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Taglio cesareo: la mia storia

di mammenellarete - 04.11.2013 - Scrivici

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Ciao a tutte, volevo raccontare la storia del mio parto. Era il 15 agosto del 2004, alle 5 del mattino vado in bagno a far pipì, torno a letto e mentre mi sdraio, sento uno strappo, torno al bagno, piego le ginocchia e vedo l'acqua che a goccioline scende giù, (premetto che ero già fuori termine di 8 giorni. Ormai andavo a letto vestita proprio perché ogni momento ormai era buono. Chiamo mio marito e gli dico: "Guarda che è ora, dobbiamo andare...". Ovviamente, vista l'ora mattutina, mi dice: "No, dai. Non adesso...". Povero... Gli dico: "Guarda che mi si sono rotte le acque". Così andiamo in ospedale, mi visitano e vedono che ho rotte le acque, ma sopra, ed ero dilatata già 1 cm. Così mi ricoverano. Mi assegnano la stanza e mi dicono che quando inizierò a sentire le contrazioni ravvicinate di chiamarli. Passano 10 minuti e iniziano dolorosissime e a distanze 2 minuti l'una dall'altra. Mi portano in sala travaglio dove inizia una lunga lunghissima giornata. Mio marito entra con me, ma non resiste nemmeno 10 minuti. Diventò bianco pallido e stava malissimo. Così l'infermiera lo fece uscire e arrivò la mia mammina, che dopo due cesarei (suoi) pensava di vedere un parto naturale della sua nipotina. Vengono spesso a farmi visite, fino alle ore 11 ero arrivata a 5 cm di dilatazione, dopo di che il nulla, fermo più totale. Avevo attaccato il tracciato, le flebo per aiutare la dilatazione. Durante il travaglio dal dolore oltre le urla ho rimesso 2 volte, e oltretutto ho fatto avanti indietro dal bagno non so quante volte. Alle ore 15 e 30 l'ultima visita. Mi dicono che se ero rimasta ferma si procedeva con i cesareo e purtroppo così è stato, alle 16 mi portano in sala operatori. L'anestesista mi dice: "Dimmi quando passa la contrazione così ti faccio l'epidurale". In quel momento mi è semebrato di rinascere perché dalle 6 del mattino con quei dolori assurdi non ne potevo più ero stravolta... Sento solo del solletico intanto che loro mi tagliavano. Alle 16,20 la dottoressa dice: "ECCOLAAAAAAA", e dopo qualche secondo sento un pianto magnifico, il più bello che abbia mai sentito. I miei dolori passarono tutti e scoppiai a piangere, me la misero con il viso vicino e lei strofinava il suo visino angelico e minuscolo contro il mio. (LEGGI ANCHE: STORIA DEL MIO PARTO CESAREO) Mi riportano in camera, mi puliscono e alle 20 me la portano... che momento incredibile. La presi in braccio e iniziai ad allattarla. Questa è la storia di come Giovanna venne al mondo.

ao a tutte, volevo raccontare la storia del mio parto.

 

Era il 15 agosto del 2004, alle 5 del mattino vado in bagno a far pipì, torno a letto e mentre mi sdraio, sento uno strappo, torno al bagno, piego le ginocchia e vedo l'acqua che a goccioline scende giù, (premetto che ero già fuori termine di 8 giorni.

 

Ormai andavo a letto vestita proprio perché ogni momento ormai era buono.

 

Chiamo mio marito e gli dico: "Guarda che è ora, dobbiamo andare...".

 

Ovviamente, vista l'ora mattutina, mi dice: "No, dai. Non adesso...". Povero...

 

Gli dico: "Guarda che mi si sono rotte le acque".

 

Così andiamo in ospedale, mi visitano e vedono che ho rotte le acque, ma sopra, ed ero dilatata già 1 cm.

 

Così mi ricoverano.

 

Mi assegnano la stanza e mi dicono che quando inizierò a sentire le contrazioni ravvicinate di chiamarli.

 

Passano 10 minuti e iniziano dolorosissime e a distanze 2 minuti l'una dall'altra.

 

Mi portano in sala travaglio dove inizia una lunga lunghissima giornata.

 

Mio marito entra con me, ma non resiste nemmeno 10 minuti. Diventò bianco pallido e stava malissimo. Così l'infermiera lo fece uscire e arrivò la mia mammina, che dopo due cesarei (suoi) pensava di vedere un parto naturale della sua nipotina.

 

Vengono spesso a farmi visite, fino alle ore 11 ero arrivata a 5 cm di dilatazione, dopo di che il nulla, fermo più totale. Avevo attaccato il tracciato, le flebo per aiutare la dilatazione. Durante il travaglio dal dolore oltre le urla ho rimesso 2 volte, e oltretutto ho fatto avanti indietro dal bagno non so quante volte.

 

Alle ore 15 e 30 l'ultima visita. Mi dicono che se ero rimasta ferma si procedeva con i cesareo e purtroppo così è stato, alle 16 mi portano in sala operatori. L'anestesista mi dice: "Dimmi quando passa la contrazione così ti faccio l'epidurale". In quel momento mi è semebrato di rinascere perché dalle 6 del mattino con quei dolori assurdi non ne potevo più ero stravolta.

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Sento solo del solletico intanto che loro mi tagliavano. Alle 16,20 la dottoressa dice: "ECCOLAAAAAAA", e dopo qualche secondo sento un pianto magnifico, il più bello che abbia mai sentito. I miei dolori passarono tutti e scoppiai a piangere, me la misero con il viso vicino e lei strofinava il suo visino angelico e minuscolo contro il mio. (LEGGI ANCHE: STORIA DEL MIO PARTO CESAREO)

 

Mi riportano in camera, mi puliscono e alle 20 me la portano... che momento incredibile. La presi in braccio e iniziai ad allattarla.

 

Questa è la storia di come Giovanna venne al mondo.

 

3.710 e 52 cm di amore

 

di Ilaria

 

(storia arrivata tramite la nostra pagina di Facebook)

 

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