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Se non hai empatia, perché hai scelto di far nascere i bambini?

di mammenellarete - 28.07.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, perché ho anche trovato professionisti meravigliosi, ma... se hai scelto di fare il ginecologo, perché devi essere così duro?

In questo articolo

Il mio lungo percorso per avere un bimbo

Questo mio sfogo nasce dal fatto che sono stremata. A giorni partorirò, è da cinque anni che stiamo provando ad avere un bimbo e ne abbiamo viste di tutti i colori. Il mio corpo ne ha viste di tutti i colori.

Fare il percorso di procreazione medicalmente assistita è massacrante. Farlo più volte ti devasta. Ti devasta dentro e fuori. Aghi ovunque, sempre. Controlli su controlli. Visite molto invasive e spesso dolorose. Prelievi di tessuto proprio lì. Esami allucinanti. Speranze, aspettative. Test negativi, esiti negativi. Ancora una speranza e ancora un esito negativo.

Questo percorso mi ha lasciato profonde cicatrici, che ancora sto cercando di curare. Eppure... eppure rifarei tutto. Perché questo percorso disumano sta portando a ciò che di più bello può esserci al mondo, almeno per me: il nostro bambino.

Il medico fa la differenza

In questi anni così medicalizzati ho incontrato moltissimi professionisti. Mi hanno aiutata, seguita, supportata. In un mestiere di questo tipo la sensibilità e l'empatia sono tutto.

Ma... ma mi è capitato anche di trovare medici che probabilmente non si rendono conto di chi si ritrovano davanti. Che con parole taglienti feriscono.

E' vero. Sono la prima a dire che ho avuto un trauma lì sotto e che vedo il cesareo con sollievo (a maggior ragione, dato che il bimbo è ancora podalico!). Perché allora mi devi far pesare il fatto che non me la sento di fare la manovra di rivolgimento? Poi, neppure me l'hai spiegata!

Alla domanda: "Ma mi farà male?", la risposta è stata: "Signora, non è che il parto sia una passeggiata allora".

Grazie... come se non lo sapessi.

Sarcasmo, battute sulla mia età (eh sì, ho 40 anni, avrei tanto voluto un bimbo prima, ma proprio non arrivava!), battute sulla mia paura del parto.

La domanda sorge spontanea: sono l'unica donna ad avere paura del parto? Sono l'unica donna ad aver cercato una gravidanza per tanto e ad esserci riuscita dopo i 40? Sono l'unica ad aver bisogno di un sorriso e di sentirmi rassicurata? Perché scegliere di far nascere i bimbi, di fare un lavoro così bello, delicato, importante, se l'empatia l'hai lasciata a casa?

Vorrei fare quindi un appello a tutti i professionisti e i medici che mi stanno leggendo: ricordate che davanti a voi avete una persona in carne e ossa. Con le sue difficoltà, le sue insicurezze. Avete una donna che sta per partorire e che già sta vivendo un periodo particolarmente delicato.

Ricordate, che anche solo un sorriso in più e una rassicurazione possono fare la differenza.

Una futura mamma

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