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43 anni e scarsa riserva ovarica: oggi sono mamma!

di mammenellarete - 29.12.2020 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Era la realtà. Ero una donna di 43 anni e avevo una scarsa riserva ovarica. Ma la cosa non mi lasciò molto turbata. Finché non rimasi incinta...

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Sono una donna di 43 anni con una meravigliosa figlia di 2 anni e mezzo.

La mia storia inizia a 39 anni, quando mi innamoro di un ragazzo meraviglioso, otto anni più giovane di me. Io non avevo mai desiderato avere un figlio, non volevo un figlio sia perché non mi sentivo all'altezza, sia perché avevo paura che questo figlio si mettesse in mezzo a me e al mio grande amore…

Mio marito da subito, pur essendo più giovane di me, mi disse che se non avessimo almeno provato ad avere un figlio un giorno poi questa cosa avrebbe potuto dividerci. Quindi intorno ai 41 anni, sì perché in un modo nell'altro ero riuscita a prendere tempo, iniziamo a provare ad avere un figlio.

Cerchiamo un figlio, avevo 41 anni

Da subito fui chiara avremmo provato, ma se non ci fossimo riusciti non avrei assolutamente preso ormoni o altro. Io da sempre avevo avuto un ciclo molto irregolare, ma non ci avevo mai fatto caso, quindi anche stabilire la mia ovulazione poteva essere molto difficile.

Iniziai a usare dispositivi per la temperatura basale, a controllare, ma sempre senza tanto impegno perché in fondo io un bimbo non lo desideravo. L'unica cosa che accettai di fare era l'esame della riserva ovarica. Quest'esame diceva quello che era la realtà. Che ero una donna di 43 anni e che avevo una scarsa riserva ovarica. Ma la cosa non mi lasciò molto turbata. 

Ero rimasta incinta

Intanto, senza neanche tanto impegno, continuavamo a provarci. Finché un giorno ebbi una forte mestruazione molto abbondante e per 10 giorni ebbi dei dolori lancinanti fino a che la ginecologa non mi fece fare un test di gravidanza. Risulta che ero incinta e che avevo avuto un aborto spontaneo. Grazie a Dio avendo espulso tutto, non dovetti fare raschiamenti.

Per la prima volta provai non dolore perché in fondo scoprii di essere incinta quando ormai l'avevo perso, ma una sorta di malinconia e di tristezza.

Questa cosa rese comunque fiducioso mio marito perché era la conferma che entrambi potevamo avere figli.

Mi ero dimenticata di dire che mio marito fece uno spermiogramma perché voleva essere sicuro anche lui di poter avere figli. E anche lo spermiogramma diede esito positivo.

Da questo momento in poi, sempre senza troppo impegno, continuammo a provarci. La ginecologa mi diede comunque degli indirizzi di centri per la fecondazione assistita: una scelta comunque neanche lontanamente presa in considerazione.

Un piccolo ritardo... a 43 anni

Fino a che un giorno, tre anni fa (a 43 anni), avendo un piccolo ritardo, provai a fare un test di gravidanza. Il test diede esito positivo. Devo essere sincera, la cosa non mi rese particolarmente felice, però devo dire che a poco a poco iniziai sempre di più a sentire la presenza della mia bambina e adesso dopo due anni e mezzo posso dire che Sara, così si chiama la mia bambina, mi ha salvato la vita. Ha dato veramente un senso a tutto e, anche se al momento io mio marito come coppia siamo un po' in stand-by, ci stiamo comunque occupando l'uno dell'altro prendendoci cura della nostra bambina.

Quindi mi viene da dire che qualunque sia l'esito di esami, di visite mediche, niente ci impedisce di provare e sperare e magari anche di pregare perché niente è davvero impossibile.

Di mamma Giovanna

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