Mi dissero: "Signora deve ancora aspettare, perché i dolori devono essere più forti e i crampi devono comparire ogni due o tre minuti".
Allora dopo due giorni, nei quali non riuscivo a dormire più di 5 minuti a notte, il sesto giorno (dall'inizio dei crampi) scelsi di cambiare ospedale. Non ce la facevo proprio più. Ero esausta.
Nel nuovo ospedale i dottori decisero di tenermi fino al giorno dopo, dato che finalmente avevo "rotto il sacco". Ero stata io ad accorgermi della rottura delle acque: se fosse stato per i medici (anche quelli del nuovo ospedale), probabilmente sarei tornata a casa senza sapere che il mio parto era imminente.
Quello stesso giorno nacque mio figlio, venuto al mondo proprio nella data prevista dall'ecografia precedente: il 30 gennaio!
Prima di partorire, ho sopportato dolori fortissimi per una settimana intera. Vedere mio figlio per la prima volta mi ha fatto capire che i doni più preziosi della vita non si ricevono senza sacrifici e che per tutto, in ogni campo della vita, bisogna lottare fino alla fine. Finché non si raggiungono, con sforzo e con gioia, i propri obiettivi.
di Mayra
(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)
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