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Sono una mamma speciale, ma avrei voluto essere solo una mamma normale

di mammenellarete - 04.03.2024 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Chiunque ha il diritto di crollare quando la vita ti porta via cosi tanto, io volevo farlo e tanto. Ma ho tenuto duro

In questo articolo

Sono una mamma speciale

Sono una mamma speciale divisa tra il cielo e la terra.
Negli ultimi anni ho perso tanto, sembra assurdo da dire ma è davvero cosi, capita mi dissero... ma perdere un figlio è davvero doloroso, ti chiedi sempre il perché, ti chiedi se è colpa tua.. se non te lo meriti perché hai fatto qualcosa di sbagliato.
 
Nel 2020 l'ho persa... dopo averle dato un nome, dopo averla sentita mia... dopo aver pensato alla cameretta, e poco dopo, visto che il dolore non è mai abbastanza ho dovuto rinunciare anche all'abbraccio di mia mamma... perché perdere tanto quando puoi perdere tutto?!
Anche se tutto non era, ma ci arriveremo più avanti. Da li sono stati 2 anni tremendi, anni in cui ho davvero pensato di non farcela, anni in cui rialzarsi non era solo difficile ma anche sbagliato, ma la vita va avanti giusto? Diciamo che non ci è dato scegliere.
Passano 2 estati e a novembre la notizia: di nuovo incinta della mia bellissima bimba arcobaleno.
 

La mia bambina speciale arcobaleno

La prima gravidanza è stata spensierata, come ogni gravidanza dovrebbe essere, la seconda è stata difficile, è stata pesante... la paura di perdere anche lei era talmente forte da togliere il respiro.
 
Passano le settimane e arriva il giorno del test del DNA.
La paura e l'ansia mi hanno fatto battere il cuore talmente forte che ho pensato di impazzire... anche leggere una mail sembrava un'azione impossibile ma non ero sola... con l'aiuto del mio compagno e con mia sorella che teneva stretta la mia mano ho letto la lettera ed eri perfetta, eri davvero perfetta.
 
La gravidanza prosegue senza "problemi". Ogni ecografia che facevo, per me e il mio compagno, era un'emozione unica... vedere il suo cuore battere non aveva prezzo.
Il 2 marzo, il giorno della morfologica, il famoso esame dove tutti ti dicono "l'ecografia più bella della gravidanza" per noi era un altro ostacolo da superare.
Anche qui l'ansia ha preso il sopravvento, ma le parole della ginecologa mi hanno subito tranquillizzata "la bambina sta bene", ricordo ancora il viso del mio compagno: un viso più rilassato, un viso di sollievo.
 
Abbiamo avuto anche la conferma che aspettavo: "una bimba, il mio bellissimo angelo sta tornando da me", ho pensato.
Ricordo ancora i calcetti che mi tiravi... ogni giorno si sentivano di più... ogni giorno ci ricordavi che eri li e che stavi crescendo.

Ho rotto le acque a 28 settimane

Il 20 aprile (28 settimane appena compiute) tutto cambiò... i tuoi calcetti stranamente non si fecero sentire: non potevo immaginare che proprio in quel giorno tutta la mia vita sarebbe stata stravolta nuovamente, tutte le sicurezze conquistate duramente, tutto ciò che pensavo avessi il diritto di provare… tutto sarebbe cambiato. Quel giorno ho rotto le acque a causa di quella che sarebbe poi stata un'infezione di una potenza e una ferocia impressionante.
 
Chiamai il mio compagno. Di corsa all'ospedale, piangendo e tremando, dopo analisi del sangue ed ecografia, mi dicono che la bimba è viva ma la situazione è davvero grave.
In quei momenti sei sola... il mio compagno fuori dalla porta del reparto cercava in tutti i modi di rimanere lucido, fallendo miseramente.
I medici, non avendo i risultati delle analisi, erano indecisi tra attendere o farmi partorire... fu il mio Ginecologo a decidere e posso dire, col senno di poi, che salvò due vite quel giorno...
 
