ringrazio di avermi scelto come mamma.

Spero che la mia storia sia di aiuto ad altre donne, perché è questo che voglio che accada. Voglio essere di supporto a tutte le altre donne.

di Sara

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