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Ho perso le mie gemelle a 21 settimane

di mammenellarete - 07.07.2016 - Scrivici

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Fonte: PIxabay
Non riuscivamo ad avere un bimbo. Dopo tante difficoltà, ci rivolgemmo a un centro dove praticavano la Fivet. Rimasi incinta di due gemelle, ma non riuscirono a sopravvivere alla nascita. Fu una tragedia terribile. Poi di nuovo Fivet e nacque Riccardo. Un bimbo bellissimo. Ora sono di nuovo incinta. 

Quando incontri la persona giusta, quando incontri il grande amore, la prima cosa a cui pensi (almeno per me è stato cosi) è a quando i tuoi figli avranno il suo sorriso e i suoi occhi.

 

Io e mio marito ci conoscemmo, ci innamorammo come pazzi e nel giro di un anno ci sposammo. Lui mi aveva detto di avere problemi di varicocele, ma io pensavo che tutto sarebbe andato bene, tanto che avevamo già deciso i nomi dei nostri figli.

 

E invece dopo il matrimonio, nel 2008 (io avevo 24 anni lui 28), dopo esserci messi un po' a posto con il lavoro, abbiamo iniziato a provarci. Niente.

 

Dopo gli esami la mia ginecologa mi disse subito di rivolgerci a un centro di fecondazione assistita. All'inizio fu difficile convincere lui che mi diceva sempre "io sto benissimo anche solo con te".

 

Ma io sapevo di essere nata per essere madre. E così nel 2010 iniziammo il nostro lungo e doloroso percorso. Gli esami e poi i primi trattamenti a 500 km da casa. Tantissimi embrioni prodotti, bellissimi, ma il risultato esamina sempre negativo.

 

Io ero distrutta e pensavo solo a quello, mentre cognata, amiche e colleghe diventavano mamme. Così ci rivolgemmo ad un centro privato. Solo due embrioni prodotti, ma si attaccarono entrambi. Il sogno iniziò.

 

Erano due gemelline e tutti i test andavano bene. Dopo i tre mesi iniziammo a sperare, sognare e comprare cameretta e vestitini. Era tutto perfetto. Poi a 20 settimane una domenica mattina rientrando dalla passeggiata con il nostro cane vidi sangue sulle mutandine.

 

Corsi al pronto soccorso, ci rimandarono a casa dicendomi che le bimbe stavano bene e così altre due volte, fino a quando a mezzanotte le gocce divennero emorragia e mi dovettero ricoverare d'urgenza per azzeramento del collo dell'utero.

 

Rimasi in ospedale una settimana in travaglio. Mi davano di tutto per cercare di bloccare il parto, ma l'epoca era troppo precoce.

A 21 più 3, il 3 dicembre 2012, partorii le mie bimbe che nacquero vive e mi morirono sul petto.

 

È una tragedia che nessuno può e deve vivere. La nostra vita era finita. In casa la loro cameretta era già pronta e colorata. Io e mio marito ci stringemmo e ci amammo di più. Eravamo solo io e lui.

 

Un mese dopo, il il 23 gennaio 2013 eravamo a Barcellona per una nuova Fivet. Costosa, difficile. Venne fuori un solo embrione sano, che oggi si chiama Riccardo ed è più di tutto per noi. La gravidanza e il parto furono perfetti. Lui è perfetto.

 

Riccardo è nato il 23 gennaio 2014. Perfetto. Tanto che un anno fa con tanto coraggio decidemmo di rimetterci in pista per un fratellino. Primo tentativo negativo. Tornammo al centro privato, dove avevamo avuto le gemelle e lì, ad aprile, arrivò il positivo. Un sogno.

 

Poi a sei mesi una minaccia d'aborto e ancora tanta pausa, oltre al dolore di dover stare in ospedale una settimana lontano dal mio bimbo. Ma ne siamo usciti e ora sono a 14 settimane e ho appena fatto il cerchiaggio preventivo per collo dell'utero e il nostro amore più piccolo cresce bene.

 

Molti pensano che io sia pazza, ma io so che lo sarei stata se avessi rinunciato al mio desiderio di maternità, perché mai come ora mi sento felice felice realizzata.

 

di Aurora

 

(storia arrivata alla email redazione@nostrofiglio.it)

 

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