Nicolò... Questo è il nome del mio terzo figlio. Una gravidanza passata tranquilla. Tutte le visite che ho affrontato andavano bene. La nota stonata è stata il tampone positivo allo streptococco. Avrei tanto voluto donare il cordone ombelicale. Dentro di me il mio piccolo dimostrava di essere un vulcano d'energia e si muoveva tantissimo.
La mattina dell'11 agosto, alle sette del mattino mi si sono rotte le acque e così ho dovuto correre immediatamente in ospedale per sottopormi alla profilassi antibiotica. Una volta inserita la flebo in vena e attaccato il monitor che rilevava il battito del mio bambino sono stata lasciata sola visto che ero al terzo figlio (proprio così mi è stato detto), ma sopratutto perché quella mattina siamo arrivate in 11 in sala parto. Sarà perché era cambiata la luna.
Tutto sembrava andare per il meglio fino a quando, per un pò, non riuscivo a sentire più il battito. Ho chiamato ed è arrivata una ginecologa che pensava di farmi il cesareo, poi toccando la pancia e dando piccoli colpetti il cuore ha ricominciato a farsi sentire. Sono iniziate le contrazioni, inizialmente leggere, poi una potente che mi ha lasciata senza fiato.
Due giri di cordone intorno al collo e tre nodi. Nicolò è una forza della natura
Sono stata trasferita in sala parto. Un ostetrica seguiva il mio travaglio senza darsi tanto da fare. Sono arrivate le spinte, durate più di un ora. Il piccolo si presentava con la testa e poi tornava indietro. Chiedevo all'ostretica ti tirarmi fuori il figlio, ma mi rispondeva che la natura fa le cose giuste.
Finalmente il mio bambino è nato. L'ostetrica sembrava preoccupata. E subito mi disse che il mio bambino aveva rischiato tantissimo. Aveva due giri di cordone intorno al collo e tre nodi. La nostra fortuna è stata quella di avere un cordone molto lungo. Mi ha poi appoggiato Nicolò sul petto ed ho iniziato a piangere come non avevo fatto mai.
Nel frattempo c'è stato un via vai di personale, tra ostetriche, puericultrici, ginecologi che venivano a vedere il cordone e tutti dicevano che era un "cordone fortunato". Il giorno dopo, quando è stato di turno il ginecologo che mi ha seguita durante tutta la gravidanza, è venuto a trovarmi e si è scusato tantissimo per non essersi accorto dei nodi. Solo lì ho capito che il mio bambino è stato davvero fortunato.
Nicolò a breve compirà 18 anni. Dentro di me lo benedico ogni giorno, e chiedo che abbia la forza di affrontare le difficoltà della vita, rispetto per le persone che incontra sul suo cammino, e spero che la luce che lo accompagni nella conoscenza spirituale che è dentro ognuno noi. Ma sopratutto che sia un pensatore libero.