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Ho perso Emanuele alla ventunesima settimana di gravidanza

di mammenellarete - 20.01.2016 - Scrivici

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Fonte: Alamy.com
Ho dovuto affrontare un aborto spontaneo alla ventunesima settimana di gravidanza. Ho perso Emanuele, dopo aver fatto una corsa in ospedale ed essermi sentita dire con freddezza: "Signora lei lo sa a cosa va incontro?". Però dopo tanto dolore, la vita ha però ricompensato me e mio marito dandoci due splendidi figli maschi. Ora siamo felici e in quattro. Magari in in un futuro non molto lontano la nostra famiglia si allargherà! Questa volta potrebbe essere una femminuccia.

Io e mio marito ci conoscemmo otto anni fa. Dopo tre anni prendemmo la decisione che avrebbe cambiato la nostra vita: SPOSARCI! Così a settembre coronammo il nostro sogno d'amore.

Passarono due anni e decidemmo di allargare la famiglia. Dopo 2 mesi di tentativi, finalmente quel test di gravidanza POSITIVO! È inutile descrivere la gioia e la felicità che io e mio marito provammo. Certo I dubbi, le paure, le incertezze le vivemmo anche noi, ma il pensiero di quel fagiolino che cresceva dentro di me annullava tutti i pensieri negativi lasciando posto a quelli positivi.

Poi la notizia: scoprimmo che sarebbe stato un bel maschietto e dopo un brevissimo attimo di delusione (io desideravo tanto una femminuccia), amai da subito quell'esserino fino all'inverosimile!

I mesi passarono e la mia gravidanza andò avanti senza alcun problema; niente nausee, vomito e quant'altro. Solo tanta tanta felicità. Fino a quella sera. Giunse l'estate: io e mio marito eravamo seduti a tavola per cenare e mentre parlavamo di corredini, trio e pannolini da comprare per il nostro piccolino, decisi di andare in bagno ed ecco la TRAGEDIA!

Sentii un fortissimo scoppio e poi tanta tanta acqua ricoprì il pavimento. Dopo un momento iniziale di smarrimento capii: MI SI SONO ROTTE LE ACQUE! "Impossibile", pensai, "sono solo alla 21esima settimana". Ma purtroppo non mi sbagliavo!

Feci una corsa in ospedale, ma poiché la clinica dove avrei dovuto partorire non aveva il reparto neonatale mi mandarono in un altro ospedale. Qui con molta freddezza mi dissero: "Signora lei lo sa a cosa va incontro?"

Certo che lo sapevo e... purtroppo persi il mio bambino! Così il 28 giugno con un parto naturale indotto nacque il mio piccolo Emanuele, purtroppo senza vita. Chiesi di vederlo ma le ostetriche mi dissero di no, così lo portarono via.

Riuscii a intravedere solo la sua piccolissima testolina nera!

Evito di raccontare la freddezza e la poca umanità dei dottori, ma questa è un'altra storia!

Dopo il raschiamento (ho dovuto subire anche questo!) giunse il periodo più brutto. Mi mancava quell'esserino, mi mancava sentirlo muoversi dentro di me, tanto dolore e tanti tanti pianti!

Vedere bambini e donne incinta era diventata una tortura ed evitavo di uscire proprio per non doverli incontrare!

Fortunatamente ebbi vicino la mia famiglia e mio marito, grazie al quale oggi ci sono i miei due angioletti: Mattia e Gabriele. Due bellissimi bambini, la mia vita, la mia gioia. Inutile negare che sono state due gravidanze non molto serene, la paura che l'accaduto potesse ripetersi era costantemente nei miei pensieri.

Ma ora ogni volta che li guardo, che mi sorridono, il mio cuore si riempie di gioia, ora non posso fare a meno dei loro abbracci, dei loro baci, dei loro capricci e perché no anche dei loro giocattoli sparsi per casa! Il mio dolore è stato più che ripagato e ringrazio ogni giorno Dio per avermeli dati!

Certo il ricordo e il dolore di quella sera non mi abbandoneranno mai, ma so che il nostro piccolo angioletto veglia sempre su di noi! Dopo tanta sofferenza ora siamo qui felicemente in quattro e magari in in un futuro non molto lontano la nostra famiglia si allargherà! Questa volta potrebbe essere una femminuccia.

di Stefania

(storia arrivata all'email di Nostrofiglio.it, editata dalla redazione)

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Aggiornato il 27.06.2017

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