Buongiorno, vorrei condividere con voi questa incredibile esperienza... aver fatto nascere mia figlia Cecilia nel bagno di casa, per caso!
Questa incredibile storia è avvenuta a Collegno, un comune limitrofo a Torino. Sono le 4 di mattina di sabato 19 giugno, vengo svegliato da mia moglie che ha bisogno di supporto per gestire le sempre più dolorose contrazioni. Nel frattempo controllo anche che Jacopo, il nostro piccolo di 2 anni e mezzo, non si svegli per il caos che è venuto a crearsi.
La mamma, che ha ancora a mente quanto sia stato lungo e doloroso il travaglio del piccolo J, entra in doccia per alleviare quelle dolorosissime contrazioni. Poco dopo sento la voce del piccolo arrivare dalla cameretta. Prontamente lo raggiungo, dicendogli che la mamma sta cantando!
Non nascondo il timore che in quella già complicata situazione il piccolo si possa spaventare delle grida di dolore che arrivavano dal bagno. Fortunatamente mi risponde con un gran sorriso rassicurante. Velocemente metto J davanti alla tv, chiamo i nonni e faccio la spola fra il piccolo e la mamma.
In pochi minuti arrivano i nonni, giusto in tempo, posso così dedicarmi a Francesca che ormai uscita dalla doccia non riesce quasi più a muoversi dalle dolorosissime e sempre più frequenti contrazioni.
Cercando di ricordarmi quanti più insegnamenti avevo appreso dal primo travagliatissimo parto, dico a Francesca che la frequenza delle contrazioni che stavo misurando erano tali da indicare che probabilmente era il caso di recarci in ospedale.
Dovete sapere che era ancora forte il ricordo del precedente travaglio di 12 ore, di un parto fra ventose, manovre di kristeller e la nascita di J con liquido tinto di meconio. La risposta uscita fra i denti serrati dal dolore è stata: ancora no!
Mi rendo subito conto che quella domanda sarebbe stata in ogni caso superflua, la testa della piccola Cecilia si intravedeva già e solo grazie ai preziosi consigli dell'operatrice del 112 da lì a poco, alle 6 e 22, mi ritrovo fra le braccia, avvolto in un asciugamano questo piccolo esserino di nome Cecilia.
Ostetrico per un giorno
Ragazzi che emozione indescrivibile! FRA LE MIE BRACCIA! Porgo immediatamente la piccola alla mamma che se la porta al seno.
Per chi ha assistito ad un parto sa che cosa si prova in questo momento, figuratevi viverlo da ostetrico per un giorno. Un attimo dopo la casa si è riempita di operatori delle due ambulanze sopraggiunte, e, fra adorazione e incredulità, Francesca è stata soccorsa.
Il medico sopraggiunto ha reso ancora più speciale quel momento permettendomi il taglio del cordone ombelicale. Francesca una volta in ambulanza, dopo una dose di ossitocina è riuscita ad espellere la placenta, a questo punto l'ambulanza è partita verso l'ospedale più vicino, quello di Rivoli. Una volta raggiunte, sono stato accolto dal personale ospedaliero fra complimenti e grandi sorrisi.
A sugellare questa incredibile giornata, di ritorno dall'ospedale una signora vicina di casa mi ferma e come in una profezia mi dice della forte energia che ha sentito con l'arrivo di Cecilia. Mi fa notare che il 19 (il giorno della nascita) è nei tarocchi il sole, simbolo di vita archetipo del padre. Proprio io, il padre, l'ho fatta nascere. Ancora una volta ho la pelle d'oca!
Questa storia riporta indietro nel tempo e fa apprezzare la bellezza della vita in un periodo così difficile. Non volevo rimanesse custodita gelosamente nelle nostre mura domestiche, ma che al contrario possa raggiungere tutti e donare gioia e nuova vitalità. Per questo ho deciso di pubblicare la foto del parto su Instagram
di Francesco
(Vuoi scriverci anche tu la tua storia? Mandala a redazione@nostrofiglio.it)