Ho scoperto di essere incinta a 27 anni, mentre organizzo il mio matrimonio. La gravidanza è una meraviglia, niente nausea o altre problematiche varie. La DPP è prevista per il 3 maggio 2018 e tutto sembrava perfetto. Il 3 maggio mi reco in ospedale per il tracciato di controllo alla 40esima settimana di gravidanza e tutto è tranquillo, la bambina non ha fretta. Se non si muove niente, mi inducono il parto il 15 maggio.
Dal 3 maggio in poi faccio tracciati a giorni alterni, senza problemi. Arriva la domenica, 13 maggio. Dopo una cena tranquilla a casa dei miei genitori torniamo a casa e verso le 22:30 vado a letto, prima del solito, ma mi sento molto stanca. Dopo un'ora mi sveglio, la prima contrazione. Quando senti la prima contrazione hai un mix di paura ed eccitazione. Sia io che mio marito lavoriamo in ambito sanitario, quindi possiamo dire che difficilmente ci troviamo spiazzati in situazioni "particolari" come questa.
Siamo preparati all'emergenza sanitaria, ma non siamo preparati a quello che accadrà nei due giorni successivi. Il lunedì mattina mi reco in pronto soccorso, ma mi rimandano a casa. Ho contrazioni forti, abbastanza distanti e zero dilatazione. Vado avanti così fino al martedì, la mattina torno in pronto soccorso, dopo un'ora e mezzo mi rimandano a casa: stessa situazione del giorno prima, ma dilatazione di 1,5 centimetri.
Il pomeriggio, verso le 15:30, sono al telefono con mia mamma e, mentre io le racconto tutto quello che mi è accaduto la mattina, lei conta i silenzi che faccio durante le contrazioni: 10 in 20 minuti di chiamata. Alle 16:30 contrazioni forti e frequenti: torno in ospedale, mi ricoverano. Alle 17:30 mi danno una stanza e lì mi lasciano in balia delle contrazioni, l'unica persona che vedo (al di fuori di marito, mia madre e mia sorella che sono con me) è l'oss che mi porta la cena, ma ovviamente non la tocco a causa dei dolori che ho.
Alle 22:00 mi portano in sala parto, finalmente, con dilatazione completa, lì sono sola con mio marito, il quale mi tiene la maschera con l'anestetizzante. Le ostetriche se ne vanno, ci sono altri 4 bambini che devono nascere. A mezzanotte e mezza arriva un'ostetrica, accompagnata da una tirocinante ostetrica che, durante la visita, mi rompe le acque ed esordisce con: "Che schifo". Mi viene fatta la prima epidurale.
Arrivano velocemente le 2 di notte, chiedo un'ulteriore visita perché non è normale che io abbia contrazioni, dilatazione, voglia di spingere, e che la bimba non riesca ad uscire. Non mi vogliono visitare, in stanza resta solo la tirocinante, io chiedo: "C'è modo di vedere se la bambina è posizionata male o legata nel cordone?", e lei: "Queste cose negative non le pensare". E se ne va anche lei. Tornano, seconda epidurale, nessun risultato.
Sono le 3 di notte, le altre mamme hanno partorito, tutte e quattro con cesareo d'urgenza per sofferenza fetale. Arrivano 3 ostetriche più la tirocinante, mentre io sono in balia di dolori e stanchezza. Loro iniziano ad invitarmi a spingere dicendo: "Non vuoi il bene di tua figlia?", "Desiderate diventare madri e poi non siete in grado di partorire", "Anche le bestie partoriscono da sole", ecc. Chiedo il cesareo, sono stremata: è da domenica che non dormo, mi viene negato perché "È pur sempre un'operazione", dicono.
Il mio parto cesareo
A questo punto arriva anche la ginecologa, in un secondo mi ritrovo sdraiata sul letto, con una ostetrica per gamba a tenermele ferme puntate sul letto e una sulla bocca dello stomaco. Mi fanno la manovra di kristeller per 7 volte e la ginecologa prova a tirare mia figlia 2 volte con la ventosa. Mio marito si infuria, più di quanto non lo fosse già vista la situazione, prende il telefonino e minaccia di chiamare i carabinieri e il direttore sanitario che conosce benissimo.
Magicamente si allontanano.
La ginecologa esordisce con: "Forza, facciamo il cesareo, ma non so né se e né come ti nascerà questa bambina". Nel frattempo mio marito chiama l'anestesista al cellulare (la conosce), mi fa la terza epidurale ed entro in sala parto alle 3:30 di notte. Mia figlia nasce, per fortuna senza problemi, alle 3:39 del 15 maggio 2018.
Per concludere in bellezza, dopo una settimana esatta, mi richiamano dall'ospedale per fare urgentemente i raggi, perché avevano perso un ferro durante il cesareo, fortunatamente non presente nel mio addome. Solo dopo un mese, al ritiro della cartella clinica, utile a fare il reclamo all'URP dell'ospedale, scopro che mia figlia aveva un giro di cordone al collo e uno a bandoliera. Non ho potuto fare cause perché mia figlia non ha riportato problemi, PER FORTUNA! Non ho partorito in un ospedale o in un ambiente "disagiato", né ho partorito 70 anni fa, ho partorito in un rinomato ospedale del centro Italia, il 15 maggio 2018.