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Scarso liquido amniotico e cesareo d'urgenza. Ma mia figlia è nata sanissima!

di mammenellarete - 08.11.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Durante la gravidanza, scoprii di avere poco liquido amniotico. Giunta a 39 settimane più 6, mi fecero l'induzione. All'improvviso i medici si accorsero che il battito della mia bimba aveva iniziato a calare, perciò mi fecero un cesareo d'urgenza. Per fortuna, mia figlia è nata con un paio di giri di cordone ombelicale intorno al collo e con la testolina tutta storta, ma sanissima.

Vi racconto la mia storia. Per poco non ho perso mia figlia. Avevo 27 anni ed era la mia prima gravidanza. Io e mio marito eravamo euforici perché sapevamo che sarebbe nata una bambina. La nostra prima bambina. A 38 settimane mi recai in ospedale per un controllo e videro che il liquido amniotico era calato drasticamente.

Era piena estate e mi mandarono a casa con l'obbligo di bere 3 litri di acqua al giorno per tentare di reintegrare almeno un pochino il liquido. A 39+5 feci un secondo controllo, ma nulla. Il liquido era scarsissimo, così decisero di ricoverarmi per indurre, la mattina successiva, il parto. Io e mio marito ci sentimmo sollevati perché finalmente sarebbe nata la nostra piccola, senza avere più il pensiero del poco liquido rimasto.

Così durante una caldissima mattina d'estate feci l'induzione a 39+6 settimane. Entrai in travaglio alle 15 del pomeriggio e alle 20 di sera (dopo tutte le dosi dell'epidurale) ero finalmente dilatata di 10 centimentri ed in piene contrazioni. Avevo attaccato il monitoraggio e la dottoressa, che nel pomeriggio mi aveva rotto il sacco (liquido ridotto ad un bicchierino di acqua scarso), mi disse: "Dai, forza, una mezz'oretta e nascerà la vostra bimba!".

Ero stanca e dolorante, ma concentratissima per farla nascere... Mio marito era sdraiato di fianco a me (avevamo scelto una sala parto con letto matrimoniale) e mi incoraggiava. Ad un certo punto il monitor iniziò a suonare; i numerini che indicavano i battiti della bambina continuavano a scendere... 120, 80, 60, 40.

L'ostetrica chiamò velocemente la ginecologa e insieme cercarono di farmi cambiare più posizioni possibili, ma nulla. I battiti della bimba calavano drasticamente e la ginecologa mi guardò e mi disse: "Cara dobbiamo operare... è l'unico modo per salvarla, è in completa sofferenza". Non scorderò mai il suo viso, era spaventatissima.

Firmai per un cesareo d'urgenza in anestesia generale e, fra le lacrime, nel giro di due minuti, ero in sala operatoria.

Corsero in sala i rianimatori, quattro ginecologi e un team del nido. Capii che stava andando male. Molto male. Ricordo solo che piangevo disperata mentre un dolcissimo anestesista mi faceva addormentare accarezzandomi la testa.

Alle 21.14 è nata la mia bambina, perfettamente sana. Con un paio di giri di cordone ombelicale intorno al collo e con la testolina tutta storta, ma SANISSIMA. Alla fine è andato tutto bene, ma per me è stato un trauma. Ho impiegato mesi per metabolizzare l'accaduto e ancora adesso, a distanza di 3 anni, non ho ancora superato del tutto. Ma lei sta bene e questo è stato il nostro piccolo miracolo.

di anonima

(storia arrivata alla pagina Facebook di Nostrofiglio.it)

Parto cesareo: come avviene e quali rischi comporta

Come avviene un parto cesareo? Come bisogna prepararsi e quali sono le possibili complicazioni? Come avviene la ripresa dopo l'intervento? Vediamo che cosa succede, fase per fase, grazie alla consulenza di Alessandro Bulfoni, ginecologo dirigente medico della clinica ostetrico-ginecologica Mangiagalli di Milano e di Stefano Bianchi, direttore dell'unità di ginecologia e ostetricia dell'Ospedale San Giuseppe di Milano.

Il prericovero. In caso di cesareo programmato, tutto comincia con un prericovero. In pratica, la mamma passa una mattinata in ospedale per svolgere esami del sangue, elettrocardiogramma, visita anestesiologica e visita ostetrica con ecografia. Durante il prericovero viene fissata la data dell'intervento, in genere un mese dopo.

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