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Nata prematura, mia figlia non si è mai arresa

di mammenellarete - 15.10.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Racconto la storia della nascita prematura della mia bambina per ringraziare tutto il personale della Tin dell'ospedale che ci ha seguito e per fare coraggio a tutti quei genitori che si trovano in situazioni simili. I miracoli esistono. Il mio ha 20 mesi ed ormai i medici la considerano una bimba nata a termine, ride, corre, gioca e mi chiama mamma.

In questo articolo

La nostra storia ha inizio il 26 agosto 2018. È stato uno dei giorni più belli della nostra vita. Il nostro bimbo di 17 mesi ha mosso i primi passi senza l'aiuto delle nostre mani e il test di gravidanza, del tutto inaspettato, ha dato esito positivo.

A differenza della precedente gravidanza, però, il suo decorso non è stato dei più belli. Da subito ho avuto perdite di sangue che mi hanno costretta a riposo, fino ad arrivare al ricovero in ospedale il 20 gennaio a causa della rottura delle membrane dovuta ad un'infezione da klebsiella.

Purtroppo però l'infezione non si è fermata e il 2 febbraio 2019 la mia piccola Lucia ha deciso di nascere, con parto naturale, a sole 27 settimane più 4. Nonostante il parto fosse gravemente pretermine e la mia piccola guerriera pesasse 1,121 kg per 35 cm, ha risposto bene alle prime cure e sono riusciti a farmela tenere tra le braccia per alcuni secondi.

La nascita della mia piccola prematura

Tutto procedeva benissimo... fino a quel maledetto 18 febbraio, giorno in cui i polmoncini hanno iniziato a cedere ed è stata intubata urgentemente. Si sono susseguiti giorni terribili, in alternanza tra la vita e la morte, desaturazioni gravi nonostante il 100% di ossigeno, le vene di braccia e gambe ormai trombizzate hanno richiesto l'inserimento dell'acceso centrale... ma la mia piccola guerriera non si è mai arresa.

Dalla metà di marzo le cose sono iniziate a migliorare.... Abbiamo iniziato la marsupioterapia e il tubo è stato tolto per passare alla ventilazione ad alti flussi. Nonostante i miglioramenti però non potevamo fare a meno di uno 0,1 di ossigeno, così il 7 giugno ci hanno dimesso con saturimetro e bombola di ossigeno. Da una semplice mamma sono diventata una mamma-infermiera fino al 20 novembre, quando l'esito della polisonno ha confermato che eravamo usciti dall'incubo dell'ossigeno.

Ho raccontato la mia storia per ringraziare ancora una volta tutto il personale della Tin dell'ospedale che ci ha seguito, dove ho trovato persone professionali, ma soprattutto umane, e per fare coraggio a tutti quei genitori che si trovano ad affrontare queste terribili situazioni.

I miracoli esistono. Il mio ha 20 mesi ed ormai i medici la considerano una bimba nata a termine, ride, corre, gioca e mi chiama mamma.

di Michela 

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