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Ho perso la mia Isabel Grace dopo 42 giorni in Tin

di mammenellarete - 26.01.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Alle 14 e un quarto a 23+5 Isabel Grace nacque. Non potetti vedere mia figlia finché non mi alzai dal letto e quando la vidi scoppiai a piangere: avevo davanti a me in un' incubatrice un esserino di 450 grammi e 29 centimetri di lunghezza che scalciava proprio come quando era nella mia pancia. Il 15 novembre una maledetta e infame sepsi generale me la portò via. Le parole del medico al telefono quando mi diede la notizia le sento dentro di me ogni giorno.

Il 14 maggio 2016, dopo 6 mesi di ricerca, scoprii di essere incinta nonostante avessi la paura di aver difficoltà a causa di ovaio policistico. In quei giorni mi scoppiò il cuore di felicità perché si stava realizzando il sogno della mia vita.

 

Finalmente un bambino! Dal momento in cui vidi quelle 2 linee iniziai ad amare alla follia quella creaturina. Poche settimane dopo andai dalla ginecologa impaziente di poter sentire il suo cuoricino e così fu. L' emozione con cui posso descrivere quel momento è puro amore.

 

Dopodiché la mia gravidanza andò benissimo, stanchezza e fame a parte, stavo benissimo: no nausee, no dolore al seno, no dolori ecc. ecc., poi al 4 mese la stanchezza sparì e decidemmo di andare al mare. L' 11 agosto, poco prima delle vacanze, scoprii di aspettare una femminuccia!

 

Ovviamente aveva già il nome pronto, deciso già molti anni prima sui banchi di scuola quando sognavo questo momento: Isabel Grace. Per me era un nome da vera principessa. Durante le ferie sentii per la prima volta i suoi movimenti... Fu una bellissima esperienza sopratutto se conti che tutto questo è la prima volta, il tuo primo figlio in assoluto ed è tutto una scoperta!

 

A settembre, ormai tornata a casa, feci la morfologica ed era tutto a posto... lei era sempre bella attiva, infatti non c'era medico che non mi dicesse che lei era bella e vivace. Il 29 settembre iniziarono dei dolori strani alla schiena: zona polmoni e reni e comincio a gonfiarmi in faccia e alle mane; presi anche vari chili in meno di una settimana. Questo dolore era strano: mi passava di giorno e mi tornava di sera, anche se io pensavo: "Beh il mal di schiena in gravidanza è normale".

 

Sta di fatto che il lunedì notte del 3 ottobre non ce l'ho più fatta e il mio compagno mi ha accompagnato in pronto soccorso.

Dopo varie domande da parte dei medici e dopo aver provato la pressione e dopo aver controllato la mia piccolina, calò il silenzio. In quel momento provai una sensazione più brutta e capii che succedeva qualcosa.

 

Mi dissero che Isabel non aveva preso peso dal giorno della morfologica e che avevo la pressione massima a 190 e la minima 140. Insomma avevo quella maledetta preeclampsia severa più sindrome di Hellp. I medici cominciarono a correre qua e là, incominciarono a infilarmi aghi dappertutto e intanto l'anestesista davanti a me mi disse: "Francesca sta rischiando la vita più lei che vostra figlia, prima pensiamo a lei poi alla bambina. Siete giovani ragazzi...".

 

Il mio cuore, la mia felicità, il mio entusiasmo e la mia vitalità si fermarono a quel maledetto giorno, da quel momento cambiò la mia vita completamente. Mi misi a piangere: non volevo perderla, non volevo che per colpa mia lei dovesse essere strappata da me, lei doveva stare con me, il mio corpo doveva proteggerla da tutto.

 

Della mia vita poco mi importava, volevo che la situazione si potesse risolvere senza che Isabel dovesse essere tolta dalla sua casa. Una mattina, il 4 ottobre, giorno del mio compleanni, ebbi il cesareo d' urgenza. I pensieri e le emozioni che ti pervadono in quei momenti non posso essere descritti semplicemente.

 

E' come un senso di smarrimento, dolore, impotenza, paura, rabbia, un continuo perché. Alle 14 e un quarto a 23+5 Isabel Grace nacque. Da li iniziò il calvario. Non potetti potuto vedere mia figlia finché non mi alzai dal letto e quando la vidi scoppiai a piangere: avevo davanti a me in un'incubatrice un esserino di 450 grammi e 29 centimetri di lunghezza che scalciava proprio come quando era nella mia pancia.

 

Era attaccata a mille macchine di cui non capivo nulla, ma lei era lì e io non potevo fare nulla.

La situazione è sempre stata critica anche perché i medici non riuscirono a farmi tutto il ciclo di maturazione polmonare di surfrattante e quindi i polmoni suoi erano ancora molto, ma molto deboli.

 

Gli alveoli erano ancora tutti chiusi. La mia leonessa, nata ancora praticamente un feto, lottò per 42 giorni. E quando ormai pensavano quasi tutti che ce l' avrebbe fatta, anche il medico che la seguiva ci disse che ci aveva illuso... il 15 novembre una maledetta e infame sepsi generale me la portò via. Le parole del medico al telefono quando mi diede la notizia le sento dentro di me ogni giorno.

 

In quel momento ti fai alcune domande: "Come cavolo è possibile che 4 giorni esatti dopo che la sua quarantena è finita lei prende un'infezione? Sono stata io? E' stato il suo papà? I medici sono stati poco scrupolosi? Erano preparati ad un caso così estremo? Perché è successo? Isabel è davvero volata via? Perché non ero con lei quando ci ha lasciato?"

 

Che mamma ignobile, non stavo neanche 24h su 24h con lei e tante ma tante altre domande. La rabbia è il sentimento che spicca di più perché io non accetto che lei mi venga strappata e poi diventi un angelo. No, no, non si può... una mamma che sopravvive al proprio figlio non può accettarlo. Dopo anche il percorso di 42 giorni di montagne russe...

 

di Franci

 

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