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Il mio indimenticabile parto. Quando nasce un bimbo, nasce anche una mamma

di mammenellarete - 01.11.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La mia gravidanza andò benissimo e partorii, con fettuccia, a 39 settimane. Il mio Gabriele arrivò dopo poche spinte e aveva un giro di cordone ombelicale intorno al collo. Ma tutto andò per il meglio: dopo poche ore lo avevo tra le mie braccia. Diventare mamma è qualcosa di davvero stupendo. In fondo quando nasce un bimbo, nasce anche una mamma. Ecco la mia storia.

In questo articolo

Mi chiamo Giulia e sono la mamma di un bellissimo bambino di 11 mesi di nome Gabriele. Mi misi con il papà di Gabriele e, dopo circa due mesi, rimasi subito incinta. Ovviamente, quando comunicai la notizia, i miei genitori non fecero i salti di gioia, ma accettarono soltanto piano piano la gravidanza e il fatto che io mettessi su famiglia!

La mia gravidanza è stata SPETTACOLARE: tutto andò benissimo, le ecografie erano nella norma e lui, da dentro la pancia, dava certi calci...! Ricordo ancora quanto era bello sentirlo crescere, vederlo formare le "onde" sul pancione. Non scorderò mai tutto questo. Mi sentivo bellissima come mai prima.

A 39 settimane il piccolino decise di rompere le acque alle 3 e 30 di notte e, ovviamente, sopra e non sotto... Le ginecologhe dell'ospedale mi dissero che non erano acque, ma che era il tappo mucoso. Io insistetti nel sostenere che erano acque, ma mi rimandarono a casa. Dopo qualche ora, tornai in ospedale e mi ricoverarono. Sentivo fastidi troppo forti. Così andai avanti per due giorni con contrazioni tali da non riuscire a chiudere occhio.

Alla fine il 22 novembre, alle 14 e qualcosa, decisero di mettermi la fettuccia per stimolare il parto. Alle 20 circa venni spostata in sala parto e lì mi raggiunse il mio compagno, stanco ovviamente perché passava le giornate sulle sedie della sala di attesa...

E iniziò il vero travaglio: provai una valanga di emozioni indescrivibili, ma una sola sovrastava le altre, cioè la PAURA. Avevo paura che qualcosa andasse storto, temevo di non avere la forza di farcela... E alla fine, grazie alla mia ostetrica, tra coccole, docce calde, massaggi alla schiena andai avanti e arrivò il momento in cui io sentii Gabriele spingere con la testa per uscire.

L'ostetrica mi disse che ancora non era il momento, ma circa dopo 20 minuti preparò tutto per far nascere Gabriele.

Non scorderò mai il suo primo cambio, su quel mobiletto. Trovai una forza che tuttora non so neanche io da dove venne fuori. Spinsi, spinsi più che mai. Ero stremata, ma continuai...

Dopo poco uscì il mio Gabriele, con un giro di cordone ombelicale intorno al collo. Ma tutto andò per il meglio: dopo poche ore lo avevo tra le mie braccia. Diventare mamma è qualcosa di davvero stupendo. In fondo quando nasce un bimbo, nasce anche una mamma. Lui è bravissimo, è solare, chiama già "Mamma, papà, nonna" e sta iniziando a camminare piano piano. Per quanto riguarda l'educazione... beh, che dire, è ancora presto per parlare. Mi impegno come posso per farlo essere sempre migliore rispetto al giorno prima. Un abbraccio da tutti noi.

di Giulia

(storia arrivata sulla pagina Instagram di Nostrofiglio)

Parto indotto, che cos'é


Si parla di parto indotto quando si ricorre ad alcune tecniche farmacologiche per far avviare il travaglio di parto, ossia per stimolare le modificazioni del collo uterino e le contrazioni necessarie a dare il via al travaglio.

«Una percentuale significativa delle gravidanze, circa il 10% (che sale se sono presenti fattori come età e obesità), non arriva al travaglio di parto entro le 41 settimane di gestazione» sottolinea Enrico Ferrazzi, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell'Ospedale dei Bambini V. Buzzi dell’Università di Milano. CONTINUA A LEGGERE: Parto indotto, che cos'é

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