Home Storie Storie del parto

Preeclampsia e sindrome di Hellp. Il mio guerriero prematuro è un miracolo

di mammenellarete - 05.08.2019 - Scrivici

bimboprematuro.600
Fonte: Shutterstock
Ero incinta del mio terzo figlio, quando iniziai a sentirmi male: avevo continuamente la nausea e dolori di stomaco terribili e mi ricoverarono. Dovetti partorire e il mio piccolo nacque pesando soltanto 500 grammi. Il dottore che mi aveva operato mi disse che avevo avuto la preeclampsia e la sindrome di hellp e che comunque ero stata fortunata, perché il bambino era nato nonostante tre giri di cordone intorno al collo più un nodo vero al cordone. A 26 settimane. Ecco la storia del mio guerriero prematuro.

Tutto ebbe inizio il 15 settembre 2016: quelle lineette del test si colorarono in pochi secondi. Stavamo aspettando la nostra terza gioia. La gravidanza procedeva tra alti e bassi e tra nausee continue e doloretti.

Il 6 dicembre facemmo una corsa al pronto soccorso della clinica per una forte emorragia. Io temevo che non ci fosse più... Invece, dopo la visita e l'ecografia, della durata di 5 minuti, il battito c'era, avevo il "collo dell'utero chiuso". Mi dissero: "Signora, un pò di riposo. Stia tranquilla perché sta bene".

Arrivò finalmente la tanto attesa morfologica l'11 gennaio del 2017. I miei due bimbi Samuele e Rebecca erano entusiasti e contenti di assistere e di poter scoprire chi c'era nella mia pancia. "È un bellissimo fratellino...". Io ero comunque felicissima ed eravamo tutti ignari del calvario che avremmo attraversato.

Le giornate passavano tranquillamente: solita routine, anche se le nausee aumentarono gradualmente tanto. Non riuscivo a mangiare nulla e nemmeno a bere niente. Nelle ultime settimane ebbi dolori di stomaco atroci, tanto da non riuscire nemmeno a respirare. Il 6 febbraio feci il controllo dalla ginecologa: il bimbo stava benone e il peso stimato era di 1200 grammi (secondo il suo parere).

Io continuavo a stare male, vomitavo di continuo, anche 20 volte al giorno, ma per lei non era allarmante la situazione. Iniziavo a gonfiarmi... ma per lei era tutto normale. Il 10 febbraio ebbi un ricovero d'urgenza al policlinico poiché avevo la pressione 170/110. Fu tutto d'urgenza: ecografia, prelievi, elettrocardiogramma. Dall'ecografia flussimetrica scoprirono che il mio piccolo veniva alimentato solo con un'arteria ombelicale anziché con due e che ciò avrebbe comportato un arresto di crescita.

Avevo avuto un distacco di placenta non indifferente. Restai attaccata al monitoraggio per tutta la notte, incredula che tutto ciò potesse accadere a me e... a te che ogni tanto scalciavi nella mia pancia.

Sabato 11 febbraio, sbirciando la cartella clinica, scoprii che avevano fatto un'indagine nella TIN per vedere se c'era un'incubatrice disponibile. Mi crollò il mondo perché capii che da lì a poche ore ci saremmo separati.

Nel primo pomeriggio il ginecologo di turno senza troppi preamboli mi disse: "Dobbiamo tirarlo fuori al più presto altrimenti non sopravviverà. Se vuole dare una chance a suo figlio, questa è la soluzione migliore". Sei venuto al mondo, mio piccolo grande Guerriero, a 26 settimane e pesando solo 500 grammi. Con calo fisiologico hai toccato appena 400 grammi.

Io non potevo né vederti né baciarti in quanto ero sotto anestesia totale. La domenica mattina il dottore che mi aveva operato venne nella stanza mi accarezzò la guancia e mi disse: "Signora, lei, nella sfortuna della preeclampsia e della sindrome di hellp, è stata fortunata, perché abbiamo tirato fuori in extremis il suo bambino. Aveva tre giri di cordone intorno al collo più un nodo vero al cordone. Non sarebbe mai arrivato a maggio. È stato miracolato: qualcuno da lassù ha vegliato su di lei e su suo figlio".

Finalmente dopo due giorni riuscii a vederti: un esserino piccolissimo, attaccato a tanti tubicini, ma che lottava con tanta forza, con tanto coraggio, senza mai arrendersi. Hai superato tante infezioni, hai subito tante trasfusioni. Pian pianino il tuo peso cresceva, ma i tuoi polmoni non maturavano e avevi sempre bisogno di ossigeno.

Il 5 luglio un arresto cardiaco stava per portarti via per sempre da me, ma degli angeli non con le ali, ma con una divisa blu, verde, azzurra della neonatologia dell'ospedale hanno fatto l'impossibile per farti restare con me. Finalmente, dopo 206 giorni di Tin, il 5 settembre del 2017, Valerio Maria è stato dimesso e siamo tornati a casa con i fratellini Samuele e Rebecca. Molto spesso, in tanti dicono che i bambini sono dei miracoli.

.. ma quando io dico che il piccolo Valerio è un miracolo... è proprio vero.

di Francesca

(storia arrivata come messaggio privato sulla nostra pagina Facebook)

Ti potrebbe interessare: Preeclampsia grave: storia del mio parto e La mia piccola prematura ce l'ha fatta, mia madre no

Hai anche tu una storia da raccontare? Scrivi a redazione@nostrofiglio.it

TI POTREBBE INTERESSARE