E' stata una corsa contro il tempo, ogni minuto in più diminuiva le sue probabilità di sopravvivenza, ho visto il mio compagno passando e solo perché avevamo davvero bisogno di vederci anche se solo per un attimo, lui si è avvicinato e entrambi in lacrime ci siamo dati il bacio più doloroso della nostra vita. Mi ha dovuto lasciare senza sapere nulla, senza sapere come sarebbe andata. Guardandolo ho capito che eravamo soli in due.

Nasce Martina: piccolissima ma bellissima

Alle 21,17 Martina nasce, piccola ma bellissima, pesava poco più di 1 kg ed era lunga 37 cm. Avrei dato tutto per poterla stringere a me almeno per un attimo ma non potevo, l'unica cosa che ho sentito, prima che la portassero via da me, è stato il suo piccolo mugugno. "Sono Viva" mi disse, o almeno è questo che mi piace pensare di aver sentito.
 
Mi portano subito in camera e da li il nulla, non sapevo niente, nessuno sapeva niente... nella mia testa l'unica cosa che pensavo era che a 28 settimane le possibilità di sopravvivenza ci sono, che ce la poteva fare, che doveva crescere e basta.
 
Passa molto tempo. Finalmente una foto: provate a immaginare da genitori di vedere vostro figlio/a minuscolo e pieno di tubi. Quella notte la dottoressa disse al mio compagno che le probabilità di sopravvivenza erano poche, so per certo che quella notte una parte di noi è andata via con quella notizia.
 
Il 21/04 alle 14:00 sulla sedia a rotelle spinta dal mio compagno vado a conoscere mia figlia e via verso quel mondo per me ancora sconosciuto. 
 
La terapia intensiva è un posto al di fuori del mondo, non puoi capirlo se non lo vivi.
Lui era stanco, spento, non avevano dato molte speranze a Martina e lui aveva dovuto sentire tutto cercando di rimanere non tanto lucido quanto in piedi.
 
Mille precauzioni tra mascherine e camici, le mani venivano lavate 2 volte e igienizzate un numero indefinito di volte, poi finalmente entro nella stanza dove vedo per la prima volta la mia bambina... era più piccola di quello che sembrava in foto, dentro un'incubatrice che per quanto possibile sostituiva la mia pancia. Piena di tubi e fili, ma di una bellezza unica. 
Tutte le culle vengono monitorate e i suoni che fanno te li sogni la notte per tanto tempo, sono terribili anche se ti salvano la vita... già solo vedendola in quel contesto capisco che non è solo questione di crescita, capisco che mia figlia doveva proprio imparare a vivere molto prima di quanto avrebbe dovuto, non sapevo che non era solo quello purtroppo.
 
Al primo colloquio con il primario di Neonatologia ricordo di aver visto il mio compagno quasi cedere, ne aveva già passate tante,. "Vostra figlia è nata con un'infezione in sepsi (infezione allo stato finale) le prossime 48-72 ore saranno fondamentali".
 
Il secondo colloquio non fu meglio del primo, probabilmente la bambina doveva essere operata a causa di una malformazione chiamata atresia esofagea, un difetto che impediva al cibo di arrivare allo stomaco, dovevano fare dei controlli per avere la certezza ma i medici ne erano già sicuri.
 
Il 22/04 arriva la febbre... i primi segni di quell'infezione maledetta che purtroppo ha costretto me e mia figlia ad affrontare tutto questo... sono stata a letto senza poterla vedere per 5 giorni... riuscivo a guardarla solo con la videochiamata.
 
L'unica notizia positiva di quei giorni è che l'atresia non c'era, Martina non doveva essere operata, si sospettava un restringimento ma non un'atresia, si sarebbero fatti controlli più avanti.
 
Il tempo passa, ma la realtà della terapia intensiva è sempre la stessa... ogni giorno arrivi in reparto con un nodo alla gola... ansia e paura ti accompagnano per tutta la giornata, l'unica frase che speri di sentire è: "tua figlia è stabile" vuol dire che non è peggiorata e va bene cosi.
 
Il 28/04 la prima gioia e anche un grande dolore, quel giorno Martina è stata stubata e quello stesso giorno ho dovuto rinunciare al mio papà, perché perdere tanto quando puoi perdere tutto?
 
Chiunque ha il diritto di crollare quando la vita ti porta via cosi tanto, io volevo farlo e tanto, volevo lasciarmi andare ma tu eri li e lottavi per tutti, allora ho lottato anche io!
 
