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Speravo di diventare mamma per la seconda volta, ecco la storia del mio sogno infranto

di mammenellarete - 18.06.2015 - Scrivici

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Fonte: Alamy.com
Vi racconto la storia del mio sogno infranto. Ero incinta del mio secondo figlio, quando improvvisamente, nonostante abbia seguito scrupolosamente le indicazioni del ginecologo, ho avuto un aborto spontaneo . Ora sento nel mio cuore una ferita che sanguina e che non vuole rimarginarsi.

Ti svegli una mattina, apri la finestra e senti i raggi del sole che ti baciano il viso, il cuore si illumina e tu pensi: “Quant’è bella la vita!” corri in bagno, hai un ritardo, è la giornata giusta per fare il test. La positività invade il tuo animo, esegui il test e…. Finalmente dopo mesi di attesa è POSITIVO!!!!

Lasci il bagno, corri a dare la notizia a tuo marito, scegli un modo “carino” per dirgli: “caro stai per diventare papà per la seconda volta”. Prendi un paio di scarpine da neonato rosse e le adagi sul tavolo, lui si gira, guarda le scarpine e il suo volto si irradia di una felicità senza eguali. Da quel momento la vita si tinge di nuovi colori, tutto ti sembra più facile, inizi a progettare.

Passano i giorni e delle piccole macchie marroni fanno vacillare la tua gioia, il medico ti rassicura: "non è nulla, andrà tutto bene basta solo riposare un po’".

Esegui alla lettera i consigli del tuo ginecologo, ti fidi di lui… resti immobile per tre giorni, poi ripeti le analisi e all’improvviso un macigno ti cade sul petto, non respiri più, sei incapace di muoverti, le lacrime sgorgano dai tuoi occhi e tu non puoi far nulla per fermarle, entri in una bolla di sapone, il tuo cervello continua a ripetere da solo “la beta è scesa, aborto spontaneo”.

La beta è scesa?!? Ma io sono stata immobile, ho eseguito alla lettera le istruzioni del medico… Come è possibile?!? Perché? Mille interrogativi ti tormentano, il tuo sogno si è infranto, ora la vita non è più la stessa, tu non sei più la stessa, nel tuo cuore c’è una ferita che sanguina e che non vuole rimarginarsi.

La progettualità è svanita e devi confrontarti con l’ostica realtà che ti circonda sperando che prima o poi sul palcoscenico della tua vita si apra di nuovo il sipario e tu possa indossare di nuovo la maschera della donna gravida.

Sì, la maschera pirandelliana che accompagna la nostra vita quotidianamente conferendoci l’identità sociale della quale abbiamo costantemente bisogno.

di mamma Anna Filannino

(storia arrivata alla email redazione@nostrofiglio.it)

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Aggiornato il 16.11.2017

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