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Adozioni bloccate in Congo

di Raffaella Clementi - 30.12.2013 - Scrivici

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Venticinque coppie di italiani, settimane fa, si sono recate in Congo a prendere i propri figli adottivi e sono state bloccati là. Là hanno passato il Natale, là hanno visto arrestati i propri sogni. Quelli di realizzare una famiglia proprio con quei bambini così tanto amati e desiderati. La faccenda è su tutti i giornali. Il problema, come è noto, è derivato dal fatto che la Repubblica democratica

del Congo ha deciso uno stop per tutte le adozioni internazionali per compiere accertamenti in seguito a sospetti di irregolarità nelle adozioni. Questo stop, pare sia giunto a fine Settembre, giusto in tempo per sospendere il sogno di quelle coppie che, seguite da diversi enti specializzati, pensavano fosse prossimo al coronamento. E invece, no. Sbagliavano. Perché a volte, c’è sempre peggio al peggio.

 

Testimonianze ci dicono che le famiglie e i loro figli bloccati ancora in Africa hanno passato un Natale “discreto” nonostante la stanchezza, la paura, la rabbia. Un Natale fatto di amore e di calore, quelli tipici dei genitori disposti a tutto per proteggere i propri figli. All’insegna di un’apparente normalità che non ha niente di normale. Perché non è normale che accadano queste cose sulla pelle della gente e dei bambini.

 

Non voglio entrare nel merito della questione e del perché le autorità di Kinshasa abbiano aspettato proprio il momento conclusivo per sincerarsi della bontà delle pratiche di adozione, momento finale di un iter burocratico lungo, complesso e economicamente gravoso.

 

Non voglio pensare male ipotizzando un esborso di denaro anche solo dovuto ad una prolungata permanenza. Non voglio pensare male proprio per amore di quei bimbi che meritano più rispetto di quanto i governi offrono loro. (LEGGI ANCHE: Adozione, la mia gravidanza durata due anni)

 

Dedico, invece, questo mio articolo a quelle famiglie , augurandogli che possano presto tornare in patria con i loro piccoli; a tutti coloro che hanno scelto l’adozione come strada per raggiunger i propri figli e da anni li aspettano malgrado crudeli leggi burocratiche, ne ritardino il congiungimento e a tutti quelli che, senza pensare e senza cuore sparano frasi sciocche chiedendo, con superficialità, perché molti preferiscono le tecniche di procreazione medicalmente assistita all’adozione.

 

Ognuno sceglie quello che il cuore può sopportare.

 

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