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Ipotermia dopo la nascita, il mio leoncino ce l'ha fatta

di mammenellarete - 24.02.2022 - Scrivici

neonato
Fonte: Shutterstock
Dopo l'ipotermia dopo la nascita e 18 giorni in Tin finalmente Pasquale è tornato a casa. Ora ha tre anni e ha superato tutte le visite nel migliore dei modi. Lui è stato il mio piccolo leoncino. Il mio secondo bimbo invece non ce l'ha fatta.

In questo articolo

Sono la mamma di Pasquale ed anche lui, come Gabriele, ha dovuto fare la terapia del freddo. Era il mese di marzo 2018 quando ho scoperto di essere incinta. Una gravidanza da fare invidia: nessun dolore, niente nausea, né vomito: ho lavorato fino all'ottavo mese. Guidavo, andavo in barca, il mio bimbo era sano come un pesce.

Un sabato sono arrivati i primi dolori. Mi sono affrettata a fare le ultime cose: parrucchiere, ceretta, ecc. Volevo essere bella per il mio primo figlio. Arrivata la sera mi sono messa a letto sempre con questi dolori che man mano aumentavano.

La domenica mattina ho chiamato la mia ginecologa, dicendo che avevo dolori forti e abbastanza frequenti. Lei mi ha detto di prendere un farmaco specifico, ma niente... sempre dolori. L'ho richiamata, ma sempre uguale... dovevo prendere il farmaco.

Erano le 14.30 e stavo per svenire. Con mio marito ho deciso di andare in ospedale, dove mi hanno fatto l'ecografia. Il bimbo stava bene, mi hanno fatto la visita interna. Ero dilatata di quattro centimetri. Mi hanno detto di andare in camera e di salire, scendere, camminare, ecc. Si sono fatte le 19.00, io stavo per morire. Mi hanno portato in sala operatoria dove mi hanno preparato e così ho iniziato con le prime spinte.

Non avendo mai partorito prima, mi hanno detto che sbagliavo a spingere. Mi hanno spiegato come fare e si è vista la testa del bimbo, ma niente... non riusciva ad uscire. Mi hanno fatto la manovra sulla pancia. Ora non ricordo il nome preciso: mi spingevano di continuo, un dolore atroce. Mi hanno fatto l'episotomia senza chiedermi se ero favorevole.

Allora mi hanno fatto alzare e accovacciare di nuovo, stendere... ma niente, il bimbo non riusciva ad uscire. Erano le 21.29 quando mio figlio è stato tirato fuori con la ventosa. Ed io ero quasi al collasso.

L'ho sentito piangere poco, subito lo hanno portano via. Mi hanno messo i punti ed in camera è venuto un dottore, che mi ha detto che Pasquale doveva essere trasferito perché aveva avuto problemi respiratori.

Mio marito è andato in ospedale da mio figlio per capire la situazione. Il giorno dopo ho firmato per uscire perché non volevo stare in clinica, ma andare da mio figlio. Arrivata da lui mi hanno fatto vestire con camici, disinfettare dalla testa ai piedi e alla fine sono riuscita a vederlo. Era piccolo, pieno di fili, infreddolito, tremante, intubato.

Ipotermia dopo la nascita, il mio leoncino ce l'ha fatta

Li mi hanno spiegato cos'è l'ipotermia e dopo ho visto i progressi di Pasquale. Dopo 18 giorni in Tin finalmente Pasquale è tornato a casa. Ora ha tre anni, ha superato tutte le visite fatte fino a due anni e mezzo nel migliore dei modi. Ora parla, ride, fa discorsi, conta, corre, salta, va a scuola. Posso dire che lui è stato il mio piccolo leoncino, che fin da subito ha dimostrato la sua grinta e la sua forza. Sono orgogliosa di essere la sua mamma.

Dopo questa gravidanza nel mese di febbraio 2021 riscopro di essere incinta: un altro maschietto in arrivo. Con lui arrivano anche la nausea e il vomito, che mi fanno compagnia fino al settimo mese di gravidanza. Sono anche dimagrita nel frattempo.
 
Le visite ginecologiche vanno benissimo, il bimbo è in ottima salute. Io dopo la nausea mi sento benissimo, non vediamo l'ora che arrivi il fratellino Davide. Arrivo a 39 settimane più 6 ed ecco i dolori che vanno da mezzanotte alle due. Non capisco niente che subito diventano fortissimi e brevi.
 
Chiamo il dottore e mi dice di andare in ospedale. Sono già dilatata di 7 centimetri, mi portano subito in sala. Sono le 04.00, mi preparano ed iniziano le mie spinte. Alle 04.22 nasce mio figlio, ma non lo sento piangere. Vado in panico, infatti inizio ad agitarmi e decidono di addormentarmi. Al mio risveglio la notizia più brutta che potessi ricevere: il mio secondo bimbo non ce l'ha fatta.
 
Il giorno della sua nascita è diventato un angelo. Non ci posso credere, voglio morire con lui. Io stavo bene e le visite a lui erano perfette, tracciato perfetto fino a pochi secondi dalla nascita. Abbiamo deciso di fargli fare degli esami e dopo l'autopsia ci hanno detto che ha avuto un problema al cuoricino che non si poteva vedere anticipatamente dalle semplici ecografie.
 
Il 3 ottobre 2021 è morta anche una parte di me. Non lo auguro a nessuno. Pasquale dice che il suo fratellino è nel cielo blu con gli angioletti. Io ho una sua foto a casa nostra: per me è qui con noi. La mia forza è Pasquale, che mi fa andare avanti giorno dopo giorno. 
 
di Anna
 
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