La respirazione è la tecnica più importante da apprendere.
Innanzitutto, nella primissima fase del travaglio, la respirazione deve essere abbastanza profonda: bisogna concentrarsi sulla respirazione, allargare le narici socchiudendo gli occhi e inalare aria profondamente, fino a sentirla salire. Accompagnare questo gesto appoggiando le proprie mani sotto la pancia. Sentire l’addome che si gonfia, quando si introduce aria e che si sgonfia quando si espira. Questo tipo di respirazione profonda verrà abbandonata quando le contrazioni si faranno più forti. Nel momento in cui si avverte la contrazione sopraggiungere, bisognerà fare un respiro profondo per sopportarla e poi espirare pian piano ed in modo ravvicinato, a piccoli soffi, come se si stesse togliendo della polvere dal corpo.
Anche il training autogeno e lo stretching possono essere di grande aiuto per il parto.
L’obiettivo del training autogeno è quello del relax fisico e mentale della persona. Si impara a rilassarsi cercando di pensare intensamente al calore e al peso del corpo, in modo da poter allentare la tensione muscolare. La respirazione è lenta e cadenzata. Questo processo fa riaffiorare alla mente ansie, pensieri e preoccupazioni che verranno poi discusse insieme e risolte. Il training autogeno è il metodo maggiormente utilizzato nei corsi di preparazione al parto.
Lo stretching, invece, è una tecnica basata sul rilassamento ed allungamento muscolare che serve a ritrovare l’elasticità e ad allentare la tensione fisica e mentale. Anche in questo tipo di attività è fondamentale la respirazione: non bisogna trattenere il fiato, né quando si tenta di raggiungere la posizione desiderata e nemmeno durante il mantenimento. Questi tipi di esercizi sono preparatori al parto attivo praticato in alcuni tipi di ospedale: la donna può cercare la posizione che vuole per partorire (la posizione che lei sente più comoda). Può partorire accovacciata, può sedersi, mettersi in ginocchio. Questo serve ad accelerare i tempi del travaglio perché si sfrutta la forza di gravità: l’utero si contrae ed esercita una pressione sul bambino che è costretto a scendere verso il canale del parto più rapidamente.
Lo stretching serve proprio a fare capire alla donna, quale è la posizione più comoda per lei per poter partorire; poi, stimolando l’elasticità muscolare, prepara il corpo al parto evitando la tensione che la situazione di stress può comportare.
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