Mi chiamo Antonella, ho 32 anni e sono sposata con Simone di 37. Vorrei raccontare la mia storia per dare forza e speranza a tutte le coppie che lottano per avere un figlio... con la speranza che presto possano coronare il loro sogno.
Conosciuti 16 anni fa, nel luglio del 2001, è stato "AMORE" a prima vista seppur sempre in lotta ed ostacolato da molti. Ad agosto 2013 ci siamo sposati e la famiglia è sempre stata un obiettivo importante, un sogno da realizzare... infatti i tentativi per avere un figlio iniziano quasi un anno dopo.
All'inizio si prova, si cerca di non pensarci e si aspetta, ma i mesi passano e i cicli arrivano puntuali, portando tanta tristezza. Comincio ad insistere con il medico di base per effettuare qualche controllo, ma lui era tranquillo, diceva che per la ricerca medica per il primo figlio si aggira tra i 18 e i 24 mesi. Ma dopo più di un anno la situazione era davvero pesante e su mia insistenza il medico prescrive un primo controllo a mio marito: uno spermiogramma che si rivelò molto negativo con 0 forme normali. Il primo passo fu di andare da un andrologo che lo visitò. Disse che era un problema dato dal varicocele al sinistro e gli diede una terapia di integratori, assicurandoci "una gravidanza naturale". In effetti, dopo 3 mesi,lo spermiogramma era notevolmente migliorato, rientrando nella norma. Quindi l'umore , la felicità e la speranza aumentò e la caccia alla cicogna riprese.
Ma i mesi passavano e la cicogna non arrivava... ed inizia per noi IL CALVARIO! L'amara privazione e l'impotenza a generare portava in me: pianti, frustrazione, dolore, rabbia, urla... e crisi matrimoniale. Al punto che credevo che fosse arrivata la fine del mio matrimonio. Incolpavo mio marito... e lui non era pronto per questa battaglia che la sorte aveva scelto per noi.
.. e intorno a lui familiari "remavano contro" e anziché aiutarci buttavano fango su di me che ero "pazza, fissata ed esaurita" per questo il bambino non arrivava. Dolore, pianti, disperazione... MA NON MOLLO.
Mi rivolgo al consultorio e cerco sostegno psicologico, perché momentaneamente mio marito aveva lasciato la mia mano e la sua attenzione era focalizzata altrove anziché a lottare per avere un figlio. La psicologica mi consiglia di dargli tempo per assimilare il suo dolore... (e infatti aveva ragione!) Dopo qualche mese, mio marito decide di lottare e continuare il nostro percorso... e finalmente ritorna il sereno e la felicità (seppur il dolore per questa amara privazione accompagna le nostre giornate). Sentiamo ulteriori specialisti... cominciarono ulteriori analisi anche su di me, ma niente sembrava giustificare un'infertilità. Ecografie, isterosalpingografia, altri spermiogramma, listone di esami del sangue, mutazioni genetiche, fattori di coagulazione... ma nulla di determinante ed ad ogni incontro la solita solfa: "Siete giovani, arriverà!!"
Stanca di false illusioni, incomincio ad indagare e mi iscrivo in diversi gruppi che mi cambiano la vita. Incontro persone meravigliose che presto diventano amiche e scopro di non essere sola e non essere pazza a farmi tante domande su quello che mi sta succedendo. Stanca di aspettare, e vedendo la mia stabilità mentale non considerata, prenoto la nostra prima visita presso un centro di Sterilità. Purtroppo dalla prima visita al percorso di pma c'è una lunga attesa di più di un anno, ma decido di proseguire. Arriva il 31/11/17 e con tutti i referti in mano torniamo per la seconda visita e dagli esami come sempre nulla di determinante: un'infertilità inspiegabile e la triste scoperta che mio marito è "portatore sano di Fibrosi Cistica". Quindi ulteriori pianti, ma un dolore "lievemente sollevato perché grazie alla mia pressione e testardaggine avevo già in mano anche il mio esito di 1° livello di F.C.
quindi già la probabilità di un figlio malato, era passata da 1 su 4 ad 1 su 400. In più sul consiglio della genista avevo prenotato il 2°3°livello.... e per fortuna, a dicembre, dal referto scopro che in me non c'è alcuna mutazione rara e quindi la possibilità di un bambino malato arrivano 1 su 2000). Quindi con tutte le analisi in mano fu deciso il mio protocollo terapeutico cioè una Fivet con una stimolazione molto bassa poiché molto magra e in rischio iperstimolo che ha fatto maturare solo 4 follicoli buoni. Al Pick up del 18/01/17 vengono prelevati e solo 3 riescono a fecondarsi... e tre giorni dopo il 21/01/17 mi trasferiscono 2 embrioni e uno lo congelano. Dopo 7/8 giorni dal transfer avevo tutti i sintomi da ciclo... quindi ero sicura che fosse andata male: invece il mio bambino si è riuscito ad aggrappare e il 02/02/17 un numero a tre cifre su un di carta bianca segnò la sua presenza... e da quel giorno SONO TORNATA A VIVERE. Oggi sono alla 25 settimana e non vedo l'ora che arrivi ottobre.
di Antonella
(storia arrivata come email a redazione@nostrofiglio.it)
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