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Aborto con asportazione di una tuba. Eppure un mese dopo ero già incinta del mio miracolo

di mammenellarete - 05.07.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
La notte del 6 febbraio 2016 mi portarono in sala operatoria. Piangevo disperata e assieme all'embrione mi asportarono la tuba destra. Ero a pezzi, piangevo continuamente e, nonostante le rassicurazioni di tutti, mi convinsi che non avrei mai potuto avere un figlio. L'11 marzo 2016 tornò il primo ciclo dopo l'intervento... ma non sapevo che sarebbe stato anche l'ultimo perché il 6 dicembre 2016 è nato il mio piccolo Jacopo. La mia storia.

Nel mese di gennaio 2016 scoprii nuovamente di essere incinta, dopo un aborto spontaneo avvenuto due mesi prima. Per me fu un fulmine a ciel sereno e fu anche davvero un "brutto colpo", dato l'esito.

Spaventata per il fatto che potesse succedere di nuovo presi appuntamento dal ginecologo che, a 6 settimane, mi disse che si poteva vedere la camera nell'utero, ma che era ancora troppo presto per sentire il cuoricino battere.

Rincuorata, il giorno dopo tornai normalmente a lavorare, ma mi vennero dei dolori fortissimi alla pancia, come un pugnale che mi si conficcava nel fianco destro. I dolori erano tanto forti che mio marito fu costretto a venirmi a prendere e feci tutto il viaggio verso casa "piegata dal dolore" sul sedile posteriore.

Ma non volli andare in ospedale. "Passerà", mi dissi... In effetti il dolore passò, già il giorno successivo stavo meglio, anche se avevo un costante senso di pesantezza e di gonfiore alla pancia.

Camminavo piegata e a volte, soprattutto la sera, mi mancava l'aria e non riuscivo a respirare. Pensavo fosse tutto normale, che fossero i disagi tipici della gravidanza. Una sera notai delle piccole perdite di sangue: terrorizzata mi recai al Pronto Soccorso, dove il medico di turno mi fece un'ecografia e disse di vedere la camera in utero. Mi tranquillizzò dicendomi che non era niente.

Intanto nei giorni seguenti i disagi continuarono. Pensavo che fosse una cosa normale fino a quando le perdite di sangue divennero molto più abbondanti. Tornai in Pronto Soccorso, dove subito dopo l'ecografia mi ricoverarono d'urgenza in ospedale perché avevo un versamento di circa 300ml di sangue nella pancia.

Mi dissero che avevo avuto un altro aborto e mi crollò di nuovo il mondo addosso. Era una sera di lunedì e mi fecero stendere nel letto d'ospedale con i miei vestiti addosso e il telefono scarico.

Non potevo tornare a casa, era troppo pericoloso, mi dissero. I giorni successivi al ricovero ero totalmente smarrita, i medici non sapevano dare risposte a quello che mi era successo e continuavano a brancolare nel buio. Feci il raschiamento ed ebbi come un senso di sollievo, come se potesse aiutarmi a buttare tutto alle spalle e ricominciare di nuovo.

E invece no, le mie beta invece di azzerarsi piano piano continuarono ad aumentare, piano piano, ma aumentavano continuamente. Ancora ricordai le parole del medico di turno: "Lo dobbiamo cercare da qualche altra parte". Da lì iniziarono una serie infinita di ecografie per cercare quel piccolo embrione causa di tutto. Purtroppo tutto fu reso difficoltoso dal versamento che ancora avevo in pancia.

Finalmente una Dottoressa, S.G., vide quella macchia scura all'altezza della mia tuba destra. "Eccolo lì", esclamò, mentre io piangevo. Decisero di farmi un ciclo di iniezioni per bloccare lo sviluppo cellulare, ma la mattina stessa della prima iniezione la stessa Dottoressa disse che sarebbe stato meglio operarmi, che l'embrione si sviluppava troppo velocemente e che molto probabilmente le iniezioni non sarebbero servite a niente.

Mi portarono nuovamente in sala operatoria, stavolta d'urgenza, era la notte del 6 febbraio 2016. Piansi disperata e assieme a quell'ospite tanto indesiderato mi asportarono la tuba destra. Ero a pezzi, piangevo continuamente e, nonostante le rassicurazioni di tutti, mi convinsi che non avrei mai potuto avere un figlio. L'11 marzo 2016 tornò il primo ciclo dopo l'intervento... ma non sapevo che sarebbe stato anche l'ultimo perché il 6 dicembre 2016 è nato il mio piccolo Jacopo.

di Marta

(storia arrivata alla pagina Facebook)

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