Quattro anni fa io e il mio attuale marito ci sposammo. All'inizio volevamo goderci il matrimonio senza la fretta di avere un bambino e per un anno non provammo ad avere figli. Passato poi l'anno... in me iniziò a crescere il desiderio di diventare mamma.
Così iniziammo a provare ad avere un bambino, ma i mesi passavano e non arrivava. Io non riuscivo a capire il perché, visto che in passato ero rimasta incinta di un mio ex, ma poi avevo perso il piccolo.
Sapevo che comunque potevo avere figli. Fatto sta che i mesi trascorsero e con mio marito decidemmo di sottoporci a controlli vari. Anche se io li avevo già fatti prima di sposarci e tutto era ok. Mio marito invece era titubante a farsi controllare, lui da piccolo aveva sofferto di "talassemia" e si era sottoposto a un trapianto di midollo.
Lo convinsi a fare i dovuti controlli e il 19 luglio del 2013 scoprimmo che soffriva di "azoospermia", ossia della totale assenza di spermatozoi dovuta proprio al trapianto. Il mondo ci crollò addosso, io ero arrabbiata perché né i suoi genitori né lui mi avevano mai spiegato che aveva avuto una forte forma di "microcitemia".
Scoprii tutto facendomi arrivare le cartelle cliniche dall'ospedale in cui lui fu operato anni fa. E quando appresi che i genitori avevano firmato il consenso al trattamento farmaceutico che avrebbe provocato la sterilità io rimasi malissimo. Non perché avevano firmato, ma perché mi avevamo tenuto all'oscuro di tutto sapendo che il figlio non poteva procreare.
Non so se fu l'ignoranza a farli tacere. Fatto sta che io e mio marito, anche lui inconsapevole della sua sterilità, ci sentimmo morti dentro. Versammo un mare di lacrime entrambi. Il nostro sogno era quello di avere un bambino e si era infranto.
Attutito un po' il colpo iniziammo a valutare diverse soluzioni. Prima l'adozione, ma i tempi burocratici e i molti soldi necessari non erano alla nostra portata.
Così lui mi propose l'inseminazione eterologa.
Io ero scioccata perché mai avrei pensato che in vita mia mi sarei trovata davanti ad una situazione del genere. Non ho mai avuto una vita serena: i miei separati e mia mamma ammalata. Ma questa cosa mi sembrava davvero più grande di me!
Però iniziai a documentarmi su internet e a chiedere consigli al mio ginecologo, che ci consigliò di trovare qualche clinica in Spagna. Feci così: trovai la clinica. Ci fissarono un appuntamento per l'8 settembre del 2013, così mi sarei potuta sottoporre ai dovuti controlli.
La clinica era pulitissima e il personale altamente qualificato. Mi fecero la visita e tutto era okay. Dovevo aspettare il ciclo per poter iniziare il trattamento per l'inseminazione: nel frattempo mi dovetti sottoporre ad una serie di analisi per capire se tutto poteva andare bene.
L'attesa per ogni esito era un'ansia continua, avevo paura che qualcosa potesse andare male! Ma non fu così. Il 9 ottobre iniziai la cura di ormoni e il 16 il mio corpo era pronto per l'inseminazione artificiale del seme di un donatore anonimo che aveva i tratti di mio marito.
Allora partimmo di nascosto per Barcellona alle 15.00 del 16 ottobre, mi fecero l'inseminazione e dopo due settimane scoprimmo di aspettare un bambino.
Ora mia figlia ha un anno e all'eterologa non pensiamo più. I nonni non sanno nulla, mio marito ha voluto far credere loro che è sua figlia biologica, abbiamo detto loro che ci siamo riusciti sottoponendoci a delle cure.
È stato meglio così, data la loro ignoranza... Se sapessero che non è la loro nipote biologica non so come si comporterebbero nei suoi confronti! Io ora sono finalmente mamma e non vedo l'ora di dare un fratellino o una sorellina a mia figlia! La Spagna mi aspetta di nuovo! Grazie
di mamma anonima
Leggi anche:
Lettera a un bambino che è nato
Storie correlate:
Procreazione assistita: amore o egoismo?
Mi presento, io incinta con la pma
Infertilità sine causa
Articoli correlati dal magazine:
Dichiarazione d’incostituzionalità del divieto di ricorrere all’eterologa
Scambio degli embrioni, confermato l’embrione
Aggiornato il 27.12.2017