Rimasi incinta ai primi di gennaio; dopo una settimana ebbi un aborto spontaneo. Ci rimasi molto male, ma sapevo che poteva succedere.
Poi ad aprile rimasi nuovamente incinta. Ero felice, il cuore mi batteva forte.
Ma arrivati quasi alla fine di maggio, iniziai ad avere dei doloretti, gli stessi che avevo avuto per il primo aborto. Mi recai al pronto soccorso per cinque giorni di seguito, oltre i dolori avevo anche delle perdite marroni, ma mi dicevano che era tutto a posto.
Il 3 giugno quei dolori divennero forti e intensi. Allora al p.s. la ginecologa di turno mi diede una brutta notizia: il cuoricino del piccolo batteva piano, troppo piano. Ho solo visto il suo cuore battere, ma non l'ho mai sentito.
Mi prescrissero degli esami più specifici.
Così ho fatto, e mi hanno scoperto una malattia autoimmune che si chiama sindrome antifosfolipidica.
Fu una doccia fredda perché ero ignara di tutto questo.
Questa malattia può comportare ictus, infarto, trombosi venosa e arteriosa, ischemia polmonare e celebrale, prolassi renale... e così iniziai una cura farmacologica con l'aspirinetta. Però mi venne detto che il mio organismo aveva preso una grande scossa, quindi non si sapeva se sarei riuscita a rimanere incinta e, se anche fossi riuscita, il feto poteva morire in qualsiasi momento.
Ero tanto demoralizzata e a mio marito chiedevo continuamente "scusa".
Ero arrivata al punto che ormai non gli dicevo più quando mi arrivavano le mestruazioni.
Mi sentivo male perché pensavo "perché mi sta succedendo tutto questo?"
e vedevo la delusione negli occhi di mio marito. Lui mi diceva sempre "stai tranquilla che tutto andrà bene"; mi stava tanto vicino, ma io sapevo che in realtà era deluso...
Dopo un anno chiamai la mia ostetrica, con cui mi tenevo regolarmente in contatto, e le chiesi se ci fossero degli integratori che avrebbero potuto aiutarmi a rimanere incinta.
Ero distrutta e lei mi disse che bisognava vedere, dato che assumevo l'aspirinetta. Ma dopo mezz'ora mi ritelefona dicendomi che la dottoressa mi vuole visitare anche subito.
Così andai e mi diede degli integratori oltre all'acido folico che già prendevo.
Ma io ormai non ci speravo più.
Un paio di mesi dopo, una notte, sognai padre Pio, io sono molto credente e credo in lui. Feci questo sogno dove avevo un test di gravidanza in mano e lui mi accarezzava sulla spalla e sorrideva e il test era positivo.
La mattina mi sveglio e dico a mio marito: "Amore voglio andare da padre Pio, questa notte l'ho sognato, ma non ti dico il sogno"; e lui: "ok".
Una settimana e mezzo dopo, il giorno in cui mi dovevano arrivare, decido di fare il test. Lo apro e aveva il tappo del colore del sogno: viola scuro. Faccio il test: vedo due liniette. Uscii dal bagno piangendo, e mio marito mi abbracciò forte quasi non respiravo...
Mandai la foto alla mia ostetrica perchè era talmente chiara la linietta e lei mi telefonò assicurandomi che era proprio vero: ero incinta!
Iniziai a fare le stringhe di progesterone per 15 giorni, poi dovevo iniziare a fare il clexsane solo che si vedeva il cuore battere... e il cuoricino della mia piccola batteva già a 6 settimane e fu bellissimo sentire quel suono, quel suono che non dimenticherò mai per il resto della mia vita.
Fui seguita molto bene all'ospedale di Bolzano. Mi facevano fare un'ecografia a settimana, perchè gli dovevano controllare il suo cuoricino.
E mi dicevano che potevo entrare in gestosi già da cinque mesi e dalla 25esima settimane ho iniziato a fare i tracciati.
A 26 più 2 sono stata ricoverata per rischio di parto prematuro e la mia piccina pesava appena 570 grammi e mi dicevano che se riuscivo ad arrivare a fine gestazione la mia piccola avrebbe pesato 1,9 kg.
Poi rischiava un intervento a cuore aperto alla nascita per colpa della mia malattia. E io mi dicevo: "andrà bene". Non avevo paura perché sognavo spesso padre Pio.
La mia piccola nacque con parto indotto a 38.0 per colpa della gestosi. Non ci fu bisogno di nessun intervento al suo forte cuoricino e i medici rimasero meravigliati perché pesava 3,100 kg.
Sono felice che tutto sia andato bene..
Ecco perché dico che non dobbiamo essere cattive con una futura mamma che pubblica un test chiedendo se è positivo. Non si sa mai che problema può aver avuto.
Ad oggi non so se posso avere un altro bimbo perché la malattia è degenerativa... ma sono felice: con la mia piccola e il nostro uomo.
Questa malattia che mi attacca dall'interno non mi fa più paura.
Storia di mamma Veronica, editata dalla redazione.