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Ogni giorno piango e mi chiedo se ho preso la decisione giusta

di mammenellarete - 02.07.2015 - Scrivici

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Fonte: Alamy.com
Al quarto mese di gravidanza i medici mi dissero che il bambino che aspettavo aveva una malformazione molto grave al cuoricino . Di conseguenza scelsi di abortire. Ancora oggi mi chiedo sempre se ho fatto la scelta giusta. So solo che il mio piccolo non c'è più. Piango tutti i giorni chiedendomi sempre se ho preso la decisione giusta, ma non so darmi delle risposte. 

Mi sposai nel mese di agosto del 2013. A giugno del 2014 iniziai a provare ad avere un bambino. E nel mese di luglio ebbi quattro giorni di ritardo.@libero.it>

Nonostante non avessi mai avuto un ciclo regolare, decisi subito di comprare un test. Risultò negativo e dopo quattro giorni dal test arrivò il ciclo. In seguito, ad agosto ebbi quattro giorni di ritardo. Non volli fare subito il test.@libero.it>

Attesi una settimana, ma il ciclo non arrivò. Ero impaziente e pensai che forse era la volta giusta. Feci il test e risultò negativo. Anche nel mese di settembre ebbi dieci giorni di ritardo. Questa volta decisi di aspettare 14 giorni. Non volli comprare il test, avevo avuto troppe delusioni. Lo comprò la mia amica per me. Il test era negativo.@libero.it>

A ottobre il mio ciclo fu nuovamente in ritardo. Ormai ero troppo stanca e delusa. Trascorse una settimana, ma il ciclo non giunse. Passarono tre settimane: avevo 25 giorni di ritardo. Comprai l'ennesima volta il test, che risultò sempre negativo. @libero.it>

Anche a dicembre il mio ciclo fu di nuovo in ritardo: promisi a me stessa di non comprare nessun test. Trascorsero dieci giorni, ma non arrivò.@libero.it>

Una mattina mi svegliai per andare a lavoro. Sotto casa mia c'era una farmacia. Dentro me una vocina mi diceva di comprare il test. Lo acquistai. Durante il tragitto per il lavoro mi dissi: "Ho speso altri soldi inutilmente. Tanto sarà negativo."@libero.it>

Giunsi a lavoro e dopo poco andai in bagno. Feci il test e lo appoggiai sul tavolo, senza guardare il risultato. Trascorsero dieci minuti e non ebbi il coraggio di guardarlo. Dopo venti @libero.it>minuti mi feci coraggio. Mi avvicinai e lessi: "incinta due/tre settimane".

Iniziai a piangere per l'emozione. Ero incinta! Appoggiai le mani sul ventre e dissi SOTTOVOCE: "Ti amerò tantissimo!" Non vedevo l'ora di tornare a casa e di dare la splendida notizia a mio marito. Avvolsi il test in una carta da regalo e scrissi questo biglietto: "Abbiamo iniziato questo percorso di vita in due, ma da oggi ho scoperto che saremo presto in tre".

Quando mio marito lo lesse, gli diventarono gli occhi lucidi. Guardò il test e mi chiese: "È vero? Diventerò papà?" Iniziammo a piangere insieme per l'emozione e gli risposi: "Sì. ASPETTO UN PICCOLO CUCCIOLO".

Feci la prima visita dal ginecologo e sentimmo il suo cuoricino battere. Lo vedemmo sullo schermo: era di spalle. Si intravedevano la sua schiena, il suo culetto. Eravamo emozionatissimi: ormai quella vita, che si stava sviluppando nel mio grembo, diventò il nostro primo pensiero al mattino.

Io lo accarezzavo tutti i giorni dandogli il buongiorno la mattina e la buonanotte la sera. La gravidanza andò benissimo. Non ebbi vomito e null'altro. Mi sottoposi alla seconda ecografia e lui era di profilo. Vidi il suo nasino... che tenero era! Non vedevo l'ora di sapere il sesso del piccolo.

Dentro me sentivo che sarebbe stato un maschietto e iniziai anche a pensare al nome da dargli. Ero al quarto mese di gravidanza e tutti mi dicevano: "Ma lo senti?" Io rispondevo di no, argomentando che era ancora presto.

Raggiunti i quattro mesi e mezzo, il giorno 11 marzo, andai a fare la visita di controllo. Ero in sala d'aspetto e pensai: "Chissà se oggi si farà vedere... Così potrò iniziare a comprargli i primi vestitini". Arrivò il mio turno, mi sdraiai sul lettino. Iniziammo a vederlo sullo schermo e io impaziente chiesi al dottore: "Scusi, mi può dire se si vede il sesso?"

Il ginecologo mi rispose: "È un maschietto". Io ero felicissima. Ma a un tratto l'espressione del ginecologo cambiò e l'ecografia durò più del previsto. Chiesi se c'era qualche problema. Il ginecologo mi guardò e mi disse che c'era un problema serio. Io iniziai a piangere. Il dottore ci spiegò che il piccolo aveva un grave problema al cuore.

Più precisamente, metà cuore non gli funzionava. Il medico ci disse che non sarebbe sopravvissuto alla nascita. Piansi a dirotto.

In seguito, il dottore mi invitò a fare un'ecografia cardio-fetale e prenotò la visita per la mattina successiva. Mi abbracciò per consolarmi e poco dopo iniziò a parlare di aborto.

Io tornai a casa distrutta. Non dormii per tutta la notte e piansi. Appoggiai le mani sul mio grembo e dissi al piccolo: "La mamma ti ama". Pregai che il ginecologo si fosse sbagliato e che il cardiologo potesse darmi buone notizie.

La mattina dopo andai dal cardiologo, ma purtroppo mi confermò la tesi del ginecologo, dicendomi: "Signora, se lei decidesse di portare avanti la gravidanza, il bambino non potrebbe nascere in Sicilia. Lei dovrebbe andare fuori. Ma nonostante ciò, anche se nascesse vivo, il piccolo dovrebbe sottoporsi subito a tre interventi difficili e non è detto che vadano bene perché la situazione è molto grave".

I dottori ci proposero l'aborto. Io piansi. Infine con mio marito decidemmo per l'aborto. Fu una decisione difficile. Ancora oggi mi chiedo sempre se ho fatto la scelta giusta. Non lo so. So solo che il mio piccolo Manuel, il nome che avevo scelto per lui, non c'è più. Piango tutti i giorni chiedendomi sempre se ho preso la decisione giusta, ma non so darmi delle risposte.

di mamma Marianna

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Aggiornato il 16.11.2017

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