Ci sposammo nell'estate del 2012. Inizialmente decidemmo di aspettare un po' prima di mettere al mondo un figlio, ma dopo soltanto quattro mesi, la cicogna bussò alla nostra porta.
Felicissimi per la notizia, iniziammo a dirlo a tutti i nostri parenti, ma purtroppo la nostra gioia durò poco: alla sesta settimana ebbi un'aborto spontaneo.
Lo sconforto prese il sopravvento, non riuscivo a trovare una risposta a tante domande che erano nella mia testa. Non potevo fare altro che "farmene una ragione".
Fortunatamente, non avendo subito un raschiamento, decidemmo di riprovarci subito e a marzo del 2013 effettuai un nuovo test, che risultò positivo. Felicissima, portai avanti la gravidanza, con la paura però che qualcosa potesse andare storto.
Dopo l'ecografia morfologica scoprimmo che il piccolo esserino che cresceva dentro di me era un maschietto. Decidemmo di chiamarlo Andrea. I nove mesi passarono in fretta e, arrivato l'ultimo mese, iniziai a sentire l'ansia del parto.
La nascita del mio tesoruccio era prevista per i primi di dicembre, così un po' in anticipo sui tempi decisi assieme a mio marito di decorare la casa per il Natale. Quando il piccolino avrebbe bussato alla porta, avrebbe trovato un'atmosfera natalizia.
Una sera quindi ci dedicammo ad addobbare l'albero e mettemmo le decorazioni in salone. Era tutto perfetto, ed io, stremata, mi sedetti sul divano.
Dopo pochissimi secondi sentii una sensazione strana, andai in bagno e mi accorsi che avevo iniziato a perdere liquido. "Oh mio dio!" - pensai, "e adesso che faccio? Non sono ancora pronta a partorire, mancano ancora dieci giorni e ho paura. Ma ormai non c'è tempo, il mio bimbo ha deciso di arrivare in anticipo e non ha intenzione di aspettare".
Erano circa le 20 di sera. Il e il mio compagno corremmo in ospedale. Il medico che mi visitò mi disse di non preoccuparmi, perché c'era ancora tanto tempo prima della nascita.
Mi spiegò che avevo solo rotto le membrane, ma non c'era un minimo di dilatazione e quindi l'attesa sarebbe stata lunga.
Mi disse di mettermi a letto e, dopo neanche mezz'ora, iniziarono le contrazioni, prima sporadiche, poi sempre più intense e frequenti. In seguito il medico mi disse, senza mezzi termini, che per lui non c'erano problemi ad effettuare un taglio cesareo. Dovevo essere io a decidere.
Io scelsi nonostante i dolori sempre più forti, di tenere duro. Volevo un parto naturale. Alle 22.30 venne a visitarmi un'ostetrica dolcissima, che non smetterò mai di ringraziare. Mi tranquillizzò e mi disse di stringere i denti, poiché eravamo a un buon punto.
Dopo un po' infatti iniziai a sentire un forte bisogno di spingere. Mi portarono in sala parto e mio marito decise di assistere.
Iniziai a non capire più nulla, tanto era forte il dolore che provavo. Strinsi la mano di mio marito e con il cuore in gola, iniziai a spingere.
All'una e venti del 24 novembre 2013 nacque il nostro piccolo Andrea. Un fagottino di 3 kg. e 300 gr. che ci incantò subito con i suoi occhietti dolci.
Il suo arrivo ci ha cambiato totalmente la vita. Andrea è la cosa più bella che sia mai potuta accadere.
di mamma Gigliola
(storia arrivata come messaggio privato sulla pagina Facebook editata dalla redazione)
Il mio parto naturale: doloroso ma non troppo. E poi è nato Angelo.
Aborto spontaneo, da una brutta crisi alla felicità di esser mamma
Volevo con tutto il cuore un parto naturale e invece ho partorito con un cesareo
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Aggiornato il 27.11.2017