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Volevo l'epidurale

di mammenellarete - 16.06.2014 - Scrivici

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Ho scelto di partorire in un determinato ospedale proprio perché garantivano l'epidurale. Invece hanno fatto di tutto per non farmela e mi hanno costretta a un parto naturale. Anche dopo il parto l'assistenza in ospedale è stata inadeguata. A due mesi di distanza penso che non so se farò un secondo figlio. Vi racconto nei dettagli com'è andata. Arrivo al PS per un controllo e rompo le acque durante un tracciato. Quindi vengo subito ricoverata e ho le contrazioni ogni 3 minuti. In mezz'ora sono già dilatata di 3 cm. Chiedo immediatamente l'anestesista per l'epidurale e non solo vengo trattata malissimo, ma non lo chiamano (l'ostetrica mi fa chiaramente capire "col cavolo che te lo chiamo adesso"). Non vale a niente l'insistenza mia e di mio marito per chiamarlo, passano più di due ore, quando arriva sono già di 8 cm e lui si rifiuta di farla, quindi sono costretta ad un parto naturale! È assurdo che ti garantiscano l'epidurale (io ho partorito in quell'ospedale solo per questo motivo) se poi fanno di tutto per non fartela. Il mese prima, durante la visita anestesiologica, proprio un'anestesista mi aveva detto di insistere, perché le ostetriche tergiversano molto quando è il momento di chiamarli, insistono per il parto naturale e, come fanno capire benissimo durante il corso preparto con informazioni a volte false sulla partoanalgesia, se non senti dolore sei una madre di serie B! Per non parlare di un parto cesareo che - testuali parole dell'ostetrica - impedisce a madre e padre di affezionarsi immediatamente al bambino.

Il travaglio dura poco, ma le contrazioni sono troppo ravvicinate e forti da subito e non ho modo di permettere al mio corpo di capire come fronteggiarle al meglio. Inoltre il loro comportamento mi fa solo perdere fiducia in chi deve aiutarmi a fare nascere la mia creatura e sono spaventata ed innervosita ancora di più.

 

Dopo un'ora e mezza di spinte, durante la quale imploro dicendo che non ce la faccio più e vengo puntualmente ignorata (inoltre la testa della piccola va avanti e torna indietro), finalmente nasce la mia bambina. Impiegano 45 minuti per mettermi i punti interni (conseguentemente tre mesi per guarire e non completamente), nel frattempo la macchina per controllare se la bimba ha avuto sofferenza fetale è rotta.

 

I bagni fuori dalla camera sono sporchi, senza sapone e soprattutto con acqua fredda sia per me che nel fasciatoio per la bambina! Ripeto per due giorni alle infermiere le mie allergie alimentari e per due giorni portano praticamente tutto a base degli alimenti che non posso mangiare.

 

Di notte le ostetriche sono scocciatissime quando le chiami, il bambino dal momento della nascita ti viene dato e te la devi vedere da sola per tutto, senza contare che dopo un parto una mamma può essere in grosse difficoltà fisicamente.

 

Con grande dolore non sono riuscita ad allattare, il latte non viene e la bambina non si attacca bene. Non mi danno nessuna assistenza neanche dopo la dimissione, né al consultorio (mi dicono che è venerdì e devo richiamarle il lunedì se ho bisogno), né al nido dell'ospedale dove ho partorito mi hanno aiutata. Nonostante ciò, mi dicono: guai a darle LA!

 

Risultato di questo: al primo controllo dal pediatra (tre giorni dopo la nascita) la bimba sta morendo di fame, ha perso talmente tanto che o le dò LA immediatamente o devo farla ricoverare.

 

Insomma, a distanza di mesi il ricordo del mio parto è un incubo, mi sono sentita umiliata e impotente. Hanno rovinato il giorno più importante della mia vita e ringrazio il cielo che sia io che la mia bambina stiamo bene, perché non è certo grazie a loro.

 

Non so se farò un secondo figlio, ma se penso di dover rivivere tutto questo mi sento male.

 

di mamma anonima

 

(storia arrivata sulla pagina facebook di Nostrofiglio.it)

 

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