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Parto cesareo dopo tre aborti spontanei. Finalmente ho provato la gioia di essere madre

di mammenellarete - 05.04.2018 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Dopo tre aborti spontanei, ero distrutta. I dottori che incontravo non mi davano sostegno né aiuto. Finalmente trovai però una ginecologa bravissima disposta a seguirmi con attenzione e a dicembre del 2016 nacque la mia bellissima figlia Marysol. So che i miei tre angioletti ci proteggeranno sempre. Non li dimenticherò mai e saranno sempre parte della mia vita. Sempre. Se posso, vorrei davvero dire a tutte voi, future mamme che state vivendo un momento triste, di non abbattervi mai.

Spero tanto che la mia storia possa essere di conforto ad altre future mamme. Tutto iniziò cinque anni fa. Io e mio marito iniziammo a cercare un bimbo. Sicuri che ci sarebbe servito del tempo, la prendemmo molto scherzosamente e alla leggera, senza troppa pressione. Ma rimasi subito incinta!

Eravamo increduli e felicissimi allo stesso tempo. Eravamo pieni di gioia e paura per tutto quello che ci attendeva, ma non vedevamo l'ora di iniziare l'avventura! Eravamo in vacanza ed era estate.

Dopo le ferie, tornai al lavoro raggiante, sapendo che dentro di me stava crescendo mio figlio. Da subito però iniziai ad avere dolori un po' strani per essere chiamati "normali", ma, essendo un periodo di grande tensione al lavoro, cercai di tenere duro. Però sentivo che qualcosa non andava. Me lo sentivo.

Ad un controllo ecografico di routine scoprii che il suo cuoricino non batteva più. Era lì, lo vedevo, ma era morto... Ero alla 10a settimana e dovetti fare il raschiamento. Mi crollò il mondo addosso. La mia più grande paura è sempre stata quella di non poter avere figli... e iniziai a colpevolizzarmi.

Dicevo che era colpa mia, che non ero stata molto attenta, che avrei dovuto prendermi più cura di lui/lei. Trascorsi mesi davvero bui. La ginecologa mi disse che poteva succedere e mi suggerì di riprovare appena fossi stata di nuovo pronta. Chi non ci passa, non può capire quello che si prova. Quelli che dicono "Ma sì, dai, riprova, è andata così" li prenderei a botte.

Ricordo ancora lo strazio, il dolore e le lacrime dopo l'uscita dalla sala operatoria. Non c'era più il mio bambino. Mi sentivo vuota. Non avevo più voglia di vivere le mie giornate. Ma la vita andava avanti e mi feci forza in qualche modo. Ci riprovammo, ma sembrava che non restassi più incinta.

Ogni mese ero in ansia. Facevo mille test di gravidanza, ma niente.

Finché un giorno... test positivo! Ero felicissima, ma avevo anche moltissima paura... e dopo qualche mese ebbi un altro aborto spontaneo. Lo ricorderò sempre. Mi svegliai nel cuore della notte con un dolore fortissimo alla pancia. Ecco, lui/lei non c'era più e io mi sentivo morire dentro un'altra volta. La mia ginecologa dell'epoca mi disse che ero giovane e che potevo semplicemente riprovare.

Ma io sapevo che non potevo farcela a continuare a provare alla cieca, con la possibilità di perdere ancora mio figlio. Così cambiai ginecologa e feci un paio di esami in più (in realtà niente di particolare), ma scoprii che ero carente di progesterone. Ecco spiegati i dolori che avevo fin dall'inizio. Il mio corpo non riusciva a sostenere la gravidanza e quindi finiva sempre male.

Così iniziai una cura a base di progesterone e più avanti nel tempo riprovammo. Rimasi incinta di nuovo. Ero molto fiduciosa questa volta, anche se avevo molta paura.... e facevo bene ad averla, perché anche questa volta finì male quasi subito. Terzo aborto. Si aprì per me un periodo davvero brutto. Ero depressa, chiusa in me stessa. Piangevo sempre. Non dormivo.

Avevo paura di avere rapporti perché temevo un'altra gravidanza. Non ricevetti molto sostegno e comprensione. Non mi sentivo capita. Ed è bruttissimo. Si dovrebbe creare qualche gruppo di sostegno per questi eventi. Poterne parlare e sfogarmi sarebbe servito molto. Dopo un bel po' tornai dalla ginecologa per chiedere spiegazioni ed affrontare il problema una volta per tutte, ma ricevetti sempre la stessa risposta.

Iniziai ad arrabbiarmi e cambiai ginecologa di nuovo. Sembrava una persona facoltosa e specializzata. Iniziai a fare esami un po' più specifici ed emerse anche una mutazione genetica MThfr in omozigosi.

Una cosa collegata a problemi di 'trombosi' e possibile causa degli aborti. Dopo varie visite si decise che in caso di gravidanza avrei dovuto iniziare a fare iniezioni di eparina.

Ma la ginecologa era stata molto vaga e non mi aveva convinto del tutto. Non mi sentivo considerata. Mi sentivo una semplice paziente, un numero. E questa volta, se ci avessi riprovato, avrei dovuto avere qualche certezza in più (anche se le certezze non si hanno mai!). Così mi informai su centri specializzati in gravidanze 'particolari', ma non trovai nulla che mi convincesse... poi, dopo mesi, quando meno ce lo aspettavamo, scoprii di essere di nuovo incinta.

Chiamai subito la mia ginecologa che, senza visitarmi, mi disse solo di prendere una dose bassa di progesterone e di attendere almeno la settima settimana di gravidanza. Avevo una rabbia che non potete immaginare. Improvvisamente mia madre (che non sapeva ancora che ero incinta), dal nulla, mi diede il numero di una ginecologa amica di una sua vecchia amica che aveva casualmente rivisto da poco.

Diceva che era molto brava e specializzata in casi simili al mio. La chiamai e volle subito visitarmi..... fu il mio angelo! Mi seguì da subito con molta attenzione, mi fece fare una cura adeguata alla gravidanza, mi mise a riposo e mi visitò quasi ogni settimana per i primi mesi. Ricordo di aver vissuto ogni giorno con ansia. Ad ogni doloretto correvo in bagno per vedere se avevo perdite di sangue. Fu un incubo.

Io ho la fobia degli aghi e quel santo di mio marito ogni sera mi faceva le iniezioni di eparina sulla pancia (mezz'ora per una puntura di 30 secondi). La gravidanza andava avanti e si iniziava a parlare di parto. Al corso per future mamme nessuna aveva e stava passando ciò che avevo io.

Mi sentivo sempre in ansia.

Alla fine si decise per un cesareo programmato per evitare possibili complicazioni. Non potevo credere di essere finalmente arrivata alla fine di questa gravidanza. Non mi sembrava vero.

La mattina del 30 Dicembre 2016 entrai in ospedale e alle 09:07 avevo mia figlia tra le braccia. La mia gioia più grande. La mia immensa vita. Il dono più grande che mai potessi ricevere. La mia Marysol! Ora stiamo pensando ad un secondo figlio, sapendo che potrebbero esserci ancora altri aborti. Ma rifarei tutto di nuovo pur di riprovare la gioia di essere di nuovo mamma.

So che i miei tre angioletti ci proteggeranno sempre. Non li dimenticherò mai e saranno sempre parte della mia vita. Sempre. Se posso, vorrei davvero dire a tutte voi, future mamme, che state vivendo un momento triste, NON ABBATTETEVI MAI. Continuate a lottare. Sempre. E cercate aiuto e conforto. Un abbraccio virtuale a tutte le future mamme.

di Chiara

(storia arrivata sulla pagina Facebook)

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