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Parto prematuro e terapia intensiva durante la pandemia. La mia storia

di mammenellarete - 11.06.2020 - Scrivici

neonata
Fonte: Shutterstock
Ho partorito un mese e mezzo prima del previsto durante la pandemia. Dopo la nascita hanno portato via subito la bambina in autoambulanza in un altro ospedale in terapia intensiva. Dopo due settimane di stress tra casa e ospedale in pieno Covid, siamo riusciti a portare a casa la nostra sana e bellissima principessa Morena.

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Ho partorito il 15 aprile in piena epidemia, le acque si sono rotte il 13 aprile alle 7 del mattino, ma, purtroppo, un mese e mezzo prima del previsto, sono andata in ospedale e mi hanno fatto il pre-triage e poi mi hanno ricoverato.

Ero sola e non avevo preparato neanche la valigia. Mi hanno fatto il tampone, poi il mio ragazzo mi ha portato la roba ma senza potermi vedere... da lì è iniziato il mio calvario. Mi hanno dato ossitocina per indurmi il travaglio, il dolore era lancinante, ma ancora di più era assurdo che mia figlia nascesse a 34 settimane.

La nascita di mia figlia durante la pandemia

Una boccia di ossitocina non è bastata, me ne hanno fatta un'altra. Svenivo dal dolore e piangevo per la prematurità. Dopo due giorni di travaglio mia figlia è nata di parto naturale. Hanno fatto entrare il padre solo nel momento del parto per poi farmi stare sola ancora.

Dopo la nascita hanno portato via subito la bambina in autoambulanza in un altro ospedale in terapia intensiva. Dopo il parto ho fatto in modo che mi dimettessero per andare da lei. Dopo due settimane di stress tra casa e ospedale in pieno Covid, siamo riusciti a portare a casa la nostra sana e bellissima principessa Morena.

di Grazia 

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Aggiornato il 16.11.2020

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