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"Non c'è più!". La storia della mia piccola farfalla bianca

di mammenellarete - 23.06.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
"Non c'è più!". Queste sono le parole che da 8 mesi a questa parte mi esplodono nel cuore ogni giorno. Morte in utero: il dolore è stato fortissimo. Vi racconto la storia del cuore di una mamma rotto in mille pezzi.

In questo articolo

Mi piace pensarla così, come se lei fosse una farfalla bianca. E non vi so dire se sia suggestione o cosa, ma io vedo sempre una farfalla bianca girarmi intorno.

Scoprii di essere incinta a febbraio del 2020 e la mia felicità è esplosa facendo mille telefonate! Io non sono una di quelle che tiene tutto nascosto. Io sono così, amo condividere le mie gioie e i miei dolori subito e con tutti coloro facciano parte della mia vita. Beh, questa volta ovviamente si trattava di un grande amore che già era nato dentro di me.

La gravidanza proseguì nel migliore dei modi. Con nessun stupore, devo dire, dato che anche quella del mio primo figlio era andata benissimo.

Tutto era pronto per lei... la nostra principessa stava arrivando. Decidemmo per un periodo di poterla chiamare Nicole. Ma poi all'ultimo qualcosa ci fece cambiare idea e scegliemmo BEATRICE! Lei era davvero Beatrice. Perché era così beato il suo viso quando la vidi per la prima e purtroppo ultima volta.

"Non c'è più!". La storia della mia piccola farfalla bianca

Un giorno di settembre - ormai eravamo al nono mese - non la sentii più muoversi per diverse ore. La cosa non mi convinse, ma ovviamente il primo pensiero fu che forse ormai il suo spazio era ridotto e che non riuscisse a fare più le capriole. La sera stessa comunque decisi di andare in ospedale... da lì il BUIO.


"Non c'è più!". Queste sono le parole che da 8 mesi a questa parte mi esplodono nel cuore ogni giorno. Il dolore è stato così forte che io e mio marito non ci siamo mai lasciati in quei giorni di degenza (nonostante il covid). Dopo un'induzione forzata e due giorni di dolori sono riuscita con tutta la forza che avevo in corpo a lasciarla andare.

È scivolata fuori da me e non ho potuto fare altro che accettarlo e farla andare.


L'ho stretta, baciata, annusata, ma non ho mai potuto vedere i suoi occhi. L'ultima volta i miei occhi hanno dovuto sopportare di vederla mettere nella sua baretta bianca. Persi i sensi dal dolore! Da quel giorno persi anche ogni contatto con la realtà...


Le immagini di tutto ciò che ho visto e vissuto ce le ho tatuate nell'anima e mi tormentano di giorno nei pensieri e di notte nei sogni. Questa è la mia storia, la storia del cuore di una mamma rotto in mille pezzi.

di D.

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