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Morte in utero e violenze da parte delle ostetriche. Non dimenticherò mai la mia stellina

di mammenellarete - 13.01.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Vi racconto la mia triste storia. Ho dovuto partorire mio figlio, purtroppo già senza vita, al quinto mese. E ho dovuto subire l'incompetenza dei medici e le violenze psicologiche da parte delle ostetriche. Vi racconto il dolore dell'anima e del corpo tra la disperazione e la cattiveria di medici e ostetriche.

In questo articolo

17 gennaio - 17 maggio.

Ore sei di mattina, tre giorni prima dell'arrivo del ciclo. Tremante aprii la scatola del test di gravidanza. Attesa... Lieve linea, ma era un positivo! In mattinata contattai un ginecologo, a detta di molti grande professionista molto preparato, bravo e preciso.

Mi indicò le analisi da fare, mi fissò un appuntamento e da lì tra forti nausee, sbalzi d'umore e lunghe dormite passarono tranquilli i primi tre mesi. 17 aprile: avevo la visita di controllo. "Forse scopriremo il sesso!", pensavamo. Iniziò l'ecografia, il cuoricino batteva e la mia stellina aveva le sue gambette alzate in un modo così buffo da prendersi il nome di "piccolo acrobata".

Passarono i giorni e intanto iniziavo a chiedermi quando dover fare la morfologica. Chiamai il medico e mi disse che lui non faceva questo tipo di eco, definendo i suoi colleghi pazzi in quanto per la vera morfologica ci voleva un centro speciale o comunque un ecografista, date le grandi responsabilità.

Mi fidai ed ingenuamente gli chiesi se gentilmente mi poteva indicare uno specialista. Ottenni i recapiti e fissai un appuntamento nei primi giorni utili perché la curiosità di sapere era tanta. 6 maggio: finalmente arrivò l'ora della visita... Arrivammo in un palazzone, faticammo un po' per trovare il giusto piano (non c'era la classica tabella da studio attaccata sulla facciata), suonammo ed entrammo in questo luogo strano, buio, un po' trascurato.

Pensammo: "E vabbè sarà un vecchio palazzo". Entrammo e si presentarono ecografista e ginecologa entrambi sulla sessantina. Iniziò l'eco, misurarono la testa e si fermarono. Il bambino aveva una posizione strana e dovemmo rifare l'eco perché probabilmente secondo loro, la mia stellina cresceva un po' in ritardo e sarebbe stato inutile fare la morfologica adesso.

Uscimmo delusi e quasi arrabbiati perché pensavamo che ci stesse facendo i dispetti per non farsi vedere da noi, stando ancora aggrovigliato in quel modo. Venerdì 17 maggio: pensavo che finalmente avremmo saputo se sarebbe stato un maschietto o una femminuccia, tanto per il resto eravamo tranquilli perché il mio fidato ginecologo ci spiegò che se fino ad ora era andato tutto bene potevo stare tranquilla e non agitarmi inutilmente.

Arrivammo, entrai per fare l'ecografia. Gel... silenzio... Vidi la faccia seria del dottore che tra lo sgomento e l'angoscia di chi non sapeva cosa dire ci annunciò che la gravidanza si era interrotta. Il vuoto. Quel senso di impotenza che non si può spiegare, quel dolore che lacera anche la più piccola parte di te.

Mi disse che lui nella clinica dove lavorava non poteva fare questo genere di interventi, che avrei dovuto subire in ospedale un processo di parto indotto e che dovevo andare subito perché la mia stellina era volata via da quasi un mese. Tra la disperazione corremmo in ospedale, mi fecero l'eco e confermarono il tutto. Tornai il giorno dopo per il ricovero. Arrivai e trovai il medico ed iniziarono ad emergere i primi sospetti sui precendenti medici... Ma come mai alla visita morfologica non si erano accorti di nulla?

Mi ricoverarono, iniziarono ad indurre il parto. Dolori assurdi misti a lacrime e disperazione. Alle due di notte mi portarono finalmente in sala parto, lì dove sarei entrata sola ed uscita sola, lì dove sarebbe rimasta la mia stellina senza la sua mamma. E lì, in quella sala, iniziò l'incubo peggiore. Il mio bambino stava andando via da me e pensavo... "Meno male che ci sono le ostetriche".

Mai parole furono più sbagliate.

Circondata da tre figure bionde (di cui una inserviente che interveniva così, senza sapere nulla di ciò che succedeva) iniziò il calvario. Nessuno mi spiegò come agevolare l'espulsione, mi tornò in mente un film e lì ricordai che dovevo spingere all'arrivo della contrazione. Ma non riuscivo e loro si arrabbiavano ed iniziarono ad insultarmi dicendomi che ero pesante, che sembrava mi stessero torturando.

Morte in utero e violenze da parte delle ostetriche. La mia testimonianza

Io, terrorizzata, non riuscivo a fare "quello che fanno tutte le donne da secoli". Per la disperazione, per cercare un po' di conforto, mi aggrappai alla divisa dell'ostetrica che urlò dicendo che la stavo pizzicando e che se lo avessi rifatto mi avrebbe lasciato là. Chiesi di non farmi sapere nulla, ma, non curanti, iniziarono a dire che il bambino era malandato, che rischiava di frantumarsi. Chiesi per favore di smetterla e... mi dissero: "Ma signò, mica stiamo parlando con voi".

Il mio bambino finalmente uscì, ma siccome "non ero stata brava e mi ero lagnata" l'utero si era richiuso ed ora, per colpa mia, dovevano portarmi in sala operatoria. Terrorizzata chiesi che cosa avrebbero dovuto farmi e la risposta fu: "Signò, ma che lagna". E poi la frase più brutta. Quella che mi porterò a vita dietro per anni. "Ma l'avete visto? Un mostro come poteva nascere?".

Mio figlio, la mia stella, definito MOSTRO. Intanto iniziammo un po' ad aprire gli occhi sulla realtà e scoprimmo che la nostra stellina aveva gravi malformazioni già visibili dal momento in cui si era posizionato da acrobata, ma il ginecologo non se ne era accorto. L'ecografista si scoprì essere specializzato in ECOGRAFIE PROSTATICHE e che non lavorava più da mesi perché in pensione.

Ed il mio ginecologo? Poteva lui farmi fare tutto questo percorso in clinica? Lui che era stato profumatamente pagato per ogni visita, mi aveva lasciato sola, senza mai avere mai nemmeno il pensiero di telefonare! La mia storia è la storia di una donna distrutta che pensa, nonostante tutto, che suo figlio fosse la più bella creatura del mondo.

di una mamma che chiede di rimanere anonima

(storia arrivata come messaggio privato sulla nostra pagina Facebook)

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