Sono la mamma di Pasquale ed anche lui, come Gabriele, ha dovuto fare la terapia del freddo. Era il mese di marzo 2018 quando ho scoperto di essere incinta. Una gravidanza da fare invidia: nessun dolore, niente nausea, né vomito: ho lavorato fino all'ottavo mese. Guidavo, andavo in barca, il mio bimbo era sano come un pesce.
Un sabato sono arrivati i primi dolori. Mi sono affrettata a fare le ultime cose: parrucchiere, ceretta, ecc. Volevo essere bella per il mio primo figlio. Arrivata la sera mi sono messa a letto sempre con questi dolori che man mano aumentavano.
La domenica mattina ho chiamato la mia ginecologa, dicendo che avevo dolori forti e abbastanza frequenti. Lei mi ha detto di prendere un farmaco specifico, ma niente... sempre dolori. L'ho richiamata, ma sempre uguale... dovevo prendere il farmaco.
Erano le 14.30 e stavo per svenire. Con mio marito ho deciso di andare in ospedale, dove mi hanno fatto l'ecografia. Il bimbo stava bene, mi hanno fatto la visita interna. Ero dilatata di quattro centimetri. Mi hanno detto di andare in camera e di salire, scendere, camminare, ecc. Si sono fatte le 19.00, io stavo per morire. Mi hanno portato in sala operatoria dove mi hanno preparato e così ho iniziato con le prime spinte.
Non avendo mai partorito prima, mi hanno detto che sbagliavo a spingere. Mi hanno spiegato come fare e si è vista la testa del bimbo, ma niente... non riusciva ad uscire. Mi hanno fatto la manovra sulla pancia. Ora non ricordo il nome preciso: mi spingevano di continuo, un dolore atroce. Mi hanno fatto l'episotomia senza chiedermi se ero favorevole.
Allora mi hanno fatto alzare e accovacciare di nuovo, stendere... ma niente, il bimbo non riusciva ad uscire. Erano le 21.29 quando mio figlio è stato tirato fuori con la ventosa. Ed io ero quasi al collasso.
L'ho sentito piangere poco, subito lo hanno portano via. Mi hanno messo i punti ed in camera è venuto un dottore, che mi ha detto che Pasquale doveva essere trasferito perché aveva avuto problemi respiratori.
Mio marito è andato in ospedale da mio figlio per capire la situazione. Il giorno dopo ho firmato per uscire perché non volevo stare in clinica, ma andare da mio figlio. Arrivata da lui mi hanno fatto vestire con camici, disinfettare dalla testa ai piedi e alla fine sono riuscita a vederlo. Era piccolo, pieno di fili, infreddolito, tremante, intubato.
Ipotermia dopo la nascita, il mio leoncino ce l'ha fatta
Li mi hanno spiegato cos'è l'ipotermia e dopo ho visto i progressi di Pasquale. Dopo 18 giorni in Tin finalmente Pasquale è tornato a casa. Ora ha tre anni, ha superato tutte le visite fatte fino a due anni e mezzo nel migliore dei modi. Ora parla, ride, fa discorsi, conta, corre, salta, va a scuola. Posso dire che lui è stato il mio piccolo leoncino, che fin da subito ha dimostrato la sua grinta e la sua forza. Sono orgogliosa di essere la sua mamma.