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Sono mamma di un bellissimo guerriero prematuro, avuto da un uomo instabile e violento

di mammenellarete - 19.07.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La mia seconda gravidanza è stata molto difficile. Ero incinta di un uomo instabile e molto viiolento, che durante la gravidanza mi picchiò. Ovviamente lo lasciai, ma la gravidanza continuò con minacce d'aborto. Il mio piccolo venne al mondo prematuro. Gli fecero tutti gli accertamenti: eco cuore, eco reni, risonanza magnetica al cervello. Tutto okay. Aveva solo bisogno di nutrirsi. Vi racconto la mia storia.

In questo articolo

Buongiorno a tutte. La mia gravidanza non è stata voluta o cercata. Il mio bambino non è nato dall'amore tra due persone, ma per un dispetto. Avevo una relazione con un uomo 8 anni più grande di me da marzo 2011. Una relazione inizialmente meravigliosa, ci divertivamo tantissimo e ridevamo a crepapelle.

Pochi mesi dopo iniziarono i problemi dovuti al fatto che lui prendeva psicofarmaci, ma mai nessuno mi ha voluto dire per quale motivo, nemmeno i suoi genitori. Si limitavano a dire: "Non vedi che nostro figlio non sta bene?". Mi proposi di aiutarlo, gli volevo bene. Sbagliai.

Una sera, mentre eravamo insieme, lui mi guardò e mi disse: "Adesso mi amerai perchè sarò il padre del tuo prossimo figlio". Inutile raccontare lo sgomento. Io avevo già una bambina di 5 anni avuta da precedente relazione. Troppo lungo da spiegare i motivi che mi portarono a tenere il bambino.

Il tempo passava, i litigi continuavano, finchè una sera, durante una sua crisi da astinenza da un farmaco, mi prese a calci, urlando: "Deve morire"! Il tutto al telefono con il suo avvocato! Polizia e 118 furono presto a casa mia. Mi refertarono. Andai al Pronto soccorso.

Qui il dottore mi disse: "Signora. Siamo ancora in tempo a sospendere la gravidanza, ma se vuole deve farlo subito!". Il cuore in frantumi! Non c'erano rischi per il bambino, ma si pensava alla situazione e a ciò che avrebbe comportato per la mia vita, per la nascita di un bambino non voluto!

Pensai tanto, tantissimo. Nei giorni seguenti ero a pezzi. Volevo denunciarlo. Il suo avvocato mi chiese un accordo economico e non un procedimento penale. Non mi interessava nulla! Lasciai lui e tenni il mio bambino affidandolo alle mani del Signore. La gravidanza continuò con minacce di aborto. Tra il sesto e il settimo mese iniziai a rimettere.

Avevo forti dolori allo stomaco e alla schiena. Non riuscivo più a mangiare. La pressione arrivava a 240. La mia ginecologa non diagnosticò nulla. Mi diede medicinali vari o qualunque cosa mi avrebbe fatto passare il dolore. Non mi fidai e andai al Pronto Soccorso. Qui la dottoressa mi disse che doveva monitorarmi per presunta gestosi.

Non potevo restare in ospedale. Dovevo andare a casa dalla mia bambina. La gravidanza proseguì. Io non mangiavo più, non dormivo più! Vomito, vomito, solo aria o tutto ciò che provavo ad ingerire: acqua, medicine. Tutto questo per ben 40 giorni. Persi 12 Kg, andai ben 8 volte al pronto soccorso.

Il 29 novembre 2012 la mia ginecologa mi mandò d'urgenza al Pronto Soccorso. Qui mi misero sotto tracciato: un'ora di ecografia. Per fortuna c'era la dottoressa che mi visitava ogni volta che andavo al Pronto Soccorso, quindi mi conosceva e conosceva la situazione. Il dottore mi disse: "Signora lo sa che c'è un arresto di crescita del bambino?". Io: "No".

Il dottore: "Signora da quanto tempo non mangia?". Io: "40 giorni". Il dottore fece un'espressione terribile e poi mi disse: "Bene, la prepariamo per un cesario d'urgenza" Si avvicinò la dottoressa e mi disse: "Signora, il bambino è troppo piccolo per l'età gestazionale, l'arresto di crescita è avvenuto intorno alla 29esima settimana, c'è un collasso della placenta e il bambino non si è nutrito. Quando nasce vedremo!".

Spiegarvi le sensazioni di quei momenti è impossibile. L'unica cosa che dissi fu: "Dottoressa, voglio solo sapere se il bambino vive oppure no!". Lei mi rispose: "Non lo sappiamo! Quando apriamo, vediamo cosa accade!". Erano circa le 23:00.

C'era il cambio turno, ma entrambi i medici rimasero per noi, per aiutarci. Con taglio cesareo d'urgenza alle 23:08 nacque il mio piccolo. Le prime parole della dottoressa furono: "Com'è piccolo questo bambino!". Mi permisero solo di vederlo di sfuggita e lo portarono immediatamente all'UTIN.

La mattina seguente venne mia madre e alle ore 10:00 ero già in piedi per correre in terapia intensiva. Oggetti negli armadietti, copri scarpe, copri abiti, cuffietta. Entrai. Nell'incubatrice c'era un ranocchietto piccolo piccolo. Con la flebo e il pannolino taglia 1 che gli arrivava fino al petto. Chiesi di poterlo toccare. Disinfettai le mani. Gli accarezzai la schiena. Che emozione!

La mia mano copriva la sua testa e la sua schiena. Pesava kg 1.820, con calo fisiologico kg 1.720. Era lungo cm 43. Stava bene! Gli fecero tutti gli accertamenti: eco cuore, eco reni, risonanza magnetica al cervello. Tutto okay. Aveva solo bisogno di nutrirsi.

Dopo 12 Giorni di UTIN, il 10 dicembre 2012 lo portai a casa. Lo battezzai il 25 dicembre. Questa è solo una parte della mia storia. Logicamente... lui è diventato il mio stalker. tribunali, avvocati, centro anti violenza e servizi sociali. Alla prossima.

di anonima

(storia arrivata come messaggio privato sulla nostra email di redazione)

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