Sono Claudia, ho 38 anni e sono una mamma. Quando scoprii di essere incinta del terzo bimbo fui sorpresa, ma il piccolo fu subito amato. Portai avanti una gravidanza meravigliosa: non presi peso e la pancia era una "palla meravigliosa".
Le analisi erano perfette: eco, amiocentesi, ecc. Finché il 12 ottobre 2017 la mia pancia si fermò. Il mio sesto senso mi diceva: "È successo qualcosa". Ma io aspettavo, perchè mi volevo illudere che dormisse e che non avesse posto per muoversi. Ma il mio cuore batteva forte, l'ansia saliva e sentivo dentro me che qualcosa non andava.
Aspettai e infine chiamai il ginecologo che mi disse: "Mangia qualcosa di dolce e stai tranquilla". Ma nulla, io già sapevo tutto. Non ebbi il coraggio di andare subito in ospedale. Attesi una notte e poi la mattina andai. Ma già sapevo tutto: monitoraggio nullo. Quindi andai sul lettino per fare l'eco.
L'infermiera girò l'ecografo e chiamò i dottori. Io, dentro di me, già ero al corrente, attendevo solo la conferma, che poi mi fu data dal mio ginecologo: "Claudia... non c'è più battito". Io immobile, ma comunque composta nel mio dolore, risposi: "Già lo sapevo".
I dottori non si spiegavano come fosse acccaduto. Il bambino stava bene, il pancino era pieno: 38 settimane e 3400 kg. Scesi dal lettino e iniziò la fase burocratica: domande, firme, fogli da firmare. Intanto guardavo la mia pancia ferma e immobile e pensavo che comunque il mio ELIA era ancora con me.
Il mio angelo, Elia
Giunse la decisione su cosa fare. Io volevo effettuare un cesareo per soffrire meno e per far finire il prima possibile quest'incubo. Ma il mio ginecologo mi pregò di fare un parto naturale per me stessa e poi per non avere una cicatrice impressa che mi avrebbe ricordato tanto dolore.
Mi promisero di farmi un'anestesia efficace e mi indussero il parto. Iniziarono i dolori quasi subito e venne anche la febbre. Furono momenti dolorosi, volevo solo che tutto finisse presto. Epidurale a gogò... ma alla fine non mi fece più nulla e dopo otto ore nacque il mio ELIA. L'ostetrica mi disse solo una cosa: NODO VERO.
Si tratta di casi rarissimi. Eppure il mio Elia aveva un nodo perfetto lungo il cordone che aveva interrotto il suo respiro. Feci mettere dei teli davanti a me perché non ebbi il coraggio di conoscerlo. No, non riuscivo. Il mio compagno e i miei cari invece lo conobbero e mi dissero solo che era stupendo. DORMIVA...
La febbre iniziò a scendere e subito i miei pensieri andarono ai miei due figli a casa. Volevo scappare da lì. Tutto andò bene per me dal punto di vista fisico, per il resto non fu per niente facile. Tornati a casa, spiegammo ai bimbi che il fratello era diventato un angioletto e il loro amore mi aiutò a far passare i giorni.
Quattro giorni dopo salutammo per l'ultima volta ELIA e qualcosa dentro me mi disse: "VAI, sei la mamma, vi dovete conoscere". Con tanta fatica andai, vidi qualcosa di meraviglioso dentro a una piccola bara bianca. Lo accarezzai, lo baciai... e da quel momento una grande pace è dentro me. Il mio ELIA, il nostro ANGELO...
di Claudia
(storia arrivata come messaggio privato sulla nostra pagina Facebook)
Hai anche tu una storia da raccontare? Scrivi a redazione@nostrofiglio.it