Il problema respiratorio era ben lontano dall'essere risolto, sei passata a un sistema chiamato C-PAP che ti ha accompagnato per 2 lunghi mesi, insieme a una tendenza a sviluppare una broncodispasia, i tuoi polmoni non funzionavano bene e abbiamo iniziato 2 cure di cortisone una più forte dell'altra.
La buona notizia è che con la C-PAP potevamo fare la marsupio terapia.
Con la marsupio terapia ho iniziato a sentirmi mamma...
 
Dopo 12 giorni dalla sua nascita ho avuto per la prima volta il contatto pelle a pelle, è stata un emozione grande e bellissima... in assoluto l'emozione più forte mai provata... nuovamente insieme,  con il mio compagno che mi teneva la mano ricordo di aver pianto. Ricordo di aver avuto tanta paura, paura di fare un movimento sbagliato e di fare male a quel corpicino piccolo piccolo... paura di non avere il controllo... paura di lasciarmi andare... ma tu eri pronta e volevi la tua mamma... tu avevi bisogno di me così come io e il tuo papà ne abbiamo di te.
 
Tutto era perfetto... sentivo il tuo respiro, il tuo profumo, i nostri cuori erano di nuovo insieme, mi sei mancata tanto amore mio... finalmente riuscivo ancora una volta a sentirti parte di me ed era bellissimo, tutto era come doveva essere... così naturale... così giusto, quello era l'unico momento della giornata in cui non desaturavi mai, ore di assoluta perfezione,  ore in cui la tua mamma si sentiva nuovamente viva sentendo battere quel cuoricino che per quanto piccolo in quei momenti batteva per due.
Quando eravamo insieme tutto si fermava.
 
Da quel giorno tutti i giorni per 4 ore eravamo una cosa sola, l'unica cosa che in quel momento io mamma potevo fare per te era regalarti quel momento di pace e serenità sapendo che ti avrebbe aiutato tanto... quello che non sai è quanto questo abbia aiutato me. Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata e grazie davvero di cuore per aver lottato senza fermarti, senza esitare.
 
Noi siamo caduti tante volte, soprattutto il papà, ma tu senza dire una parola ci hai insegnato a rialzarci, ci hai insegnato che tutto è possibile e che dobbiamo lottare senza esitare e senza fermarci perché tu non lo stai facendo.  Grazie amore mio.
 
Ho festeggiato la mia prima festa della mamma in reparto. Ti ho guardato e ti ho ringraziato per avermi scelto come mamma. Una mamma che non ha mai smesso di credere nella sua bambina.
 
Arrivata alla 36° settimana hai iniziato a imparare a usare il biberon... quindi coordinare suzione, deglutizione e respiro. Da qui l'intoppo, il latte ti usciva dal naso.
Iniziano nuovamente i controlli, esami su esami per capire la situazione e niente di niente... nessun restringimento.
Nessuno si spiega il perché, nessuna atresia, nessun restringimento... mia figlia soffriva di reflusso, talmente forte da fargli uscire il latte dal naso.

88 giorni in terapia intensiva

Abbiamo passato in terapia intensiva 88 giorni INTERMINABILI..
Un giorno facevi un passo avanti e il giorno dopo 3 indietro.
 
1000 esami, 2 infezioni... le desaturazioni erano all'ordine del giorno, ma in tutta questa realtà ho visto mia figlia lottare come nessuno mai.
 
È Nata per vincere, nata per vivere... Il mio miracolo ha salvato 2 vite oltre la sua e neanche lo sa.
Il 18 luglio la chiamata dell'ospedale... finalmente eri pronta per uscire e iniziare la vita insieme a noi a casa nostra.
 
Non avrò mai una risposta per tutto quello che è successo... ho vissuto momenti brutti dove la vita mi ha distrutta e lasciata a terra in pezzi, ma avere lei è stata una rinascita, con lei sono nata ancora.
Mentre scrivo lei è in sala con il Papà a fare le pernacchie, ed è pure brava.
 
Sono una mamma speciale, ma avrei voluto essere solo una mamma normale.
 
Di mamma Angelica

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