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Perdite alla seconda settimana di gravidanza: "credevo di abortire, ma mio figlio è sempre rimasto con me"

di mammenellarete - 30.10.2014 - Scrivici

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Ecco la storia della mia gravidanza. Dopo un aborto spontaneo, ebbi una seconda gravidanza, ma ero terrorizzata dall'idea di perdere di nuovo il mio bimbo. Fortunatamente andò tutto bene. Ora mio figlio è tutta la mia vita.

Ciao, mi chiamo Giulia e il mio piccolo campione oggi ha 15 mesi. Quando era ancora piccolo piccolo dentro di me ho avuto tanta paura di non poterlo mai abbracciare. Ma... tutto è bene, quel che finisce bene!

 

Tutto ebbe inizio quasi due anni fa. Era il 25 novembre del 2012. Avevo un ritardo di qualche giorno, dunque decisi di fare il test. Non so come mai, ma credo che certe cose una donna se le senta. Io sentivo di essere incinta, con tutta me stessa. E avevo ragione. Quella linea sottile ma decisa non dava spazio a interpretazioni. ERO INCINTA.

 

Ero felicissima, ma allo stesso tempo ero molto spaventata. Da poco avevo avuto un aborto spontaneo e la paura che questa tragedia accadesse di nuovo era enorme. Ogni volta che andavo in bagno era un incubo, non me la sentivo di rivivere la stessa esperienza. Avevo il terrore di quello che avrei potuto vedere.

 

Il mio peggiore incubo, diventò, ahimè, realtà. Dopo solo due settimane, quello che il mio cuore sperava tanto non accadesse, accadde. Ebbi una vera e propria emorragia. Delle perdite rosso sangue che mai dimenticherò.

 

Che shock! Appena vidi il sangue, iniziai a piangere e ad urlare. Non era possibile. Perché a me? Ancora a me? Non avevo già sofferto abbastanza? Doveva per forza capitarmi di nuovo?

 

Un turbine di emozioni e pensieri mi balenarono per la mente. Ero scoraggiata e arrabbiata con il mondo. Non volevo neppure andare al pronto soccorso.

 

Per fortuna mio marito prese in mano la situazione e su consiglio della ginecologa, mi portò.

 

Arrivammo in ospedale e mi visitarono: il cuore mi batteva forte forte in gola. Una speranza, anche se flebile, c'era ancora in me...

 

Dovetti aspettare per due ore. Due ore lunghissime. Due ore interminabili. Ma... ne valse la pena! Con mia grande sorpresa, mi dissero che il cuoricino del piccolo batteva regolarmente.

Era ancora lì con me! Non mi aveva lasciato!

 

Non ci credevo! Iniziai a piangere di gioia... e mio marito pianse con me. Lacrime di gioia e liberazione. Lacrime di speranza e amore. Lacrime incredule di poter sperare che sarei diventata mamma!

 

Avevo avuto solo un distacco. Mi dissero di stare a riposo e di non preoccuparmi.

 

Facile a dirsi! "Non preoccuparti". Dopo quello che avevo passato? Vi dirò la verità: finché non sentii il mio bimbo muoversi nella pancia, non fui mai del tutto tranquilla. Quante volte andai in ospedale solo perché avevo paura. Quanti falsi allarmi. Quante corse. Quanti pensieri e preoccupazioni per la testa. Ma per fortuna, erano davvero tutti falsi allarmi.

 

Ma il mio piccolino era sempre lì, tranquillo e sereno. Aveva scelto me. Aveva scelto di stare con me e non lasciarmi più! Era il mio bambino. E io ero la sua mamma.

 

Alla trentottesima settimana si ruppe il sacco. Io e mio marito andammo in ospedale, nel reparto maternità. E poco dopo iniziarono le contrazioni.

 

Avevo scelto di partorire in acqua, ma il travaglio fu troppo lungo e io ero stanchissima: dopo due ore dovetti uscire dalla vasca.

 

Finalmente alle 16:30 del 26 luglio 2013, dopo 12 ore di travaglio e dopo essersi fatto tanto desiderare e aspettare, diedi alla luce il mio piccolo campione di 3 kg e 460 grammi.

 

Adesso il mio bambino ha 15 mesi ed è tutta la mia vita.

 

di mammma Giulia

 

(storia arrivata come messaggio privato sulla pagina Facebook editata da Sara De Giorgi)

 

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