Iniziai a piangere per l'emozione. Ero incinta! Appoggiai le mani sul ventre e dissi SOTTOVOCE: "Ti amerò tantissimo!" Non vedevo l'ora di tornare a casa e di dare la splendida notizia a mio marito. Avvolsi il test in una carta da regalo e scrissi questo biglietto: "Abbiamo iniziato questo percorso di vita in due, ma da oggi ho scoperto che saremo presto in tre".
Quando mio marito lo lesse, gli diventarono gli occhi lucidi. Guardò il test e mi chiese: "È vero? Diventerò papà?" Iniziammo a piangere insieme per l'emozione e gli risposi: "Sì. ASPETTO UN PICCOLO CUCCIOLO".
Feci la prima visita dal ginecologo e sentimmo il suo cuoricino battere. Lo vedemmo sullo schermo: era di spalle. Si intravedevano la sua schiena, il suo culetto. Eravamo emozionatissimi: ormai quella vita, che si stava sviluppando nel mio grembo, diventò il nostro primo pensiero al mattino.
Io lo accarezzavo tutti i giorni dandogli il buongiorno la mattina e la buonanotte la sera. La gravidanza andò benissimo. Non ebbi vomito e null'altro. Mi sottoposi alla seconda ecografia e lui era di profilo. Vidi il suo nasino... che tenero era! Non vedevo l'ora di sapere il sesso del piccolo.
Dentro me sentivo che sarebbe stato un maschietto e iniziai anche a pensare al nome da dargli. Ero al quarto mese di gravidanza e tutti mi dicevano: "Ma lo senti?" Io rispondevo di no, argomentando che era ancora presto.
Raggiunti i quattro mesi e mezzo, il giorno 11 marzo, andai a fare la visita di controllo. Ero in sala d'aspetto e pensai: "Chissà se oggi si farà vedere... Così potrò iniziare a comprargli i primi vestitini". Arrivò il mio turno, mi sdraiai sul lettino. Iniziammo a vederlo sullo schermo e io impaziente chiesi al dottore: "Scusi, mi può dire se si vede il sesso?"
Il ginecologo mi rispose: "È un maschietto". Io ero felicissima. Ma a un tratto l'espressione del ginecologo cambiò e l'ecografia durò più del previsto. Chiesi se c'era qualche problema. Il ginecologo mi guardò e mi disse che c'era un problema serio. Io iniziai a piangere. Il dottore ci spiegò che il piccolo aveva un grave problema al cuore.Più precisamente, metà cuore non gli funzionava. Il medico ci disse che non sarebbe sopravvissuto alla nascita. Piansi a dirotto.
In seguito, il dottore mi invitò a fare un'ecografia cardio-fetale e prenotò la visita per la mattina successiva. Mi abbracciò per consolarmi e poco dopo iniziò a parlare di aborto.
Io tornai a casa distrutta. Non dormii per tutta la notte e piansi. Appoggiai le mani sul mio grembo e dissi al piccolo: "La mamma ti ama". Pregai che il ginecologo si fosse sbagliato e che il cardiologo potesse darmi buone notizie.
La mattina dopo andai dal cardiologo, ma purtroppo mi confermò la tesi del ginecologo, dicendomi: "Signora, se lei decidesse di portare avanti la gravidanza, il bambino non potrebbe nascere in Sicilia. Lei dovrebbe andare fuori. Ma nonostante ciò, anche se nascesse vivo, il piccolo dovrebbe sottoporsi subito a tre interventi difficili e non è detto che vadano bene perché la situazione è molto grave".
I dottori ci proposero l'aborto. Io piansi. Infine con mio marito decidemmo per l'aborto. Fu una decisione difficile. Ancora oggi mi chiedo sempre se ho fatto la scelta giusta. Non lo so. So solo che il mio piccolo Manuel, il nome che avevo scelto per lui, non c'è più. Piango tutti i giorni chiedendomi sempre se ho preso la decisione giusta, ma non so darmi delle risposte.
di mamma Marianna
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Aggiornato il 16.11.2017