Tutto ebbe inizio nel gennaio 2016, quando quello due linee risultarono positive. La felicità mia e di mio marito era indescrivibile. Fu una gravidanza super cercata, super voluta, super desiderata, perché io, essendo immunodepressa per una patologia, avevo dovuto affrontare un iter particolare.
In particolare, avevo dovuto sospendere i medicinali un anno prima e lo avevo fatto con tanta sofferenza perché senza cure non mi sentivo bene. La gravidanza andò avanti perfettamente e alla tredicesima settimana scoprimmo che sarebbe arrivato un maschietto: il nostro Jacopo!
Tutto andò avanti nel migliore dei modi, ma Jacopino non ne voleva sapere proprio di uscire dalla pancia. Arrivammo alla 40esima settimana, facemmo il monitoraggio, la flussimetria e il liquido: era tutto okay! La dottoressa decise di ricoverarmi per tentare un'induzione e io acconsentii perché ero sfinita e perché mi fidavo dei medici (ero seguita come "gravidanza a rischio").
Mi ricoverarono il giorno dopo, martedì 3 ottobre, facendomi prima l'induzione con gel. Dopo una intera giornata, ancora non si muoveva niente e fecero un secondo tentativo con il gel più lo scollamento: niente di niente. Giovedì di “riposo“ fino ad arrivare al venerdì, giorno in cui dove provammo l’ultima spiaggia, cioè l'ossitocina.
Finalmente, alle 13.30 di venerdì, partirono le contrazioni una dietro l’altra: erano dolorose ma sopportabili. Dopo un po' chiesi di poter fare l'epidurale, così riuscii a riposare un po' tra una contrazione e l’altra. Alle 23 passate venni visitata ed ero di 8 centimetri.
Ormai mancava poco. A un certo punto i medici si accorsero che i battiti di mio figlio da 150 erano scesi sotto i 30: per fortuna riuscirono a farlo riprendere, ma la situazione non migliorò. Fecero uscire mio marito e io acconsentii a un cesareo d’urgenza.
Finalmente mio figlio, l'amore della mia vita, venne al mondo l'8 ottobre 2016 alle ore 4.14. Inutile raccontare la mia gioia ma, allo stesso tempo, la mia amarezza per non aver fatto un parto naturale.
Ma oggi è qui con noi e non c’è dono più bello. Un abbraccio a tutte le mamme.
di Keki
(storia arrivata sulla pagina Facebook di Nostrofiglio.it)
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