Nel 2010 feci i primi controlli perché era sparito il ciclo. Speravo che la causa fosse lo stress per la separazione fisica dal mio compagno, vivevamo lontani, lui dall'altra parte del mondo. Ma purtroppo risultò che le possibilità che avevo di rimanere incinta erano quasi nulle.
Uscita dallo studio dello specialista di fertilità, mi sentivo quasi come se fossi morta. Non avevo alcuna speranza di poter aver figli. Lontana dal mio uomo e con questo destino.
Feci diverse cure di farmaci. In seguito il ciclo tornò. Ma il risultato del test sulla riserva ovarica era sempre lo stesso. "Una volta finita la propria riserva, una donna non ha altra possibilità che la fecondazione in vitro".
Così mi disse la dottoressa del centro fertilità nel novembre 2013. E io che desideravo così tanto un bambino dall'uomo che amavo e che viveva dall'altro capo del mondo?
Dato che vivevamo lontani, non potevo fare la fecondazione in vitro. Inoltre, nel suo paese non la facevano. Io ero a pezzi. I primi giorni di dicembre 2013 partii. Arrivai al paese del mio compagno per trascorrere due mesi e mezzo insieme.
I primi giorni di gennaio cominciai ad avere un forte dolore alla pancia, che durò due o tre giorni.
Per sicurezza comprai un test, poi un altro e un altro ancora. Tre su tre positivi. Ero emozionata, felice, spaventata e scelsi il giorno del suo compleanno per dare al mio compagno la notizia. Il primo ottobre 2014 è nata la nostra Victoria.
Io ero in cura da quasi quattro anni e sotto stretta osservazione di diversi specialisti. Ma l'amore ha vinto su tutto. Le statistiche, le probabilità, la scienza e la paura. Ogni tanto la guardo incredula. E' il mio miracolo.
di mamma Isabella
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