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Epatite da farmaco al quinto mese di gravidanza. Ma ora io e la mia Gioia Pia stiamo bene

di mammenellarete - 18.04.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Quando ero al quinto mese di gravidanza, i medici mi diagnosticarono l'epatite da farmaco dovuta ad una pillola per la pressione. Dopo 15 giorni di ricovero e di incubo, cominciarono a darmi un salvavita per risanare quel poco di fegato che mi era rimasto. Per fortuna, nonostante il grande rischio, tuttò andò bene. Non ho mai scelto tra me e la piccola. Se fosse stato destino, saremmo morte assieme, ma un cuore di mamma come fa a scegliere?  

Mi chiamo Cinzia e ho 43 anni. Quando ero incinta della mia seconda figlia, a 5 mesi di gestazione, mi diagnosticarono l'epatite da farmaco dovuta ad una pillola per la pressione. Io non sapevo di essere allergica al principio.

Avevo il fegato ormai andato, i reni in blocco. Fui ricoverata d'urgenza. Vidi sfilare miriadi di dottori supplicandomi di abortire, altrimenti avrei lasciato la mia primogenita orfana di madre. Io sentivo il suo cuoricino battere, lei stava bene, ma per salvare me avrei dovuto uccidere parte di me stessa.

Passai giorni a convincere i dottori che una mamma non può salvarsi uccidendo la sua creatura, così andai avanti nel corso dei giorni. Da sola avevo già interrotto in precedenza la pasticca maledetta che mi stava uccidendo. Avevo già la pressione a 60, non vedevo il motivo di prenderla ancora. Così le analisi avevano iniziato a migliorare, giorno dopo giorno.

Dopo 15 giorni di ricovero e di incubo, cominciarono a darmi un salvavita per risanare quel poco di fegato che mi era rimasto. Ero ricoverata nel reparto dove le mamme arrivavano al termine del parto e dove vedevano nascere la vita.

Ogni giorno un bimbo faceva capolino, veniva al mondo ed io, tra un'ecografia e l'altra, pregavo che i quattro mesi successivi sarebbero passati in fretta e senza altri problemi.

Vedere nascere bambini e avere il dubbio che la mia forse non sarebbe nata mi diede una forza che non so spiegare. Vorrei aggiungere che in tutto questo il mio compagno, per la paura di perdermi, mi pregava di scegliere bene... ma io non avrei potuto scegliere altro che la vita per me e mia figlia.

Morale: mia figlia si chiama Gioia Pia. Nacque di 4 kg dopo un travaglio super veloce. Aveva fretta di nascere. Ha da poco compiuto 5 anni il 5 aprile.

Io non avrei mai potuto lasciarla morire per salvare la mia vita. Se fosse stato destino, saremmo morte assieme, ma un cuore di mamma come fa a scegliere?

Io non ho scelto, ho solo sentito che se avessi abortito per salvarmi, non me lo sarei mai e POI MAI PERDONATO. Oggi, con il senno di poi, farei la stessa scelta. Ho 43 anni e per altri motivi di salute non posso avere un'altra gravidanza, ma nonostante i problemi economici e quelli di salute farei anche un altro frugoletto.

Mia mamma mi ha insegnato (sono ultima di quattro figli) che ciò che conta per una famiglia è l'amore e dove vive l'amore, c'è sempre una seconda possibilità. I problemi si superano ed è così che va avanti il mondo, grazie a questo sentimento. Questa è una storia come tante. Tante donne purtroppo si trovano a dover scegliere una strada o un'altra, ma abbiamo il coraggio giusto perché siamo Donne e sopratutto Mamme.

di Cinzia

(storia arrivata sulla pagina Facebook di Nostrofiglio.it)

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