Mamma alla "veneranda" età di 46 anni
Sono una mamma di 48 anni, che ha realizzato il sogno più bello: DIVENTARE MAMMA "alla veneranda età" di 46 ANNI.
Mi sono sposata a 39 anni, abbiamo cercato la gravidanza da subito, data la mia età (io e mio marito), ma nulla. Ogni mese puntualmente c'era l'appuntamento "con il rosso", nonostante i vari calcoli riguardante i giorni di fertilità. A 40 anni abbiamo deciso di "mobilitarci" trovando sulla nostra strada ginecologici (ne ho contattati diversi), che invece di "aprirci gli occhi, ce li hanno fatti chiudere". Fino a quando a 41 anni un ginecologo, senza nemmeno visitarmi, mi ha messo difronte alla "dura realtà", che quasi SICURAMENTE la mia mancata gravidanza era da attribuire al mio orologio biologico (come per ogni donna), che esula dall'avere ancora il ciclo, quindi ci ha indirizzati da un suo collega esperto in PMA, procreazione medicalmente assistita. Abbiamo fatto tutte le indagini del caso (numerose e costose) che hanno confermato il sospetto del ginecologo (ringraziando Dio, eravamo sani, ma io per Madre natura "ero vecchia".
E' stato un iter lungo
L'iter è stato lungo (vi risparmio i particolari, altrimenti mi ritroverei a scrivere un'enciclopedia). Ho fatto 3 tentativi di PMA (41/43/44/ 46 anni).
I primi 3 tentativi = 3 fallimenti (secondo gli psicologi paragonabili al lutto di un figlio) e li ho fatti in una struttura. Per l'ultimo ho autorizzato il trasferimento degli embrioni presso un'altra struttura e finalmente ho potuto avere la mia piccolina, frutto di immani sacrifici fisici, psicologici ed economici. La mia gravidanza "è stata peggio di una malattia" (gravidanza a rischio, cerchiaggio, emorragia, rottura delle acque alla 33^settimana, cesareo d'urgenza, perché la piccolina è andata in bradicardia e dulcis in fundo la ferita del cesareo è andata in necrosi). Il tutto si è verificato nel 2021, quando eravamo ancora in lockdown ed ero sola in ospedale, ho trascorso in totale 44 gg, cambiando stanze, ma non reparto.
Il personale non mi chiamava più per cognome, ma per nome. Ero diventata una di famiglia.
Il mio corpo è cambiato, premetto CHE ERO E SONO AGOFOBICA, durante la gravidanza," la mia pancia una cartina geografica, i miei glutei avevano dei solchi, le mie braccia erano tatuate". Ho fatto oltre 500 buchi tra iniezioni varie per la preparazione fino al giorno prima di partorire, flebo, prelievi di sangue.
Qualcuno mi ha chiesto:" Adesso, che stringi tra le tue braccia la tua bambina, rifaresti tutto?". Sicuramente sì.
Ho scoperto e SOPRATTUTTO constatato "sulla mia pelle", che è proprio vero (non è una frase fatta), che NOI DONNE SIAMO FORTI, ne siamo consapevoli SOLO QUANDO dobbiamo affrontare PROVE IMMANI E CI MERAVIGLIAMO del nostro essere guerriere.
Ho voluto condividere la mia esperienza con voi, "non per spaventarvi" (è ovvio che questa è stata la mia esperienza, guai chi me la tocca, "ho l'esclusiva"), ma per spronare chi come me si trova difronte ad un bivio (anche io inizialmente ero combattuta per vari motivi).
Perché, alla famosa domanda, "oggi" risponderei: "SÌ, RIFAREI TUTTO".
Di mamma Antonella