Secondo figlio: tra lacrime e buio, dopo 5 anni arriva la luce
La mia prima gravidanza è stata tranquilla fino a 8 mesi poi, per complicanze ho avuto un parto cesareo d'urgenza ma, ringraziando Dio è andato tutto bene.
Seconda gravidanza
Chiamo il mio ginecologo per andare a fare una visita e lui mi dice con tanta freddezza che non c'era più battito. Purtroppo la mia piccola non c'era più.
Terza gravidanza
Ma le mie paure si trasformano in realtà, il battito del cuore del piccolo nella mia pancia si ferma di nuovo. Non ho saputo il sesso, ma questa terribile esperienza mi distrugge mentalmente al punto di non voler più avere altri figli e di vivere con un macigno dentro.
Quarta gravidanza
Ma come era possibile! I medici mi chiedono di indagare sulla questione ma io ero sconvolta e annebbiata e dissi di non volere, senza sapere perché.
Io sempre più convinta che per il Signore Dio non dovevo più diventare mamma, era diventata la mia unica giustificazione.
Ma arriviamo all'anno più brutto della mia vita, si perché se fino adesso il mio cuore si era spezzato arriva l'anno dove il mio cuore si spegne.
Io e mio marito decidiamo di avere un figlio abbiamo pensato che dopo tutto il dolore che abbiamo avuto una gioia la meritavamo.
Quinta gravidanza
Mi portano in camera e viene il primario del nido che mi dice che il mio bambino ha un po' di anemia, (non me lo portano in stanza) ma che sta bene mangia e piange. Io mi tranquillizzo ma voglio andare a vedere il mio bambino.
Chiamo il nido per sapere del mio piccolo mi passano l'infermiera che si stava occupando di lui e con tono molto dolce e amorevole mi dice che piange sempre e mangia. Io mi faccio una risata. Nel frattempo io cerco sempre di rialzarmi ma con scarsi risultati.
Ore 23.59 squilla il mio telefono, era il nido. Mi dice - signora lei è sola in stanza? Non c'è nessuno che fa la notte con lei? - io rispondo di no perché non è ho bisogno, mi staccano dicendomi - va bene.
Dopo quella telefonata non so cosa mi passa per la testa ma chiamo subito mio marito e gli dico di venire subito perché c'è qualcosa che non va.
Metto i piedi a terra e mi alzo di botto. Nel farlo, strappo i punti finali del cesareo da entrambi i lati, ma non accuso il dolore, so solo che devo correre nel nido. Nel frattempo che prendo per una mano il catetere e nell'altra il lavaggio arrivano due infermiere con la sedia a rotelle. Mi fanno sedere e ci avviamo per il corridoio.
Io sola in quel corridoio lungo e freddo sento solo le mie urla che rimbombano, dopo 5 minuti si aggiungono anche quelle di mio marito che aveva capito dalle mie urla strazianti che il nostro piccolo nn c'era più. Rimango nel nido con il mio bambino tra le braccia, lo vesto, gli metto la tutina bella e lo stringo a me.
Mi viene chiesto di fare l'autopsia, rispondo di no anche se in quel momento dico sempre di no, sto male, nn capisco niente sono morta con lui.
Faccio il funerale, torno a casa la mia vita è distrutta, mia figlia che sa tutto perché ha 7 anni non parla nn mi chiede nulla piange e mi asciuga le lacrime. Io che cerco di andare avanti ma è difficile. Notti insonnia e depressione che ormai vivevano con me.
Dopo 5 anni di buio, la luce