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Parto in acqua: tutto quello che c’è da sapere.

di mammenellarete - 14.01.2009 - Scrivici

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Il primo parto dolce è stato nel 1805. I medici che lo prediligono affermano che l’acqua, rilassando il corpo della donna, la aiuta a sopportare meglio il dolore. La mente si rilassa, il corpo immerso nell’acqua è più leggero, i tessuti sono più morbidi, i movimenti sono facilitati. Alcuni studi affermano che l’immersione in acqua può far diminuire la necessità delle iniezioni epidurali nelle prime fasi di travaglio.

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La vasca dove avviene il parto in acqua deve essere di 2x1,5 m circa e profonda circa 80 cm e di vetroresina, che è un materiale resistente, liscio e facilmente igienizzabile.
La temperatura deve essere sufficientemente calda e costante per tutta la durata del parto, compreso il travaglio.
Il ricambio dell'acqua deve essere continuo per mantenerne la pulizia.

Non è per tutte le donne: il travaglio deve essere senza complicazioni, la donna deve essere in salute, avere peso, pressione arteriosa e frequenza cardiaca nella norma e non deve avere avuto un precedente parto cesareo né altri interventi chirurgici.
Il liquido amniotico deve essere di colore chiaro. Anche la gravidanza deve avere avuto un decorso normale.
Gravidanze complicate, infatti, possono essere sintomatiche di travagli complicati.

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Il nascituro deve essere uno (non gemelli), il feto deve avere dimensioni normali ed essere in posizione cefalica.

Passare da un ambiente costituito dal liquido amniotico all’acqua rende l’impatto col mondo meno traumatico per il bambino. La mamma può partorire senza “rompere le acque” e se invece sono già rotte, il bambino non risente dell’assenza di acqua, come potrebbe avvenire in un parto normale.

I bimbi nati nell’acqua restano immersi per circa 10 minuti. Successivamente vengono estratti dall’acqua per far si che respirino. Solo in quel momento il bambino piange per la prima volta, più in ritardo rispetto ad un bambino nato “in aria”.

Qualsiasi imprevisto durante il parto va risolto fuori dall’acqua. L’acqua infatti fa aumentare i tempi, amplifica l’effetto di perdite ematiche, oltre che di urine e feci, e aumenta il rischio di infezioni.

Scopri perché preferire il parto in acqua al parto cesareo.

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