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Volevo con tutto il cuore un parto naturale e invece ho partorito con un cesareo

di mammenellarete - 17.10.2014 - Scrivici

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Sono trascorsi quasi 10 mesi dal mio parto cesareo, grazie al quale ho dato alla luce i miei gemelli. Purtroppo però, ogni volta che penso al cesareo, mi sento troppo male: mi manca l’aria, sento l’ansia crescere dentro di me. Come se avessi un macigno sul cuore. So bene che era inevitabile, ma al solo pensiero mi sento male lo stesso!

Vi racconto tutto dall'inizio. Il 22 maggio scoprii di essere in attesa di due gemelli: da quel momento capii che la mia gravidanza sarebbe stata diversa da una gravidanza normale. Volevo godermi il pancione, coccolare il mio bambino, fantasticare sul mio parto naturale. Invece mi preoccupai molto fin da subito per le possibili complicanze, per i maggior rischi di una gravidanza gemellare rispetto alla singola, per il parto prematuro che avrei dovuto eventualmente affrontare.

Iniziai subito a vedere la possibilità di un parto naturale svanire sempre di più. I gemelli si posizionarono male nel pancione, ma io non mi arresi. Sperai fino all’ultimo con tutte le mie forze: tre giorni prima della loro nascita, andai anche ad informarmi dall'oculista se potevo effettuare un parto naturale nonostante la mia forte miopia. L’oculista mi disse che la mia retina stava bene e che niente poteva impedire il mio sogno.

Pregai fino all’ultimo che i miei piccoli fossero nella posizione giusta. Addirittura lo speravo ancora anche nel giorno del ricovero al momento dell’ecografia. Invece la batosta: posizione podalica per il primo gemello e trasversa del secondo. Perché?

Inoltre, non mi sentivo felice al 100% perché avevo paura per i piccoli: temevo che potessero nascere prematuramente e che avrebbero potuto avere dei problemi di salute. Volevo una gravidanza singola e dicevo ai piccoli: "perché non siete venuti uno per volta?"

A volte mi sentivo un po’ giù di morale, perché sapevo che alla nascita non sarei stata serena come le altre mamme ad accudire il neonato. Già mi immaginavo stressata con due neonati: lo so, sono egoista. Ma io la gravidanza la sognavo così, con un bimbo che veniva alla luce con un parto naturale.

Al di là di tutte queste preoccupazioni, che ho voluto raccontato in modo onesto, oggi penso che è stata un’esperienza incredibile e bellissima, che mi manca da morire.

È stato il periodo più bello e felice della mia vita, non sono mai stata così bene. Con il mio pancione, mi sentivo completa.

Ma ricominciamo il racconto dal 13 dicembre, giorno in cui andai in maternità. Volevo godermi le ultime settimane, invece solo dopo una settimana ruppi le acque. Volevo prepararmi psicologicamente al cesareo, ma non feci in tempo.

Adesso so che ci sono dei modi che avrei potuto tentare per farli girare. Se lo avessi saputo prima, avrei sicuramente provato.

Ho un altro rimpianto: quello di essermi precipitata subito in ospedale. Se mi accadesse ora, starei a casa un altro po', almeno fino all'inizio del travaglio.

La sera prima del cesareo ebbi un piccolo dolore alla pancia, un dolore simile a quello mestruale. Mi precipitai in ospedale. Lì, nessuno mi sosteneva, erano tutti molto freddi, i ginecologi soprattutto. Chiesi alla dottoressa che mi controllasse il fibroma uterino. Lei annuì con la testa senza dirmi nient’altro. Che freddezza! Solo l’anestesista è stato dolcissimo: mi accarezzava il pancione e la fronte, mi tranquillizzò proprio mentre mi sentivo svenire per il calo della pressione.

Dopo il parto, mi fecero vedere Gabriele e Maria Vittoria per pochissimi secondi.

Volevo baciarli, annusarli, niente di tutto ciò. Anzi, appena finito l’intervento, tutti se ne andarono senza dirmi niente dei piccoli, senza tranquillizzarmi. Cercavo di chiudere gli occhi per focalizzare le prime immagini dei miei figli: già non li ricordavo più.

Dopo mia mamma riuscì a parlare con l’anestesista, che disse che l'intervento era andato bene e che Maria Vittoria, nata alle 11.34, pesava 2 kg e 250 e che Gabriele, nato alle 11.36, pesava 2 kg e 750. Poi mi mandarono in camera e fino alla sera nessuno, proprio nessuno mi disse qualcosa dei miei piccoli. Insomma, per me fu un'esperienza bruttissima.

Il 22 dicembre fu il giorno della nascita dei miei figli.

Ma io purtroppo non ho un bel ricordo di quel giorno: bastava poco per migliorare l’esperienza che doveva essere la più bella della mia vita. Una parola di conforto, una carezza, un secondo in più con i miei piccoli.

Però sono felicissima per i miei due piccoli, e già da ora sogno la mia prossima gravidanza. Spero tanto che, se ci sarà una prossima volta, le cose possano andare nel verso giusto, nel modo più naturale possibile. Mi sto informando sul VBAC: voglio arrivare alla prossima gravidanza preparata e più forte. Vorrei così tanto realizzare questo mio sogno e non provare più invidia per le donne che partoriscono naturalmente.

Sono consapevole che devo superare questo dolore e affrontare una eventuale prossima gravidanza con più serenità. Poi se non dovessi farcela ad avere un parto naturale, pazienza! L’importante è che mio figlio stia bene e io ci provi con tutta me stessa.

di mamma Anna Chiara

(storia arrivata alla pagina facebook di nostrofiglio.it, editata da Sara De Giorgi)

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