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Il mio parto con ossitocina. Il momento più bello della mia vita

di mammenellarete - 03.07.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il mio parto è stato meraviglioso, anche se mio figlio... ha deciso di prendersela comoda. Dopo varie induzioni, ho partorito con l'ossitocina. Alla fine mi hanno aiutato a spingere fuori il bambino con la manovra sulla pancia. Quando è nato ha tirato un urlo meraviglioso e tutto il dolore è passato. È stato il momento più bello della mia vita.

In questo articolo

 
Avrei dovuto partorire il 17 dicembre 2017, ma il mio piccolo Lorenzino aveva deciso di prendersela comoda e così il 27 dicembre, dopo aver passato una Natale meraviglioso, mi ricoverarono in ospedale per l'induzione. Quella mattina la sveglia suona alle 6:00, io mi lavo, mi vesto e controllo che nel borsone ci sia tutto: cartellina, ecc., metto delle carte sotto il braccio e partiamo, io e il mio compagno, per affrontare questa avventura con una strana tranquillità, senza paura e con l'incoscienza di quello che sarebbe successo nelle ore successive.
 
 
Arriviamo in ospedale. Faceva freddo, nel parcheggio era ancora scuro e piovigginava. Saliamo in reparto, mi fanno accomodare in camera e mi metto comoda. Verso le 10 finalmente arrivano l'ostetrica e la ginecologa, mi visitano, ci spiegano la procedura e mi dicono che essendo primipara la prima dose di gel non sarebbe bastata. E così è stato. Alle 15:00 mi fanno la seconda dose di gel, e lì comincia a muoversi qualcosa. Le contrazioni vanno e vengono, ma sono troppo leggere e lontane tra loro...
 
 
A quel punto mi faccio prendere dallo sconforto e comincio a piangere, ma ormai sono le 21:00. Così dico al mio compagno tra le lacrime di andare a casa a riposare almeno lui... E lui con il magone se ne va a casa. Mi faccio portare una tazza di té e cerco di dormire, ma le contrazioni si fanno più forti e più vicine. Tra una contrazione e l'altra riesco a dormire un po', nonostante, quasi a ogni contrazione, mi debba alzare per fare pipì...
 
 
E così passa la notte tra contrazioni e monitor. Alle 7 ricompare il mio compagno e mi portano in sala travaglio per fare un altra visita con il ginecologo di turno. Mi fanno un'altra dose di gel e lì ricevo la notizia più bella: "Signora lei è in travaglio". Lì mi rilasso pensando che siamo a metà strada. Col cavolo mi si fermano le contrazioni e così dobbiamo aspettare fino alle 16, trascorrendo il tempo tra il conto delle macchine che passano nella strada davanti e parlando di cavolate. Finalmente alle 16 arrivano il ginecologo e l'ostetrica, che mi dicono: "Cosa dice, signora, facciamo due goccine e facciamo nascere questo bambino?". E mi fanno la flebo di ossitocina e da quel momento non ricordo moltissimo. 

Il mio parto con ossitocina

Sto bene sulla palla, ma non posso rimanere lì perché ho i battiti troppo accelerati e non riescono più a sentire quello di Lorenzo. Così mi fanno stendere sul letto. Non si rompono le acque e proprio quando decidono di farlo... si rompono da sole. E non credete a chi vi dice che sono due gocce di acqua, perché per me non è stato così, Lorenzo è sceso di colpo ed è andato un po' in sofferenza...
 
 
Spingo in tutte le posizioni possibili svariate volte, ma niente... non ho abbastanza forza... A ogni spinta che faccio il mio compagno - che è sempre stato al mio fianco, e, credetemi, anche solo stando seduto lì vicino mi ha fatto sentire al sicuro - spinge pure lui. Alla fine mi portano in sala parto e mi fanno partorire aiutandomi a spingerlo fuori con la manovra sulla pancia. Quando è nato ha tirato un urlo meraviglioso e tutto il dolore è passato. È stato il momento più bello della mia vita.
 
 
di Alessia 
 
 
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